Oggi più che mai servirebbe capire il senso delle parole «tutela» e «valorizzazione» del territorio. Parole costituzionalmente rilevanti a cui la Corte Costituzionale ha rivolto più volte lo sguardo, pronunciandosi ripetutamente, così come avvenuto con una recente sentenza del 21 dicembre 2020 - la numero
Associazioni e comitati chiedono al Governo confronto su rinnovabili, perché «le politiche ampiamente deregolamentate poste in essere in questi anni hanno determinato un forte impatto negativo sul territorio nazionale».
Le associazioni Altura, Amici della Terra, Assotuscania, Comitato Nazionale del Paesaggio, Comitato per la bellezza, Enpa, Italia
Essere una Saharawi ha un duplice significato: culturale e politico. Il primo risiede nell’appartenenza culturale e nazionale, vale a dire l’appartenenza alla comunità che parla Hassaniyya e ha un’identità definita dalle sue radici afro-arabe. Il secondo significato, quello politico, configura il popolo Saharawi come punto
«Essere un Saharawi significa essere un combattente. Per questo non mi arrenderò fino al raggiungimento del sogno che non hanno potuto realizzare i miei nonni: la libertà. Lotterò per dare un futuro dignitoso alla prossima generazione che ha il diritto di essere parte di un
Il diario di un cooperante sull’ultimo viaggio nel Sahara Occidentale e sul popolo Saharawi, l’ultimo popolo africano a non aver ancora raggiunto l’indipendenza, costretto ad abbandonare attività fondamentali della vita quotidiana per rivendicare diritti non riconosciuti.
«Volo AH2024 ultima chiamata per i passeggeri del volo Algeri-Roma».
La giornalista Antonella Napoli, direttrice di Focus On Africa, parla della ripresa del conflitto nel Sahara Occidentale come di un esito annunciato. «Sono trascorsi 30 anni di stasi totale dagli accordi del 1991. Questa guerra, dalle conseguenze devastanti, è figlia dell’ignavia della comunità internazionale e
Cosa accadrebbe se il popolo Saharawi rinunciasse alla propria battaglia? Cosa rappresenterebbe la mancata celebrazione del processo democratico di cui pure la comunità internazionale si era fatta garante nell’ormai lontano 1991? Sarebbe una grave smentita di uno dei principi fondativi del sistema internazionale emerso dalla
Per l'Ilva di Taranto è ancora credibile proporre il cambiamento green da sempre promesso? Il rischio è lo spreco di soldi europei senza una logica ed una prospettiva di sostenibilità economica.
L’attuale situazione dell’Ilva di Taranto è talmente confusa che non si sa neppure come
Nella Giornata mondiale per i diritti umani, giovedì 10 dicembre 2020, alle ore 17:00, Focus On Africa e Terre di frontiera promuovono un webinar tematico con addetti ai lavori e giornalisti.
Associazioni e sindaci alla Regione: «Subito l'individuazione delle aree non idonee ad ospitare impianti eolici».
È sotto gli occhi di tutti lo sfregio eolico in Basilicata - e fotovoltaico - perpetrato su vastissima scala, grazie a quindici anni di disinteresse e complicità della politica. Tuttavia è
Il destino tradito della Campania Felix
Questo lavoro nasce dall’esigenza di indagare alcuni luoghi del mio territorio che, seppur geograficamente distanti e apparentemente sconnessi tra loro, sono legati da un filo rosso fatto di prepotenza e sopruso.
Nel cuore di Terra di Lavoro, così definita per la
Esattamente 40 lunghissimi anni fa, il 23 novembre 1980, alle ore 19:34, per un minuto e mezzo, un terremoto di magnitudo 6.9 ha sconvolto l’Irpinia e la Basilicata: 2.914 morti, 8.848 feriti, 280.000 sfollati.
Oggi - accanto al ricordo doloroso ed eterno dei nostri nonni
Cinque webinar tematici sul terremoto dell’Irpinia dal 19 al 22 novembre.
Dal 19 al 22 novembre 2020 la Provincia di Avellino, con la collaborazione scientifica dell’associazione culturale Ossopensante, promuove la rassegna «Trema ancora», inserita nel programma “Terremoto dell’Irpinia, 40 anni dopo”, organizzato in collaborazione con il
Gli usi civici rappresentano una materia molto dibattuta, solo in alcuni casi volutamente trascurata, con notevoli ricadute sulla società civile per le inevitabili ripercussioni sulla pianificazione comunale, provinciale, regionale, nonché nei trasferimenti dei terreni gravati da diritti d'uso civico e nel loro incauto utilizzo anche
«Gela si trova in Italia?» È la domanda, solo in apparenza paradossale, che da tempo pongono gli operai dell’ex raffineria siciliana di proprietà dell’Eni. All’interno dei 700 ettari dello stabilimento petrolchimico voluto da Enrico Mattei in persona, per anni hanno lavorato a stretto contatto con
Nonostante regni il silenzio sulla questione dell'ex Ilva, in realtà sono ore frenetiche per il governo Conte per cercare di trovare una quadra nel segno della continuità produttiva. Mentre a Taranto si cerca di edulcorare l'ennesima amara pillola con i progetti del Cantiere Taranto la
«Inizia l’ultimo giorno. Il 9 ottobre è una stupenda giornata di sole. Di questa stagione la montagna è splendida, rifulge di caldi colori autunnali. La gente di Casso va e viene ancora dal Toc, portando via dalle case e dagli stavoli più cose possibili. Ma
È il 7 agosto del 2019. Un incendio divampato nelle prime ore della mattinata nella baraccopoli de La Felandina - nel metapontino, in Basilicata - uccide Eris Petty Stone, una bracciante agricola vittima della tratta. Oggi, a un anno di distanza, le associazioni TerreJoniche, Comitato
Carceri Trentino. Vaccini Covid-19: più Pfizer che AstraZeneca, con numeri altalenanti
La campagna vaccinale nella casa circondariale Spini di Gardolo di Trento è partita ufficialmente lo scorso 8 marzo. «Attualmente è stata vaccinata poco meno del 60 per cento della popolazione detenuta, ma il dato è in continua fluttuazione», precisa a Terre di frontiera la Garante dei diritti dei detenuti della Provincia Autonoma di Trento, Antonia Menghini.
Foto: La nuova Casa circondariale Spini di Gardolo / Massimo Zarrucco (Ufficio stampa Provincia Autonoma Trento)
Lazio
Carceri Lazio e Umbria, alta adesione alla campagna vaccinale Covid-19
«Circa il 70 per cento delle persone detenute, calcolate sul totale dei quattordici istituti di pena del Lazio, ha già ricevuto la prima dose del vaccino Moderna. Nella casa circondariale di Terni, invece, nei prossimi giorni si concluderà il primo giro di vaccinazioni. Con dati complessivamente positivi che riguardano l’intera regione.»
Foto: Inside Carceri, Regina Coeli (2015) / Associazione Antigone
Lombardia
«Ad oggi è stato vaccinato oltre il 70 per cento del personale penitenziario e oltre il 50 per cento della popolazione detenuta. La fase vaccinale negli istituti di pena lombardi, partita la scorsa primavera, finalmente sta iniziando a dare i suoi frutti», afferma il Garante dei diritti dei detenuti della Regione Lombardia Carlo Lio in questa video-intervista. Nonostante i focolai, dunque, e nonostante le criticità emerse durante questa pandemia la Lombardia si avvia a concludere in anticipo rispetto ad altre realtà regionali la prima fase della campagna vaccinale negli istituti penitenziari.
«Se oggi i numeri delle adesioni alla campagna vaccinale nelle carceri di Milano e della Lombardia sono così alti», commenta ai nostri microfoni il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale di Milano, Francesco Maisto, «è perché si è avuta la capacità di programmare. A marzo, prima ancora delle direttive nazionali in materia, il Provveditorato regionale in accordo con il Responsabile sanitario regionale per l’emergenza Covid ha stabilito che iniziassero le vaccinazioni del personale penitenziario, della popolazione detenuta, nonché degli operatori esterni, tra cui i volontari, che svolgono stabilmente attività negli istituti di pena.» Il sistema dunque, almeno per quanto concerne l’organizzazione della campagna vaccinale nelle carceri, sembra aver retto. Segnando la distanza, in materia di pianificazione, tra quanto accade oggi in ambito vaccinale fuori e dentro gli istituti penitenziari milanesi e lombardi.
Carceri Puglia. La campagna vaccini si prospetta lunga, verso l’immunità di gregge
«Tutto dipende dalle singole Asl e dalla loro capacità organizzativa. Il dato aggregato ci dice che attualmente oscilliamo tra il 40 e il 60 per cento delle vaccinazioni della popolazione detenuta. Ma l’immunità di gregge sarà raggiunta solo quando ci si attesterà attorno all’80 per cento delle vaccinazioni effettuate. Ed è questa la ragione per cui, almeno in Puglia, la campagna vaccinale non si concluderà in tempi brevi.»
Foto: Inside Carceri / di Pietro Snider per Associazione Antigone e Next New Media
Friuli-Venezia Giulia
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Veneto
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Marche
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Campania
Carceri Campania. La campagna vaccinale Covid e gli intoppi delle Asl
La campagna vaccinale negli istituti penitenziari campani procede nonostante la capacità delle singole Asl di organizzare e distribuire le dosi su larga scala, nonché di adottare un criterio più lungimirante che punti a raggiungere, nel più breve tempo possibile, l’immunità di gregge nelle carceri. Le linee guida ministeriali parlano chiaro, ma la loro coerente applicazione rivela tutt’altro: le ipocrisie di fondo di un sistema che in alcuni casi rincorre le emergenze senza tuttavia riuscire a gestirle in maniera omogenea.
Foto: Inside Carceri, Secondigliano (2012) / di Katia Ancona per Associazione Antigone e Next New Media
Molise
Carceri Molise, le vaccinazioni Covid-19 vanno spedite nonostante la paura per AstraZeneca
La campagna vaccinale negli istituti di pena del Molise va avanti. Anzi, salvo rarissime eccezioni, la potremmo definire persino già abbondantemente avviata alla conclusione nella somministrazione delle prime dosi.
Carceri Lazio e Umbria, alta adesione alla campagna vaccinale Covid-19
«Circa il 70 per cento delle persone detenute, calcolate sul totale dei quattordici istituti di pena del Lazio, ha già ricevuto la prima dose del vaccino Moderna. Nella casa circondariale di Terni, invece, nei prossimi giorni si concluderà il primo giro di vaccinazioni. Con dati complessivamente positivi che riguardano l’intera regione.»
Foto: Inside Carceri, Regina Coeli (2015) / Associazione Antigone
Calabria
Carceri in Calabria, vaccino Covid-19 per oltre il 60% dei detenuti
«La campagna vaccinale negli istituti penitenziari calabresi è partita a macchia di leopardo. Il 26 marzo scorso è stata avviata a Catanzaro. Il giorno successivo, il 27 marzo, si è passati a Crotone e poi, da lì, via via sono continuate le vaccinazioni in tutti gli altri istituti. Oggi, più del 60 per cento dei detenuti in Calabria ha ricevuto il vaccino. E la soddisfazione, chiaramente, è enorme.»