Il deserto demografico in Basilicata inizia dalla Val d’Agri (nonostante il petrolio)
L'effetto spopolamento Basilicata non si arresta. E proprio in Val d’Agri, la terra dell’oro nero, si registrano le punte più elevate di emigrazione.
L'effetto spopolamento Basilicata non si arresta. E proprio in Val d’Agri, la terra dell’oro nero, si registrano le punte più elevate di emigrazione.
La categoria degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante è stata introdotta in Italia dal 1988. Da allora, nelle more di recepimenti ed integrazioni, la direttiva Seveso sembra essere ancora un tabù. Ci sono luoghi che entrano nella storia e nella memoria collettiva, e non ne
Intervista al geologo Vincenzo Portoghese, consulente della Procura di Gela dall’ottobre 2012 a settembre 2015.
Nell'inchiesta Oilgate, ci sono il Centro Olio di Viggiano - di Eni - e il progetto Tempa Rossa - di Total -, entrambi in Basilicata, nei due filoni dell'inchiesta coordinata dalla Direzione nazionale antimafia e dalla Procura di Potenza che ha portato il 31 marzo
La Procura di Potenza e la Direzione distrettuale antimafia hanno dato uno scossone all'affare petrolio in Basilicata. Sotto accusa aziende e ministri.
L’Unione europea sta negoziando con gli Stati Uniti un accordo sul commercio e gli investimenti dalla sigla ostica: TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership). Il rischio è che gli standard sociali ed ambientali diventino barriere non tariffarie di disintegrare Quando la provincia canadese del Quebec, nel
Sorgenti, boschi, un Parco nazionale, pozzi e chilometri di condotte che si insinuano nel terreno. A Calvello, vice-capitale europea dell’oro nero, in provincia di Potenza è possibile ripercorrere ed osservare la perfetta sintesi di un distorto concetto di sostenibilità Made in Lucania Mentre percorro ancora una
Nel cuore di Tempa Rossa, il grande affare oil&gas che coinvolge l’asse Basilicata-Puglia.
Il primo speciale di Terre di frontiera è stato sfogliato da oltre 5000 lettori. Per la precisione 5676 dal 3 marzo ad oggi. Lo consideriamo un ottimo risultato. Che va ben oltre le nostre aspettative iniziali e che ci ripaga, in parte, del lavoro svolto.
Carceri Trentino. Vaccini Covid-19: più Pfizer che AstraZeneca, con numeri altalenanti
La campagna vaccinale nella casa circondariale Spini di Gardolo di Trento è partita ufficialmente lo scorso 8 marzo. «Attualmente è stata vaccinata poco meno del 60 per cento della popolazione detenuta, ma il dato è in continua fluttuazione», precisa a Terre di frontiera la Garante dei diritti dei detenuti della Provincia Autonoma di Trento, Antonia Menghini.
Foto: La nuova Casa circondariale Spini di Gardolo / Massimo Zarrucco (Ufficio stampa Provincia Autonoma Trento)
Carceri Lazio e Umbria, alta adesione alla campagna vaccinale Covid-19
«Circa il 70 per cento delle persone detenute, calcolate sul totale dei quattordici istituti di pena del Lazio, ha già ricevuto la prima dose del vaccino Moderna. Nella casa circondariale di Terni, invece, nei prossimi giorni si concluderà il primo giro di vaccinazioni. Con dati complessivamente positivi che riguardano l’intera regione.»
Foto: Inside Carceri, Regina Coeli (2015) / Associazione Antigone
«Ad oggi è stato vaccinato oltre il 70 per cento del personale penitenziario e oltre il 50 per cento della popolazione detenuta. La fase vaccinale negli istituti di pena lombardi, partita la scorsa primavera, finalmente sta iniziando a dare i suoi frutti», afferma il Garante dei diritti dei detenuti della Regione Lombardia Carlo Lio in questa video-intervista. Nonostante i focolai, dunque, e nonostante le criticità emerse durante questa pandemia la Lombardia si avvia a concludere in anticipo rispetto ad altre realtà regionali la prima fase della campagna vaccinale negli istituti penitenziari.
«Se oggi i numeri delle adesioni alla campagna vaccinale nelle carceri di Milano e della Lombardia sono così alti», commenta ai nostri microfoni il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale di Milano, Francesco Maisto, «è perché si è avuta la capacità di programmare. A marzo, prima ancora delle direttive nazionali in materia, il Provveditorato regionale in accordo con il Responsabile sanitario regionale per l’emergenza Covid ha stabilito che iniziassero le vaccinazioni del personale penitenziario, della popolazione detenuta, nonché degli operatori esterni, tra cui i volontari, che svolgono stabilmente attività negli istituti di pena.»
Il sistema dunque, almeno per quanto concerne l’organizzazione della campagna vaccinale nelle carceri, sembra aver retto. Segnando la distanza, in materia di pianificazione, tra quanto accade oggi in ambito vaccinale fuori e dentro gli istituti penitenziari milanesi e lombardi.
Carceri Puglia. La campagna vaccini si prospetta lunga, verso l’immunità di gregge
«Tutto dipende dalle singole Asl e dalla loro capacità organizzativa. Il dato aggregato ci dice che attualmente oscilliamo tra il 40 e il 60 per cento delle vaccinazioni della popolazione detenuta. Ma l’immunità di gregge sarà raggiunta solo quando ci si attesterà attorno all’80 per cento delle vaccinazioni effettuate. Ed è questa la ragione per cui, almeno in Puglia, la campagna vaccinale non si concluderà in tempi brevi.»
Foto: Inside Carceri / di Pietro Snider per Associazione Antigone e Next New Media
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Carceri Campania. La campagna vaccinale Covid e gli intoppi delle Asl
La campagna vaccinale negli istituti penitenziari campani procede nonostante la capacità delle singole Asl di organizzare e distribuire le dosi su larga scala, nonché di adottare un criterio più lungimirante che punti a raggiungere, nel più breve tempo possibile, l’immunità di gregge nelle carceri. Le linee guida ministeriali parlano chiaro, ma la loro coerente applicazione rivela tutt’altro: le ipocrisie di fondo di un sistema che in alcuni casi rincorre le emergenze senza tuttavia riuscire a gestirle in maniera omogenea.
Foto: Inside Carceri, Secondigliano (2012) / di Katia Ancona per Associazione Antigone e Next New Media
Carceri Molise, le vaccinazioni Covid-19 vanno spedite nonostante la paura per AstraZeneca
La campagna vaccinale negli istituti di pena del Molise va avanti. Anzi, salvo rarissime eccezioni, la potremmo definire persino già abbondantemente avviata alla conclusione nella somministrazione delle prime dosi.
Foto: Inside Carceri, Vasto (2015) / Associazione Antigone
Carceri Lazio e Umbria, alta adesione alla campagna vaccinale Covid-19
«Circa il 70 per cento delle persone detenute, calcolate sul totale dei quattordici istituti di pena del Lazio, ha già ricevuto la prima dose del vaccino Moderna. Nella casa circondariale di Terni, invece, nei prossimi giorni si concluderà il primo giro di vaccinazioni. Con dati complessivamente positivi che riguardano l’intera regione.»
Foto: Inside Carceri, Regina Coeli (2015) / Associazione Antigone
Carceri in Calabria, vaccino Covid-19 per oltre il 60% dei detenuti
«La campagna vaccinale negli istituti penitenziari calabresi è partita a macchia di leopardo. Il 26 marzo scorso è stata avviata a Catanzaro. Il giorno successivo, il 27 marzo, si è passati a Crotone e poi, da lì, via via sono continuate le vaccinazioni in tutti gli altri istituti. Oggi, più del 60 per cento dei detenuti in Calabria ha ricevuto il vaccino. E la soddisfazione, chiaramente, è enorme.»
Foto: Inside Carceri, Reggio Calabria (2015) / Associazione Antigone