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No Tap, nel ricordo di Angelica Greco

“Con gli occhi gonfi di lacrime e il cuore pieno di tristezza ma con lo spirito da combattente che hai saputo infonderci, ti abbiamo dato l’ultimo saluto Angelica, convinti che la tua forza sarà uno stimolo in più per vincere questa battaglia.”

È questo l’incipit di una toccante lettera dedicata alla memoria di Angelica Greco, attivista di Melendugno prematuramente scomparsa a causa di un incidente stradale. Il suo volto è stato in prima linea nel corteo che si è svolto due giorni fa, il 13 agosto, e che ha visto la partecipazione di più di 2 mila persone a gridare ancora una volta ‘no’ alla realizzazione di Tap, “un’opera imposta, inutile e dannosa.

Secondo gli attivisti, Tap inizia a vacillare “perché un intero popolo si sta svegliando dal torpore di quei mesi passati ad attendere chissà cosa; perché le loro multe, anziché intimidirci, non hanno fatto altro che amplificare la nostra resistenza; perché le difficoltà su un progetto che fa acqua iniziano ad assumere dimensioni macroscopiche.” Poi, sempre rivolgendosi ad Angelica, una delle tante anime del presidio, i No Tap ripercorrono gli ultimi eventi: “Ti saresti fatta una risata insieme a noi, di quelle tue risate fragorose e coinvolgenti, come quando andavamo a stanare i poliziotti in borghese infiltrati nel corteo, irrispettosi di quello che stava accadendo, così come domenica non hanno avuto rispetto per la tua morte; ti saresti incazzata insieme a noi nel vedere che solo alcuni sindaci hanno risposto concretamente alla nostra chiamata mentre altri, come ormai siamo abituati a constatare ogni volta, pronunciano solo parole di facciata.

Noi non siamo soli, non lo siamo mai stati”. Si legge ancora nella lettera. “Nelle buie notti al presidio sarai al nostro fianco. Il potere ha paura e la repressione che sta mettendo in atto diventa sempre più violenta: posti di blocco, controlli a tappeto, un intero paese militarizzato in difesa di una multinazionale e contro un popolo. Sarà sempre più dura, continuerà ad innalzarsi il livello dello scontro ma noi non abbiamo paura: sapremo rispondere colpo su colpo, sapremo andare avanti, sapremo vincere questa battaglia.
Nella missiva No Tap una critica è rivolta anche al questore e al prefetto di Lecce. “Ormai l’onda di San Foca è inarrestabile, perché le loro difficoltà stanno aumentando, perché le parole di un questore o di un prefetto non possono né potranno privarci della nostra libertà.
E proprio per chiedere al presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio e al ministro degli Interni la destituzione o il trasferimento del questore, Leopoldo Laricchia, è in corso una raccolta firme.

Il testo integrale dell’appello.
Noi sottoscritti esponenti, premesso che: 1) il territorio salentino, in particolare quello ricadente nel comune di Melendugno, località San Foca, è interessato dalla costruzione di un gasdotto e relativi impianti ad opera di una società privata straniera Tap;
2) detta opera è contraria ad ogni principio di utilità pubblica ed in violazione dei diritti della salute e del territorio costituzionalmente tutelati e garantiti;
3) la decisione di realizzare l’opera è parimenti illegittima ed ingiusta poiché imposta alla popolazione del territorio che democraticamente ha espresso la sua contrarietà;
4) dal marzo scorso in poi, in più occasioni, la popolazione è stata oggetto di immotivate violente cariche della polizia nonostante manifestasse pacificamente, così come si nota da numerosi filmati riportati anche dagli organi di stampa;
5) per le medesime manifestazioni assolutamente pacifiche e non violente, la popolazione è stata investita da multe di svariate migliaia di euro elevate sempre dalla polizia della questura di Lecce. Ciò in maniera discriminatoria rispetto ad altre manifestazioni ed in base alla discussa legge Scelba, di dubbia costituzionalità;
6) nell’ultima settimana, lo stesso questore di Lecce, dott. Leopoldo Laricchia, si è pubblicamente ed ufficialmente pronunciato nei confronti della popolazione e degli amministratori locali per far accettare l’opera citata ritenuta da egli giusta e necessaria, come riportato da numerosi organi di stampa;
7) non vi è alcun dubbio che l’intero operato e comportamento del questore sia contrario ad ogni principio e regola democratica e costituzionale, contrario alle regole di rispetto istituzionale e disciplinare.
Tanto premesso, chiediamo un vostro intervento affinché venga ristabilito l’ordine democratico e costituzionale mediante la destituzione o trasferimento del questore di Lecce, Leopoldo Laricchia, la verifica di eventuali suoi illeciti commessi, con l’apertura dei relativi procedimenti penali e disciplinari. Si chiede, altresì, la revoca di ogni onorificenza precedentemente concessagli.

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Autore:

Responsabile del Comitato Legamjonici di Taranto. Nel 2010 consulente di parte nell’inchiesta “Ambiente svenduto” sull’Ilva.