Periodico indipendente su Ambiente, Sud e Mediterraneo / Fondato il 23 dicembre 2015
 

Ilva, l’appello delle associazioni al sindaco di Taranto

Dopo lo scontro tra il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, e il sindaco Rinaldo Melucci che – insieme al governatore pugliese Michele Emiliano – ha annunciato di non ritirare il ricorso al Tar contro il recente decreto del presidente del Consiglio dei ministri sul Piano ambientale dell’Ilva di Taranto varato dal governo, numerose associazioni fanno pressing e rivolgono un appello al primo cittadino.

Il messaggio del sodalizio di associazioni è molto chiaro. Non lascia spazio ad equivoci e pone come unico obiettivo da perseguire la salute dei cittadini. È critico nei confronti della possibilità di continuare a produrre acciaio attraverso la decarbonizzazione dell’Ilva di Taranto, teoria portata avanti dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Secondo il governatore pugliese alimentando l’Ilva con il gas si ridurrebbe drasticamente l’inquinamento. Ma, a nostro avviso, di fatto così non è. L’uso del metano come combustibile produrrebbe, comunque, un inquinante pericoloso per la salute: il monossido di carbonio. Non solo. Occorre procedere quanto prima alla bonifica del territorio e del suolo occupato dallo stabilimento che, dunque, deve essere dismesso.
Senza la bonifica – cioè l’insieme di interventi necessari a ripristinare condizioni ambientali compatibili con la salute della popolazione – non si può parlare di risanamento ambientale perché l’inquinamento pregresso continuerebbe a provocare malattie e decessi.

L’appello delle associazioni a Rinaldo Melucci appare come un invito a non cedere ai ricatti del governo e a considerare per la città alternative economiche e occupazionali che tengano conto delle sue vocazioni turistiche e culturali.
“Come sindaco di Taranto – esordiscono i cittadini – lei ha voluto intraprendere una strada di assoluta discontinuità rispetto alle precedenti gestioni del governo della città. Una decisione difficile, riteniamo, ma anche coraggiosa e sostenuta, per le argomentazioni che ha voluto presentare a corredo, da articoli della Costituzione italiana facili da rintracciare.
Il presupposto del mantenimento di una salubrità ambientale tale da garantire l’integrità fisica e la vita degli individui è solo la base dell’azione intrapresa dal Comune di Taranto verso il dpcm impugnato. È come avere una moneta da lanciare in aria per un sorteggio: su una faccia è stampato il diritto soggettivo alla salute, sull’altra leggiamo il diritto collettivo all’ambiente salubre. Il risultato, al fermarsi della moneta, sarà sempre un diritto inviolabile.
Bene ha fatto, quindi, come primo cittadino, a farsi carico delle richieste dell’intera comunità tarantina, anche oltre gli stretti confini comunali, in considerazione del fatto che i picchi di mortalità e morbilità a causa dell’inquinamento industriale verranno raggiunti nei prossimi anni. In più, fa male come uno sfregio l’estensione dell’immunità penale anche ai prossimi gestori privati dell’Ilva di Taranto.
Lei ha nominato le origini spartane di questo territorio, ricordando a tutti quanto impossibile fosse, in quei tempi, fare anche solo un passo indietro, una volta assunta una posizione. È stato irriso, per questa sua dichiarazione, da chi pensava di poter ancora disporre senza ostacoli della vita e del futuro dei tarantini. In realtà, costui ha mostrato tutta la paura che invade l’arrogante sicumera del pugile che crede di vincere a mani basse e che invece prende un pugno inaspettato in pieno viso. Così, il pugile colpito ha cominciato a menare pugni senza forza e senza mira che hanno mosso l’aria e null’altro.”
“Faremo scappare il compratore!”; “Se il Sindaco vuole la chiusura, lo dica!”; “Se il Sindaco non ritira il ricorso, il tavolo per Taranto salta!”.
Abituato alle figurine del recente passato che ritraggono un sindaco sorridente mentre inaugura una fontanella, gentilmente offerta dalla famiglia Riva, all’interno del Cimitero monumentale di Taranto (offeso in maniera insopportabile dalla stessa produzione così “magnanima”), il ministro Calenda ha accusato il colpo.
“Se chiude l’Ilva, dovremo comprare l’acciaio dalla Germania”, ha dichiarato, infine, il ministro. Bene, così avremo la certezza che pagheremo l’acciaio in euro e non più in morti, malattie, disoccupazione, inquinamento che impedisce agricoltura, allevamento, pesca, mitilicoltura, sviluppo naturale del territorio, turismo mancato, giovani tarantini che partono per non tornare più, popolazione più vecchia e malata con qualità e aspettative di vita calpestate e ridotte a poltiglia da classificare agli ultimi posti della nazione.
Del prodotto interno lordo ricavato dall’acciaio, richiamato ad ogni pie’ sospinto dal Governo, al netto di tutte le tare sopra menzionate (e altre non menzionate, tipo la spesa sanitaria, per esempio), cosa resta, in realtà? Ben poca cosa, immaginiamo; se dovessimo spingerci a fare due conti, diremmo che qualcosa, alla fine, si perde.
Quindi, sì, chiudiamo questa produzione infernale; andiamo a comprare in Germania (o in qualsiasi altro posto del mondo) l’acciaio. Da Taranto pagheremo la nostra parte con arte, cultura, sole, mare, gastronomia, imprenditoria locale, artigianato, start-up, turismo.
La invitiamo, quindi, Sindaco di Taranto, a non fare neppure un passo indietro ed assumere (per la difesa del territorio, della dignità e della salute dei cittadini, per il rispetto che si deve alla parte dell’Italia da lei amministrata) una posizione ancora più spinta: nessuna ipotesi di decarbonizzazione per tenere in piedi la produzione, solo chiusura e bonifica (quale minimo risarcimento per Taranto e per i suoi morti) delle fonti inquinanti come unica strada perseguibile, senza se e senza ma.
Avrà, così facendo, una buona percentuale del popolo tarantino al suo fianco, già convinta di uno sviluppo compatibile con il territorio. Ogni scelta che ci farà intravvedere da parte sua ripensamenti non ci vedrà di certo tra i suoi sostenitori.
Per Taranto e per tutti i suoi figli: Genitori tarantini, Vittime industria Taranto, Eu.Ta.Ca. Taranto, Aps Progentes Taranto, Hermes Academy Taranto, Strambopoli presidio Arcigay Taranto, Taranto Respira, Comitato Articolo 32 Statte, Associazione culturale Astra Taranto, Made in Taranto, Asd Masseria del Carmine, Peacelink, Comitato Verità per Taranto, WWF Taranto, Taranto Lider, Taranto Ricerca Futuro, ReMedia malattie e disabilità ambientali, Contramianto e altri rischi onlus, Aps Utòpia Grottaglie, Libere Officine Artigiane, Comitato di Quartiere Tamburi.

Iscriviti alla nostra newsletter!

Autore:

Responsabile del Comitato Legamjonici di Taranto. Nel 2010 consulente di parte nell’inchiesta “Ambiente svenduto” sull’Ilva.