Periodico indipendente su Ambiente, Sud e Mediterraneo / Fondato il 23 dicembre 2015
 

È boom di adesioni alla manifestazione No hub del gas di Sulmona

#Sulmona21Aprile. Partito il conto alla rovescia verso la manifestazione No hub del gas in programma a Sulmona il prossimo 21 aprile. Ad oggi sono 240 – tra movimenti, associazioni, comuni, aree protette, operatori economici, sindacati e partiti – le realtà che manifestando esprimeranno la propria contrarietà alla centrale di compressione e al gasdotto Rete Adriatica della Snam.

È un vero e proprio boom di adesioni alla manifestazione No hub del gas No Snam, convocata per sabato 21 aprile a Sulmona (a partire alle ore 15, in viale Togliatti) per opporsi ad un futuro basato sull’energia fossile e per valorizzare il patrimonio ambientale e culturale del nostro paese.
All’appello del Coordinamento No Hub del Gas ha risposto in maniera massiccia non solo la comunità abruzzese. Infatti hanno aderito tantissime realtà di fuori regione, dalla Puglia alla Lombardia, dalle Marche al Lazio, dalla Campania alla Toscana, dall’Umbria al Molise, oltre che organizzazioni di livello nazionale.
Comuni grandi e piccoli, a partire da quelli dell’Aquila e Sulmona, da Foligno a Lanciano. Praticamente tutte le organizzazioni sindacali, una miriade di operatori economici e associazioni.
Insomma, è possibile continuare ad imporre queste grandi opere inutili e dannose contro i cittadini e non per loro?
I funzionari della presidenza del Consiglio dei ministri e dei ministeri coinvolti perché si ostinano a portare avanti il progetto di Snam?
Non fa impressione che in tre crateri sismici, tra mille sofferenze, la risposta dello Stato centrale sia l’assurdo di far realizzare un grande cantiere, pagato dalle bollette dei cittadini, ad esclusivo vantaggio di un privato che passerebbe indifferente tra le mille sofferenze del territorio? Con aggravio di rischi, visto l’enorme rischio sismico di quei luoghi e della valle Peligna?
I cittadini stanno dimostrando, con i fatti, che il futuro non può essere “sequestrato” per decenni dalle fonti fossili in palese contrasto con gli Accordi di Parigi, istradando il Paese verso il passato e non verso tecnologie già esistenti per efficienza, risparmio e produzione realmente sostenibili. È già il presente, non solo il futuro.
È notizia di questi giorni che il Portogallo, in tutto il mese di marzo, ha prodotto da rinnovabili più energia elettrica di quella consumata dall’intero Paese. In Giappone hanno appena annunciato che, nel settore trasporti, sono state installate più centraline di ricarica per le auto elettriche che distributori di idrocarburi.
A Sulmona si parlerà di questo: di due visioni differenti per il Paese e della tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale messo a rischio dal progetto di trasformare l’Italia – un Paese fragile e vulnerabile per i rischi ambientali – in una piattaforma logistica con pozzi, stoccaggi, centrali e gasdotti, per portare gas in Nord Europa. Uno sguardo che mira alla tutela del presente e alla costruzione di un futuro sostenibile contro uno che guarda al passato.

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