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No Tap: «il Governo non può sostenere di non sapere, né di non potere»

Associazioni e cittadini scrivono al presidente del Consiglio dei ministri e ai ministeri competenti affermando, con forza e determinazione, che «la decisione sul gasdotto Tap è un atto politico sugli effetti climalteranti di lungo periodo per l’Italia, che ricadranno sulle presenti e future generazioni, in controtendenza o meno con gli impegni dell’Accordo di Parigi sul clima del 2015 e in difformità o meno con le politiche suggerite dal Rapporto speciale Onu dell’Ipcc di ottobre 2018.»

Un cartello di associazioni ha inviato, in data odierna (24 ottobre 2018, ndr) un appello urgente alla presidenza del Consiglio dei ministri e ai ministri dell’Ambiente e per il Sud, invocando il rispetto del diritto umano al clima, nel quadro dei rispetto della Costituzione e del diritto europeo e in funzione degli impegni dell’Accordo di Parigi sul clima, ai fini delle determinazioni sulla prosecuzione o meno del progetto denominato Tap e sui conseguenti effetti climalteranti.
Associazioni e cittadini, nella missiva – che Terre di frontiera è in grado di farvi leggere integralmente – confermano quanto già richiesto alle autorità competenti, in merito alla vicenda Tap, nelle ultime settimane, «dal primo soccorso istruttorio del 12 settembre 2018 alle istanze del 15 ottobre 2018, entrambi indirizzati al presidente del Consiglio, alle istanze da ciascuno di noi inviate al ministero dell’ambiente nelle date del 16, 21 e 23 ottobre, a integrazione dell’incontro informale (al quale cittadini e realtà associative non sono mai stati invitati), svoltosi presso il ministero dell’ambiente con il sindaco del Comune di Melendugno, il giorno 18 ottobre.»
Inoltre, viene ribadita «la indefettibilità del dovere del governo e dello Stato italiano di risolvere la questione della prosecuzione o meno dell’opera denominata Tap, nella constatazione dei seguenti elementi di fatto e di diritto e nel rispetto rigoroso e non derogabile del diritto umano al clima e del diritto umano alla completa informazione sulle emissioni climalteranti.»
In sostanza, «la decisione sul gasdotto Tap è un atto politico sugli effetti climalteranti di lungo periodo per l’Italia, che ricadranno sulle presenti e future generazioni, in controtendenza o meno con gli impegni dell’Accordo di Parigi sul clima del 2015, e in difformità o meno con le politiche suggerite dal Rapporto speciale Onu dell’Ipcc di ottobre 2018.»

(*) Hanno sottoscritto l’appello: Michele Carducci, Elena Papadia, Raffaele Cesari, insieme ad Associazione Terra Mia, Movimento No Tap, Associazione Salento Km0, Movimento No Tap della Provincia di Brindisi, Associazione Bianca Guidetti Serra, Comitato No Tap-Salento, Movimento Mamme No Tap, Sos Costa Salento, Associazione Biblioteca di Sarajevo, Associazione Comitato S.S. 275, Associazione Mujmuné-a sud di nessun nord, Associazione FareAmbiente, Laboratorio Galatina Noha, Associazione di volontariato Dalla parte dei più Deboli, Associazione Spazi Popolari, Associazione Nuova Messapia, Associazione Officine Cittadine, Associazione Salento in Campo e cittadini.

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Autore:

Responsabile del Comitato Legamjonici di Taranto. Nel 2010 consulente di parte nell’inchiesta “Ambiente svenduto” sull’Ilva.