La vicenda che ha portato agli onori della cronaca il ghetto La Felandina, nell’area metapontina, ci ha lasciato in eredità più di una considerazione.
Innanzi tutto, La Felandina - prima che un accampamento invisibile alle istituzioni fino allo sgombero di agosto - va rubricato alla voce
Bernalda e Metaponto, dopo la tempesta, vivono in regime di semi placidità. Sono trascorsi poco più di due mesi dallo sgombero che, il 28 agosto scorso, ha spazzato via il ghetto lucano de La Felandina. Il bilancio è di circa mille dispersi. Ma le istituzioni
Una mirror ball e qualche luce a led sono il richiamo. Non si può resistere al canto delle “sirene della notte”. Metà donne e metà schiave, vivono ai margini. Di loro non si parla perché non si deve parlare. Ma esistono. Sono le vittime nigeriane
“Agli occhi dello Stato il migrante costituisce un’anomalia intollerabile, un’anomalia nello spazio interno e in quello internazionale, una sfida alla sua sovranità”.[1]
Parlare della legislazione in tema di immigrazione mantenendo una corretta prospettiva è divenuto sempre più complicato. Accade, infatti, troppo spesso di sovrapporre considerazioni tecniche
Dallo sgombero de La Felandina la comunità della costa ionica lucana ha preso coscienza delle criticità che attanagliano i braccianti stranieri che, ogni anno, saltellano da un campo all’altro per garantire che i prodotti del Made in Italy giungano sul mercato. Bernalda, in fondo, non
Da cineasta cerco di esplorare l’identità femminile nella società attraverso il bagaglio che si porta dietro una donna migrante, una donna straniera, una donna di origine diversa da quella italiana. La donna di seconda generazione, come me. Un tema che oggi, in Italia, è ancora
Il 28 agosto scorso, giorno dello sgombero annunciato nel campo de la Felandina – a Bernalda, il mio paese di origine – è stato devastante. Fin dalle prime luci dell’alba abbiamo assistito, inermi, allo smantellamento di quel che centinaia di migranti hanno considerato “una casa”
La Felandina – Metaponto, comune di Bernalda – è un luogo che racconta il dramma di un Sud sfruttato. Sotto tutti i punti di vista. L’area industriale nella quale insistono gli scheletri del progresso industriale che non c’è mai stato fino al 28 agosto scorso
Il dramma de La Felandina ha ravvivato ancora il dibattito sulla centralità della giustizia e della dignità dei lavoratori. Sulla necessità di superare i ghetti per percorrere insieme la via della legalità. Ma ha anche mostrato, inesorabilmente, tutte le storture del sistema istituzionale che non
I nuovi fenomeni migratori hanno riportato nel cuore della contemporaneità alcune forme di sfruttamento della persona che si pensava derubricate agli annali della storia. Il caporalato è tra queste. E genera “uomini-fantasmi”, sgraditi eppure necessari all’economia.
C’è un patto non scritto tra le istituzioni e
In piena estate, in un contesto come narcotizzato nella coscienza critica, lo sgombero della baraccopoli La Felandina ha smosso le coscienze di chi era già sensibile alle vicende umane dei lavoratori migranti. Ma la maggior parte della cittadinanza è rimasta e resta ferma a guardare,
Scaduta il 26 ottobre scorso, la questione che riguarda la concessione di coltivazione idrocarburi Val d’Agri potrebbe approdare ai ministeri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente. L’Ufficio minerario nazionale (Unmig) secondo alcuni osservatori - sarebbe in procinto di applicare una proroga tecnica per la concessione Eni
Il 21 ottobre scorso, presso l’Auditorium Santa Chiara di Foggia, i Medici per i Diritti Umani (Medu) hanno presentato il nuovo rapporto 2019 sulle condizioni di grave sfruttamento dei braccianti che vivono e lavorano nelle campagne della Capitanata. Lì dove il caporalato, nonostante la piena
L'Imu sulle trivelle in mare, inserita nella bozza di decreto Fiscale presentato dal Governo varrebbe 6 milioni di euro l'anno, di cui 4,3 andrebbero allo Stato. Secondo l'Anci, invece, la tassa sulle piattaforme off-shore varrebbe almeno 300 milioni di euro.
Le trivelle in mare presenti entro
Che cos’è un Parco? Prima di raccontare cosa sia successo nei trent’anni di storia del Parco nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese bisogna fare un passo indietro e cercare di comprendere cosa sia davvero un parco nazionale nella sostanza. Spesso le premesse sono importanti. Nel
Il Memorandum of Understanding firmato a marzo di quest’anno dall’ex esecutivo giallo-verde con la Cina, in occasione della visita del presidente Xi Jinping in Italia, rischia di spianare la strada agli investimenti cinesi, con 7 miliardi di euro e 29 accordi di settore, tra i
Questa è la storia di un parco nazionale, oggi commissariato, nato in ritardo e già morto tra le pastoie burocratiche di uno Stato latente, una classe politica corrotta e gli interessi economici delle compagnie petrolifere. È una storia che proveremo a raccontare, in più fasi,
Carceri Trentino. Vaccini Covid-19: più Pfizer che AstraZeneca, con numeri altalenanti
La campagna vaccinale nella casa circondariale Spini di Gardolo di Trento è partita ufficialmente lo scorso 8 marzo. «Attualmente è stata vaccinata poco meno del 60 per cento della popolazione detenuta, ma il dato è in continua fluttuazione», precisa a Terre di frontiera la Garante dei diritti dei detenuti della Provincia Autonoma di Trento, Antonia Menghini.
Foto: La nuova Casa circondariale Spini di Gardolo / Massimo Zarrucco (Ufficio stampa Provincia Autonoma Trento)
Lazio
Carceri Lazio e Umbria, alta adesione alla campagna vaccinale Covid-19
«Circa il 70 per cento delle persone detenute, calcolate sul totale dei quattordici istituti di pena del Lazio, ha già ricevuto la prima dose del vaccino Moderna. Nella casa circondariale di Terni, invece, nei prossimi giorni si concluderà il primo giro di vaccinazioni. Con dati complessivamente positivi che riguardano l’intera regione.»
Foto: Inside Carceri, Regina Coeli (2015) / Associazione Antigone
Lombardia
«Ad oggi è stato vaccinato oltre il 70 per cento del personale penitenziario e oltre il 50 per cento della popolazione detenuta. La fase vaccinale negli istituti di pena lombardi, partita la scorsa primavera, finalmente sta iniziando a dare i suoi frutti», afferma il Garante dei diritti dei detenuti della Regione Lombardia Carlo Lio in questa video-intervista. Nonostante i focolai, dunque, e nonostante le criticità emerse durante questa pandemia la Lombardia si avvia a concludere in anticipo rispetto ad altre realtà regionali la prima fase della campagna vaccinale negli istituti penitenziari.
«Se oggi i numeri delle adesioni alla campagna vaccinale nelle carceri di Milano e della Lombardia sono così alti», commenta ai nostri microfoni il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale di Milano, Francesco Maisto, «è perché si è avuta la capacità di programmare. A marzo, prima ancora delle direttive nazionali in materia, il Provveditorato regionale in accordo con il Responsabile sanitario regionale per l’emergenza Covid ha stabilito che iniziassero le vaccinazioni del personale penitenziario, della popolazione detenuta, nonché degli operatori esterni, tra cui i volontari, che svolgono stabilmente attività negli istituti di pena.» Il sistema dunque, almeno per quanto concerne l’organizzazione della campagna vaccinale nelle carceri, sembra aver retto. Segnando la distanza, in materia di pianificazione, tra quanto accade oggi in ambito vaccinale fuori e dentro gli istituti penitenziari milanesi e lombardi.
Carceri Puglia. La campagna vaccini si prospetta lunga, verso l’immunità di gregge
«Tutto dipende dalle singole Asl e dalla loro capacità organizzativa. Il dato aggregato ci dice che attualmente oscilliamo tra il 40 e il 60 per cento delle vaccinazioni della popolazione detenuta. Ma l’immunità di gregge sarà raggiunta solo quando ci si attesterà attorno all’80 per cento delle vaccinazioni effettuate. Ed è questa la ragione per cui, almeno in Puglia, la campagna vaccinale non si concluderà in tempi brevi.»
Foto: Inside Carceri / di Pietro Snider per Associazione Antigone e Next New Media
Friuli-Venezia Giulia
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Veneto
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Marche
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Campania
Carceri Campania. La campagna vaccinale Covid e gli intoppi delle Asl
La campagna vaccinale negli istituti penitenziari campani procede nonostante la capacità delle singole Asl di organizzare e distribuire le dosi su larga scala, nonché di adottare un criterio più lungimirante che punti a raggiungere, nel più breve tempo possibile, l’immunità di gregge nelle carceri. Le linee guida ministeriali parlano chiaro, ma la loro coerente applicazione rivela tutt’altro: le ipocrisie di fondo di un sistema che in alcuni casi rincorre le emergenze senza tuttavia riuscire a gestirle in maniera omogenea.
Foto: Inside Carceri, Secondigliano (2012) / di Katia Ancona per Associazione Antigone e Next New Media
Molise
Carceri Molise, le vaccinazioni Covid-19 vanno spedite nonostante la paura per AstraZeneca
La campagna vaccinale negli istituti di pena del Molise va avanti. Anzi, salvo rarissime eccezioni, la potremmo definire persino già abbondantemente avviata alla conclusione nella somministrazione delle prime dosi.
Carceri Lazio e Umbria, alta adesione alla campagna vaccinale Covid-19
«Circa il 70 per cento delle persone detenute, calcolate sul totale dei quattordici istituti di pena del Lazio, ha già ricevuto la prima dose del vaccino Moderna. Nella casa circondariale di Terni, invece, nei prossimi giorni si concluderà il primo giro di vaccinazioni. Con dati complessivamente positivi che riguardano l’intera regione.»
Foto: Inside Carceri, Regina Coeli (2015) / Associazione Antigone
Calabria
Carceri in Calabria, vaccino Covid-19 per oltre il 60% dei detenuti
«La campagna vaccinale negli istituti penitenziari calabresi è partita a macchia di leopardo. Il 26 marzo scorso è stata avviata a Catanzaro. Il giorno successivo, il 27 marzo, si è passati a Crotone e poi, da lì, via via sono continuate le vaccinazioni in tutti gli altri istituti. Oggi, più del 60 per cento dei detenuti in Calabria ha ricevuto il vaccino. E la soddisfazione, chiaramente, è enorme.»