Inviata a Istituzione locali e ministero dell’Ambiente formale istanza di annullamento della delibera n.733 del 17 luglio 2017, con cui la Regione Basilicata ha autorizzato la riapertura del Centro olio di Viggiano.
In sostanza si chiede che la Regione Basilicata, in sede di autotutela e a fronte di numerose violazioni di legge riscontrate, annulli le autorizzazioni concesse per la riapertura del Centro olio di Viggiano (Cova) e deliberi, subito, la sospensione a tempo indeterminato di tutte le attività.
Gli scriventi hanno analizzato numerosi aspetti della delibera che giustificano il suo immediato annullamento, tutte relative alle indagini sul terreno di fondazione dei serbatoi, in quanto ritenute non rispondenti alle richieste di Arpab e CTR e non conformi alla normativa nazionale sulle costruzioni in zona sismica;
alla mancanza del progetto esecutivo dei basamenti di fondazione dei serbatoi, depositato presso l’Ufficio sismico della Regione a seguito degli interventi strutturali eseguiti sui serbatoi;
alla mancata verifica sismica delle strutture di fondazione;
all’inidoneità del documento di Ispra che, a seguito delle dichiarazioni di Eni di presenza dei bacini di contenimento dei serbatoi di stoccaggio, non ha verificato in loco l’effettiva continuità del bacino anche sotto i fondi dei serbatoi;
alla mancata accettazione da parte di Eni della prescrizione di Arpab di effettuare il controllo delle condizioni dell’oleodotto entro novembre 2017;
alla riapertura del Cova autorizzata senza che il Piano di Sicurezza fosse prima aggiornato e integrato con le procedure che prevedono le misure da adottare in caso di sversamento incontrollato di petrolio dagli impianti e/o dai serbatoi di stoccaggio; all’inadeguatezza del Piano di Manutenzione dell’Eni quando è rientrata in esercizio.
Per ognuno di questi aspetti sono state indicate tutte le criticità tecniche e legali riscontrate e che appaiono tali da imporre l’immediato annullamento, in via di autotutela, della delibera di riapertura del Cova. In effetti, il severissimo controllo a cui dovrebbe essere soggetto un centro industriale assoggettato alla direttiva Seveso III – in quanto “industria a rischio incidente rilevante”, e il fatto che la perdita di idrocarburi è stata classificata come “incidente rilevante” – sono tali da imporre la chiusura immediata di tutte le attività del Centro olio di Viggiano.
Ampiamente violato è anche il Principio di Precauzione atteso che, per legge, si intende “incidente rilevante” un’emissione, un incendio o una perdita di liquidi e/o sostanze dovuto a sviluppi incontrollati che si verificano durante l’attività di uno stabilimento industriale. Incidente che dà così luogo ad un grave pericolo – immediato o differito – ma comunque grave per la salute umana o per l’ambiente e sia se l’incidente si verifichi all’interno come anche all’esterno dello stabilimento.
La nota formale è stata inviata alla Regione Basilicata, alla Provincia di Potenza, all’Arpab, ai Comuni di Viggiano, Grumento e Montemurro, al ministero dell’Ambiente e alla Procura della Repubblica di Potenza, al fine di verificare le eventuali violazioni della legge compiute.
Inoltre, è intenzione degli autori della richiesta di annullamento della delibera – che autorizza la riapertura del Cova – avere, a breve, un incontro con il ministero dell’Ambiente e con tutte le autorità competenti per esporre nel dettaglio le richieste e le criticità del caso.
È per questo motivo, come più volte richiesto, che la Regione Basilicata deve subito annullare, in via di autotutela, la delibera che autorizza la riapertura del Centro Olio di Viggiano e deve emettere una nuova delibera che dispone immediatamente la sua chiusura in quanto industria soggetta alla Seveso III e che ha causato la perdita di una quantità enorme di liquidi, poi classificato come “incidente rilevante”.
Le Istituzioni hanno il dovere di garantire il rispetto della legge e assicurare la sicurezza dei cittadini e la salubrità dell’ambiente.