Gli effetti disastrosi della frana avvenuta a Pomarico, in provincia di Matera, lo scorso 29 gennaio sono il ritratto di un territorio fragile, da trattare con particolare attenzione, in cui emerge e spicca prepotentemente la ciclicità del fenomeno distruttivo.
Oltre alla Scuola e alla Sanità, anche l’Energia potrebbe essere interessata dall'attribuzione di competenze alle Regioni, dopo l'accentramento dei poteri sancito dalla legge Sblocca Italia.
È in corso una vasta operazione delle forze dell’ordine sulla “ex Pista” del gran ghetto di Borgo Mezzanone, in provincia di Foggia. Circa 200 uomini tra Guardia di Finanza, Polizia, Carabinieri ed Esercito – un vero e proprio gruppo interforze – stanno svolgendo controlli, perquisizioni e, con ogni probabilità, abbattimenti e sgomberi nella baraccopoli che sorge a ridosso del Cara (Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo, ndr) di Foggia. Lo stesso Cara che, a quanto trapela dalle ultime indiscrezioni, sarebbe nel mirino degli sgomberi programmati, entro un anno, dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini. L’operazione, denominata “Law and Humanity” è appena cominciata.
Oltre le questioni energetiche che riguardano i giacimenti di idrocarburi nel Mediterraneo e in Libia, il progetto Tempa Rossa, in Basilicata e a Taranto, rischia di alimentare ulteriormente la crisi diplomatica con la Francia. Di recente la Regione Basilicata, dopo le autorizzazioni del 2011, si è opposta alla messa in produzione del Centro olio Total di Corleto Perticara, già realizzato, e alla perforazione del nuovo pozzo petrolifero “Gorgoglione 3”. Intanto il ministero dell’Ambiente sospende la Valutazione d’impatto ambientale. Incerta è, inoltre, la questione dell’autorizzazione al trattamento del greggio estratto in Basilicata nella raffineria Eni di Taranto, e il suo trasporto mediante l’oleodotto Eni che collega Viggiano alla Città dei due mari.
L'accoglienza è un valore che prescinde da schemi, etichette burocratiche o status. Così gli Under 15 della Juventina Circello hanno ricordato Fatty Ndjai.
Dallo sciopero per il clima del 15 marzo alla manifestazione di Roma del 23 marzo per l'uscita dal fossile. Associazioni e comitati insieme per il Pianeta.
Carceri Trentino. Vaccini Covid-19: più Pfizer che AstraZeneca, con numeri altalenanti
La campagna vaccinale nella casa circondariale Spini di Gardolo di Trento è partita ufficialmente lo scorso 8 marzo. «Attualmente è stata vaccinata poco meno del 60 per cento della popolazione detenuta, ma il dato è in continua fluttuazione», precisa a Terre di frontiera la Garante dei diritti dei detenuti della Provincia Autonoma di Trento, Antonia Menghini.
Foto: La nuova Casa circondariale Spini di Gardolo / Massimo Zarrucco (Ufficio stampa Provincia Autonoma Trento)
Lazio
Carceri Lazio e Umbria, alta adesione alla campagna vaccinale Covid-19
«Circa il 70 per cento delle persone detenute, calcolate sul totale dei quattordici istituti di pena del Lazio, ha già ricevuto la prima dose del vaccino Moderna. Nella casa circondariale di Terni, invece, nei prossimi giorni si concluderà il primo giro di vaccinazioni. Con dati complessivamente positivi che riguardano l’intera regione.»
Foto: Inside Carceri, Regina Coeli (2015) / Associazione Antigone
Lombardia
«Ad oggi è stato vaccinato oltre il 70 per cento del personale penitenziario e oltre il 50 per cento della popolazione detenuta. La fase vaccinale negli istituti di pena lombardi, partita la scorsa primavera, finalmente sta iniziando a dare i suoi frutti», afferma il Garante dei diritti dei detenuti della Regione Lombardia Carlo Lio in questa video-intervista. Nonostante i focolai, dunque, e nonostante le criticità emerse durante questa pandemia la Lombardia si avvia a concludere in anticipo rispetto ad altre realtà regionali la prima fase della campagna vaccinale negli istituti penitenziari.
«Se oggi i numeri delle adesioni alla campagna vaccinale nelle carceri di Milano e della Lombardia sono così alti», commenta ai nostri microfoni il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale di Milano, Francesco Maisto, «è perché si è avuta la capacità di programmare. A marzo, prima ancora delle direttive nazionali in materia, il Provveditorato regionale in accordo con il Responsabile sanitario regionale per l’emergenza Covid ha stabilito che iniziassero le vaccinazioni del personale penitenziario, della popolazione detenuta, nonché degli operatori esterni, tra cui i volontari, che svolgono stabilmente attività negli istituti di pena.» Il sistema dunque, almeno per quanto concerne l’organizzazione della campagna vaccinale nelle carceri, sembra aver retto. Segnando la distanza, in materia di pianificazione, tra quanto accade oggi in ambito vaccinale fuori e dentro gli istituti penitenziari milanesi e lombardi.
Carceri Puglia. La campagna vaccini si prospetta lunga, verso l’immunità di gregge
«Tutto dipende dalle singole Asl e dalla loro capacità organizzativa. Il dato aggregato ci dice che attualmente oscilliamo tra il 40 e il 60 per cento delle vaccinazioni della popolazione detenuta. Ma l’immunità di gregge sarà raggiunta solo quando ci si attesterà attorno all’80 per cento delle vaccinazioni effettuate. Ed è questa la ragione per cui, almeno in Puglia, la campagna vaccinale non si concluderà in tempi brevi.»
Foto: Inside Carceri / di Pietro Snider per Associazione Antigone e Next New Media
Friuli-Venezia Giulia
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Veneto
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Marche
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Campania
Carceri Campania. La campagna vaccinale Covid e gli intoppi delle Asl
La campagna vaccinale negli istituti penitenziari campani procede nonostante la capacità delle singole Asl di organizzare e distribuire le dosi su larga scala, nonché di adottare un criterio più lungimirante che punti a raggiungere, nel più breve tempo possibile, l’immunità di gregge nelle carceri. Le linee guida ministeriali parlano chiaro, ma la loro coerente applicazione rivela tutt’altro: le ipocrisie di fondo di un sistema che in alcuni casi rincorre le emergenze senza tuttavia riuscire a gestirle in maniera omogenea.
Foto: Inside Carceri, Secondigliano (2012) / di Katia Ancona per Associazione Antigone e Next New Media
Molise
Carceri Molise, le vaccinazioni Covid-19 vanno spedite nonostante la paura per AstraZeneca
La campagna vaccinale negli istituti di pena del Molise va avanti. Anzi, salvo rarissime eccezioni, la potremmo definire persino già abbondantemente avviata alla conclusione nella somministrazione delle prime dosi.
Carceri Lazio e Umbria, alta adesione alla campagna vaccinale Covid-19
«Circa il 70 per cento delle persone detenute, calcolate sul totale dei quattordici istituti di pena del Lazio, ha già ricevuto la prima dose del vaccino Moderna. Nella casa circondariale di Terni, invece, nei prossimi giorni si concluderà il primo giro di vaccinazioni. Con dati complessivamente positivi che riguardano l’intera regione.»
Foto: Inside Carceri, Regina Coeli (2015) / Associazione Antigone
Calabria
Carceri in Calabria, vaccino Covid-19 per oltre il 60% dei detenuti
«La campagna vaccinale negli istituti penitenziari calabresi è partita a macchia di leopardo. Il 26 marzo scorso è stata avviata a Catanzaro. Il giorno successivo, il 27 marzo, si è passati a Crotone e poi, da lì, via via sono continuate le vaccinazioni in tutti gli altri istituti. Oggi, più del 60 per cento dei detenuti in Calabria ha ricevuto il vaccino. E la soddisfazione, chiaramente, è enorme.»