Periodico indipendente su Ambiente, Sud e Mediterraneo / Fondato il 23 dicembre 2015

Marzo 2018

Il 20 marzo, a Roma, sono stati presentati l’Annuario dei dati ambientali e il Rapporto ambiente del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente. Il primo, giunto alla quindicesima edizione, è redatto dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra); il secondo, alla sua prima edizione, è invece affidato al Sistema nazionale per protezione dell’ambiente (Snpa), un organismo nato il 14 gennaio 2017 con l’entrata in vigore della legge n.132/2016. Oltre all’Ispra, l’Snpa è composto da 21 agenzie – regionali (Arpa) e provinciali (Appa)oltre a Ispra – e impiega 10 mila persone in 150 sedi.

Le attese per la pubblicazione della Cnapi, la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee a ospitare il deposito nazionale di scorie non sono ancora svanite. Le mancate promesse di Carlo Calenda – già ministro allo Sviluppo economico dei governi Renzi e Gentiloni – lasciano nell’incertezza chi vorrebbe conoscere il destino dei rifiuti nucleari italiani allocati in diversi centri sparsi tra nord e sud, con enormi problemi di gestione per garantire la sicurezza, la salute e la tenuta dei conti, tra costi in aumento e costi non ancora stimati. In questo scenario, la Commissione Tecnica di Verifica dell’impatto ambientale non ha potuto approfondire e valutare i potenziali effetti ambientali indotti delle attività di realizzazione e di esercizio del Deposito nazionale. E spuntano le alternative.

Dopo la decisione del Comitato tecnico provinciale di accogliere tutte le richieste della società Linea Ambiente, titolare della discarica di Grottaglie, ex Ecolevante, il primo cittadino grottagliese, Ciro D’Alò, chiede le dimissioni di Martino Tamburrano, presidente della Provincia di Taranto. E intanto, lunedì 12 marzo, incontro in Comune con i promotori del comitato contrario all’ampliamento.

Sul processo per il disastro ambientale a Gela, il giudice dell’udienza preliminare, Paolo Fiore, ha disposto il rinvio a giudizio per manager e tecnici di tutte le aziende del gruppo Eni. L’accusa è di disastro ambientale innominato. La prima udienza del processo è fissata il 18 ottobre. Gli avvocati della multinazionale petrolifera escludono qualsiasi nesso tra le attività industriali e i danni all’ambiente e alla salute.

Il Tar Calabria, dopo dieci anni, ha annullato un provvedimento del ministero dell’Ambiente con il quale si chiedeva alla Syndial di presentare un progetto di bonifica per una discarica di rifiuti riconducibili al ciclo produttivo del reparto forno fosforo della Montedison, ubicata nel Sito di interesse nazionale di Crotone. In passato, nella mega discarica Farina-Trappeto anche tracce di radioattività.