La perdita in mare di centinaia di litri di paraffina avvenuta fra il 27 e il 28 dicembre 2019, durante le operazioni di carico presso la raffineria Saras di Sarroch (Cagliari) costituisce l’ennesimo incidente che ha causato danni ambientali e alla salute nel corso dei
#40Terremoto1980. Dagli atti della "Commissione parlamentare d’inchiesta sull’attuazione degli interventi per la ricostruzione e lo sviluppo dei territori della Basilicata e della Campania colpiti dai terremoti del novembre 1980 e del febbraio 1981" e della "Commissione parlamentare antimafia" emerge un quadro, per molti versi ancora
Il 18 dicembre, il Consiglio di Stato, ribaltando due sentenze del Tribunale amministrativo regionale favorevole ai progetti petroliferi di Eni in Basilicata, blocca due pozzi situati in aree di interesse paesaggistico, Sic e Zps del Parco nazionale Appennino Lucano Val d'Agri-Lagonegrese. Ora la parola passa
Il progetto petrolifero di Total, Shell e Mitsui è partito ufficialmente. Tra trattative segrete e concertazioni su compensazioni e ipotesi di reinvestimento delle royalties, la tutela dell’ambiente non è mai stata una priorità nello scenario Tempa Rossa. Lo dimostrano gli incartamenti e le autorizzazioni regionali
La norma sul Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee (Pitesai) e sulla sospensione delle istanze e dei permessi di ricerca di gas e petrolio su terra ferma non si applica alla Sicilia. «Per quanto concerne il vostro riferimento al disposto dell'articolo 11/ter
Texas-Nigeria-Libia d'Italia, Lucania Saudita. Alla Basilicata hanno affibbiato nomi carichi di significati geopolitici legati al petrolio e ai suoi proventi. Una realtà, quella lucana, fatta di gestione criminale, come afferma la Procura, e pozzi fuori controllo.
Nel 2011 alcuni economisti, occupandosi di federalismo del petrolio e
#40Terremoto1980. Il 23 novembre 1980, alle ore 19:34, per un minuto e mezzo, un terremoto di magnitudo 6.9 sconvolse l’Irpinia e la Basilicata. I morti furono 2.914, i feriti 8.848, gli sfollati 280 mila.
Si racconta sempre questo, o quasi, di quella domenica di 39 anni
#40Terremoto1980 «È una domenica sera di novembre. In una stanza vuota dell'Osservatorio di Monteporzio Catone l'ago del sismografo accelera il suo ritmo. Sembra impazzire, segnala oltre il diagramma per un lunghissimo minuto e mezzo. Nessuno è lì a controllare. L'Italia più ricca si prepara ad
È di queste ore un comunicato Fiom-Cgil con il quale si notifica l’incontro tenutosi oggi (14 novembre 2019, ndr) con l’amministratore delegato di ArcelorMittal, Lucia Morselli, che ha prospettato alle sigle sindacali il piano di chiusura della fabbrica.
Il piano di ArcelorMittal per chiudere l’ex Ilva
Siamo al terzo anno dopo il terremoto nel Centro-Italia che, ad agosto 2016, ha polverizzato l’area appenninica a cavallo tra le Marche, l’Abruzzo, il Lazio e l’Umbria. Niente è immobile, benché tutto sia incerto. La verità è che nessuno sa bene cosa fare.
Niente è immobile
Sciopero di 24 ore per gli operai dello stabilimento ma il lavoro non si ferma. Ad accogliere il presidente del Consiglio anche cittadini e associazioni.
Il 4 novembre ArcelorMittal ha notificato le dismissioni ai Commissari ex Ilva. E d’urgenza si è azionata la macchina istituzionale per
Firmato un accordo che destina 6 milioni di euro a Comune e Provincia e che dà il via al trasferimento del petrolio lucano di Tempa Rossa in Puglia. La Società Oleodotti Meridionali spa dovrà garantire contemporaneamente il trasporto del greggio delle due concessioni: Val d’Agri
La vicenda che ha portato agli onori della cronaca il ghetto La Felandina, nell’area metapontina, ci ha lasciato in eredità più di una considerazione.
Innanzi tutto, La Felandina - prima che un accampamento invisibile alle istituzioni fino allo sgombero di agosto - va rubricato alla voce
Bernalda e Metaponto, dopo la tempesta, vivono in regime di semi placidità. Sono trascorsi poco più di due mesi dallo sgombero che, il 28 agosto scorso, ha spazzato via il ghetto lucano de La Felandina. Il bilancio è di circa mille dispersi. Ma le istituzioni
Una mirror ball e qualche luce a led sono il richiamo. Non si può resistere al canto delle “sirene della notte”. Metà donne e metà schiave, vivono ai margini. Di loro non si parla perché non si deve parlare. Ma esistono. Sono le vittime nigeriane
“Agli occhi dello Stato il migrante costituisce un’anomalia intollerabile, un’anomalia nello spazio interno e in quello internazionale, una sfida alla sua sovranità”.[1]
Parlare della legislazione in tema di immigrazione mantenendo una corretta prospettiva è divenuto sempre più complicato. Accade, infatti, troppo spesso di sovrapporre considerazioni tecniche
Dallo sgombero de La Felandina la comunità della costa ionica lucana ha preso coscienza delle criticità che attanagliano i braccianti stranieri che, ogni anno, saltellano da un campo all’altro per garantire che i prodotti del Made in Italy giungano sul mercato. Bernalda, in fondo, non
Da cineasta cerco di esplorare l’identità femminile nella società attraverso il bagaglio che si porta dietro una donna migrante, una donna straniera, una donna di origine diversa da quella italiana. La donna di seconda generazione, come me. Un tema che oggi, in Italia, è ancora
Carceri Trentino. Vaccini Covid-19: più Pfizer che AstraZeneca, con numeri altalenanti
La campagna vaccinale nella casa circondariale Spini di Gardolo di Trento è partita ufficialmente lo scorso 8 marzo. «Attualmente è stata vaccinata poco meno del 60 per cento della popolazione detenuta, ma il dato è in continua fluttuazione», precisa a Terre di frontiera la Garante dei diritti dei detenuti della Provincia Autonoma di Trento, Antonia Menghini.
Foto: La nuova Casa circondariale Spini di Gardolo / Massimo Zarrucco (Ufficio stampa Provincia Autonoma Trento)
Lazio
Carceri Lazio e Umbria, alta adesione alla campagna vaccinale Covid-19
«Circa il 70 per cento delle persone detenute, calcolate sul totale dei quattordici istituti di pena del Lazio, ha già ricevuto la prima dose del vaccino Moderna. Nella casa circondariale di Terni, invece, nei prossimi giorni si concluderà il primo giro di vaccinazioni. Con dati complessivamente positivi che riguardano l’intera regione.»
Foto: Inside Carceri, Regina Coeli (2015) / Associazione Antigone
Lombardia
«Ad oggi è stato vaccinato oltre il 70 per cento del personale penitenziario e oltre il 50 per cento della popolazione detenuta. La fase vaccinale negli istituti di pena lombardi, partita la scorsa primavera, finalmente sta iniziando a dare i suoi frutti», afferma il Garante dei diritti dei detenuti della Regione Lombardia Carlo Lio in questa video-intervista. Nonostante i focolai, dunque, e nonostante le criticità emerse durante questa pandemia la Lombardia si avvia a concludere in anticipo rispetto ad altre realtà regionali la prima fase della campagna vaccinale negli istituti penitenziari.
«Se oggi i numeri delle adesioni alla campagna vaccinale nelle carceri di Milano e della Lombardia sono così alti», commenta ai nostri microfoni il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale di Milano, Francesco Maisto, «è perché si è avuta la capacità di programmare. A marzo, prima ancora delle direttive nazionali in materia, il Provveditorato regionale in accordo con il Responsabile sanitario regionale per l’emergenza Covid ha stabilito che iniziassero le vaccinazioni del personale penitenziario, della popolazione detenuta, nonché degli operatori esterni, tra cui i volontari, che svolgono stabilmente attività negli istituti di pena.» Il sistema dunque, almeno per quanto concerne l’organizzazione della campagna vaccinale nelle carceri, sembra aver retto. Segnando la distanza, in materia di pianificazione, tra quanto accade oggi in ambito vaccinale fuori e dentro gli istituti penitenziari milanesi e lombardi.
Carceri Puglia. La campagna vaccini si prospetta lunga, verso l’immunità di gregge
«Tutto dipende dalle singole Asl e dalla loro capacità organizzativa. Il dato aggregato ci dice che attualmente oscilliamo tra il 40 e il 60 per cento delle vaccinazioni della popolazione detenuta. Ma l’immunità di gregge sarà raggiunta solo quando ci si attesterà attorno all’80 per cento delle vaccinazioni effettuate. Ed è questa la ragione per cui, almeno in Puglia, la campagna vaccinale non si concluderà in tempi brevi.»
Foto: Inside Carceri / di Pietro Snider per Associazione Antigone e Next New Media
Friuli-Venezia Giulia
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Veneto
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Marche
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Campania
Carceri Campania. La campagna vaccinale Covid e gli intoppi delle Asl
La campagna vaccinale negli istituti penitenziari campani procede nonostante la capacità delle singole Asl di organizzare e distribuire le dosi su larga scala, nonché di adottare un criterio più lungimirante che punti a raggiungere, nel più breve tempo possibile, l’immunità di gregge nelle carceri. Le linee guida ministeriali parlano chiaro, ma la loro coerente applicazione rivela tutt’altro: le ipocrisie di fondo di un sistema che in alcuni casi rincorre le emergenze senza tuttavia riuscire a gestirle in maniera omogenea.
Foto: Inside Carceri, Secondigliano (2012) / di Katia Ancona per Associazione Antigone e Next New Media
Molise
Carceri Molise, le vaccinazioni Covid-19 vanno spedite nonostante la paura per AstraZeneca
La campagna vaccinale negli istituti di pena del Molise va avanti. Anzi, salvo rarissime eccezioni, la potremmo definire persino già abbondantemente avviata alla conclusione nella somministrazione delle prime dosi.
Carceri Lazio e Umbria, alta adesione alla campagna vaccinale Covid-19
«Circa il 70 per cento delle persone detenute, calcolate sul totale dei quattordici istituti di pena del Lazio, ha già ricevuto la prima dose del vaccino Moderna. Nella casa circondariale di Terni, invece, nei prossimi giorni si concluderà il primo giro di vaccinazioni. Con dati complessivamente positivi che riguardano l’intera regione.»
Foto: Inside Carceri, Regina Coeli (2015) / Associazione Antigone
Calabria
Carceri in Calabria, vaccino Covid-19 per oltre il 60% dei detenuti
«La campagna vaccinale negli istituti penitenziari calabresi è partita a macchia di leopardo. Il 26 marzo scorso è stata avviata a Catanzaro. Il giorno successivo, il 27 marzo, si è passati a Crotone e poi, da lì, via via sono continuate le vaccinazioni in tutti gli altri istituti. Oggi, più del 60 per cento dei detenuti in Calabria ha ricevuto il vaccino. E la soddisfazione, chiaramente, è enorme.»