IL VIAGGIO
NEGLI STATI UNITI
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Sa cos'è il protocollo di Kyoto?
DONNA
No, non ne
so nulla.
RAGAZZO
Kyoto? Ne
ho sentito parlare, ma non ne sono sicuro.
DONNA 2
Veramente
non lo so.
MILENA GABANELLI IN
STUDIO
Era l'America di tre mesi fa. Buonasera. La puntata di oggi
riguarda il riscaldamento del pianeta e l'allarme lanciato da 1600 esperti
di tutto il mondo. Per questo 4 anni fa e' nato il trattato di Kyoto che
mira ad obbligare gli stati industrializzati a ridurre le emissioni
inquinanti. Ma per far si che il protocollo entri in vigore occorre che
sia firmato dalla maggioranza dei paesi che inquinano di più. Gli Stati
Uniti, al contrario dell'Europa, non hanno firmato. Questo argomento e'
stato sulla prima pagina di tutti i quotidiani europei per 10 giorni. Una
posizione, quella degli stati Uniti, criticabile, per questo La decisione
sull'opportunità di mandare in onda questa puntata, girata prima dell'11
Settembre, è sofferta perché oggi, purtroppo gli eventi hanno cambiato le
priorità e Il terrorismo riguarda l'oggi, quindi la condanna da parte
nostra è totale, come la nostra solidarietà verso il popolo americano e
l'impegno dell'alleanza. Quello che e' successo negli Stati Uniti, abbiamo
visto, ha ricadute sul mondo intero, e Il senso di questa inchiesta, e'
proprio quello di capire come ciò che accade oltreoceano influenzi la vita
di tutti. Allora raccogliamo l'invito del presidente Bush a ritornare alla
vita normale, che deve procedere, con tutti i suoi guai. Uno di questi
guai è l'effetto dei nostri comportamenti sulla sorte del pianeta: senza
interventi radicali sulle emissioni di gas serra, dicono i 1600
scienziati, sarà un disastro per tutti.
Ma su questo tasto la politica
americana e' stata fino a questo momento, indifferente. E allora,
l'inchiesta di Sabrina Giannini, che si chiuderà a casa nostra, e' partita
proprio da li', dagli Stati Uniti.
TURISTI VENUTI DA CHICAGO
A VISITARE WASHINGTON D.C. (davanti alla Casa Bianca)
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Sapete cos'è il Trattato di Kyoto?
DONNA
No, cos'è?
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
E' un trattato sull'ambiente, per ridurre il
riscaldamento del pianeta…
DONNA
Ah, ma non ci
interessa…
UOMO
Noi amiamo
l'inquinamento…
DONNA
Sì, noi
amiamo l'inquinamento…
UOMO
Noi veniamo
da Chicago
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Beh, ma è pericoloso per tutti noi…
DONNA
Ma non è
vero! Lei non sa che la maggior parte dell'inquinamento viene dalla
"pupu'" delle mucche?
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Come scusi?
DONNA
Si', gli
escrementi della vacche che vanno in aria e inquinano.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Le opinioni sul clima sembrano unire democratici e
repubblicani.
La cosa non deve sorprendere. Infatti due anni fa, in
piena amministrazione Clinton, tutti i senatori del congresso votarono
"no" all'unanimità alla ratifica del protocollo di Kyoto. A capeggiarli
c'era un democratico. L'Europa allora non se ne accorse.
DONNA
Ma non è
vero! Sono tutte bugie… Non c'è nessun buco lassù, è propaganda dei
francesi
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
G.W. Bush ha agito coerentemente, senza ipocrisie.
In fondo chi non sa che i grandi finanziatori della sua campagna
elettorale sono stati le compagnie del petrolio, contrarie al trattato sul
clima?
Sa quali aziende hanno finanziato la campagna elettorale di
Bush?
UOMO 1
No, non lo
so
UOMO 2
Non lo
so
DONNA
Veramente non
lo so
In effetti gli statunitensi
che io ho intervistato sull'argomento finanziatori ne sapevano ben poco.
Perfino quelli che venivano dal Texas, stato natale dell'attuale
presidente e stato dove si trovano i suoi principali
finanziatori.
TEXAS
Austin, capitale del
Texas
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Arrivo quando si sta preparando una manifestazione contro
la più potente compagnia del petrolio americana (la Exxonmobil).
Principale proprietaria dell'oleodotto ormai vecchio di mezzo secolo che
porta il petrolio da El Paso alle raffinerie di Houston, passando
attraverso i quartieri dove vivono 17.000 persone, soprattutto immigrate.
L'oleodotto trasporterà presto anche il gasolio che tornerà a El Paso
e si teme che con la maggiore pressione i tubi vecchi possano
scoppiare.
La manifestazione è davanti al distributore della Exxon.
Pochi i manifestanti, molti i cartelli contro il presidente.
Io ho un
appuntamento nella sede della Texans for Public Justice* per conoscere la
storia di G.W. Bush, da uomo d'affari texano a presidente di tutti gli
americani.
· La Texans for Public Justice è una organizzazione non
governativa che si occupa di fare studi e analisi socio-politiche sul
Texas. Per suo statuto non percepisce danaro pubblico e viene
sovvenzionata esclusivamente con i fondi dei cittadini privati.
·
ANDREW WHEAT - Texans for
Public Justice Austin
George W. Bush è la seconda generazione di
una famiglia che, prima di buttarsi in politica, ha fatto fortuna
nell'industria petrolifera. Per la verità, l'attuale presidente non era un
bravo uomo d'affari. Negli anni 80, in un momento di crisi nel settore,
perse una notevole somma di denaro di altre persone. In quel periodo era
coinvolto in fallimenti a catena.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Il nome di una dinastia che dal petrolio è passata
alla politica. E così fece anche George W. Bush, diventando governatore
del Texas.
ANDREW WHEAT - Texans for
Public Justice
Il Texas è il selvaggio West per quanto riguarda i
finanziamenti per le campagne elettorali. Contrariamente agli altri stati,
qui non ci sono limiti, sia per i donatori privati che per le aziende: e
nessuno ha mai raccolto tanto quanto George W. Bush. Nelle sue corse da
governatore, nel 94 e 98, ha raccolto 41 milioni di dollari.
In questa
lista abbiamo inserito i primi donatori, e può vedere che compaiono le
principali compagnie del petrolio e della chimica.
Per esempio la Enron
Corporation, una delle compagnie petrolifere più grandi al mondo, è stata
il principale sostenitore di Bush candidato governatore, donando ben 312
mila dollari.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Sostenitori che hanno aiutato Bush junior anche quando
doveva correre per la presidenza.
ANDREW WHEAT - Texans for
Public Justice
E da presidente è stato molto buono con i suoi
sponsor.
G. W. Bush ha messo a capo dell'agenzia per la protezione per
l'ambiente Christine Whitman, ex governatore del New Jersey. Nella
dichiarazione dei redditi della Whitman compare mezzo milione di dollari
in azioni della Exxonmobil, una delle compagnie del petrolio texane più
inquinanti.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
E' la stessa Crhristine Whitman, l'equivalente del
nostro ministro dell'Ambiente, alla quale a più riprese avevo chiesto
un'intervista per parlare dell'alternativa statunitense al Protocollo di
Kyoto e del piano energetico di Bush.
Non avrei certo perso
l'occasione per chiederle se davvero possiede (ancora) le azioni della
compagnie petrolifere della Exxon, della Union Carbide, della BP Amoco,
della Hunt Oil e quelle del colosso della chimica Dupont.
ANDREW WHEAT - Texans for
Public Justice
Anziché dire che l'industria petrolifera e del gas
influenzano l'amministrazione Bush, sarebbe più corretto dire che sono la
stessa cosa. Non solo abbiamo un presidente ex-petroliere, un
vicepresidente che è petroliere…
Ma il segretario del tesoro era il
presidente della principale società che produce alluminio.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Capo dell'amministrazione ufficiale del commercio c'è
l'ex economista della Exxonmobil, il segretario delle forze armate
lavorava per la Enron, il consigliere per la sicurezza nazionale era un
membro del consiglio direttivo della Chevron. E così via. Nei 10 posti
chiave della sua amministrazione, G. W. Bush ha collocato persone
collegate alle industrie più inquinanti degli Stati Uniti.
MILENA GABANELLI IN
STUDIO
Sul conflitto di interessi noi dovremmo solo tacere.
Comunque ridurre le emissioni comporta oneri pesanti, per tutti i paesi
industrializzati, ma da qualche parte bisognerà pur cominciare.
L'amministrazione Bush e' appena cominciata ed e' presto per fare i conti.
Oggi le priorità sono drammaticamente altre, ma il clima non ne terra'
conto, ed e' un fatto che il Governo americano rappresenta in qualche modo
le maggiori compagnie chimiche e petrolifere, responsabili della
percentuale più alta di emissioni di gas serra del pianeta. Una buona
parte concentrate in Texas, a lungo governato dalla dinastia Bush.
ANDREW WHEAT - TEXAS
FOR PUBLIC JUSTICE
E come si può vedere in questo lavoro
comparativo che abbiamo fatto con altri 4 stati molto industrializzati
dell'unione…
· il Texas è primo nell'emissione di sostanze
tossiche
· primo in incenerimento rifiuti
· primo nell'inquinamento
pro capite
· primo per il consumo di energia
· primo nella
produzione di gas che aumentano il buco dell'ozono.
· primo nella
produzione di monossido di carbonio
HOUSTON: capitale mondiale
delle compagnie petrolifere e petrolchimiche.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
L'area industriale che circonda la città è la più
vasta del mondo.
E non fa discriminazioni di razza. Tamara Maschino
vive in un'area residenziale che si trova a poche centinaia dagli impianti
chimici dell'area di Bayport.
TAMARA MASCHINO - Clean Air Clear
Lake Org. Seabrook, Houston
Ho deciso di capire da sola quello che
mi fanno respirare. Quando sento uno strano odore metto fuori questo
bidone e poi l'aria viene aspirata. Ogni analisi mi costa 500 dollari. Chi
si fida più…
VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTRICE
Tamara
Maschino vive in un'area residenziale che si trova a poche centinaia di
metri degli impianti chimici della' area di Clear Lake.
TAMARA MASCHINO -
Clean Air Clear Lake Org. Seabrook, Houston
Guardi lì, L' American
Acrylic sta costruendo un nuovo impianto chimico a meno di un chilometro
da casa mia. E produrrà emissioni pari a 9mila auto.
E nel mio paese
siamo in 10milapersone… E' incredibile.
Per miglia e miglia lei vedrà
una distesa di industrie chimiche senza fine, anche 600, una dopo l'altra.
E poi vedrà le navi, i treni, i tubi che portano i liquidi fino al porto.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Decidiamo di fare l'intervista davanti alla raffineria
della Exxonmobil.
Tamara prevede che se ci avviciniamo troppo allo
stabilimento possano crearci qualche problema…
Infatti pochi minuti
dopo arriva un sorvegliante della Exxonmobil.
Tamara Maschino:
stanno arrivando… ecco i cowboys
Sorvegliante: Attente,
siete vicine alla strada… Cosa state facendo?
Tamara Maschino: delle
riprese…
Sorvegliante: chi è
lei?
Tamara Maschino: Sono
una residente della zona
Sorvegliante: E
lei?
Autrice: Sono una
giornalista italiana
Sorvegliante: Ah…
siete insieme?
Autrice e Tamara Maschino
: Sì.
Autrice: E lei chi
è?
Sorvegliante: sono
delle sorveglianza della Exxon. Abbiamo visto che qualcuno stava filmando…
Tamara Maschino:
Allora, è forse un problema?
Sorvegliante: non lo
so…
Tamara Maschino:
questa è una strada pubblica… noi possiamo stare qui… e da quel che mi
risulta qui siamo in America…
DIALOGO CON SIGNORA
TEXANA, REPUBBLICANA
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Sa cos'è il riscaldamento del pianeta
SIGNORA
TEXANA
Ride e mette la mano davanti all'obiettivo.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Va bene, allora mi dica almeno se sa qual è la nazione
al mondo che produce più gas serra e anidride carbonica…
SIGNORA TEXANA
Veramente non lo so, quale Paese è?
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Il suo.
SIGNORA TEXANA
Il
mio. Beh, siamo anche quelli che produciamo di più per avere una vita più
confortevole. Bisogna fare una scelta no? E' il prezzo che dobbiamo
pagare.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Il prezzo che deve pagare il pianeta intero visto che
il 25 per cento della produzione di gas serra e anidride carbonica
proviene dagli stabilimenti statunitensi.
E gli statunitensi sono il 5
per cento della popolazione.
Ma quel 5 per cento consuma come nessun
altro.
Aziona al massimo l'aria condizionata e il riscaldamento,
acquista sempre più i caravan, le auto che consumano di più. Consuma cibo
in modo patologico, infatti è la popolazione più obesa della terra.
Ho
cercato inutilmente un caffè in una tazzina di ceramica ma dopo 10 giorni
ho perso ogni speranza. E la ragione è semplice: questo 5 per cento della
popolazione umana usa e getta la plastica, come fosse un rito quotidiano
di riconoscenza al proprio benessere.
La plastica è ovunque, e insieme
a lei ogni forma di accessorio. Inutile, ma non per chi produce la
plastica, che deriva dal petrolio. Plastica che arriva soprattutto dal
Texas.
DONNA (di fronte al
Campidoglio)
Dare da mangiare alla gente è più importante che
preoccuparsi dell'ambiente.
MILENA GABANELLI IN
STUDIO
E' tragicamente vero! Ma solo fino a quando avremo aria da
respirare! Comunque il piano energetico di Bush e' coerente : meno si
dipende dal petrolio dei paesi arabi e meglio e'. Allora già prima dell'11
settembre si comincia a trivellare l'area protetta dell'Alaska,
considerata come la foresta amazzonica un bene del pianeta. Va pero' dato
atto al Governo americano di agire alla luce del sole e senza troppe
ipocrisie. E la lobby che rappresenta l'industria petrolifera e la grande
industria , va a tutte le Conferenze sul clima, parla con i politici e ha
raggiunto il suo obiettivo, quello di tirare fuori gli Stati Uniti dal
protocollo di Kyoto.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Dunque avete vinto?
FRANK MAISANO - Global
Climate Coalition Washington
Abbiamo vinto, no guardi l'industria
americana prende in seria considerazione il problema del riscaldamento del
pianeta ma noi pensiamo che i tempi imposti dal trattato di Kyoto per
diminuire le emissioni siano troppo a breve termine questo avrebbe un
impatto devastante per la nostra economia e non porterebbe beneficio a
nessuno. Noi crediamo si debba investire nelle nuove tecnologie e nel
contempo avviare nuove ricerche sul tema dell'effetto serra visto che non
c'è ancora accordo tra gli scienziati.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Ne è certo?
FRANK MAISANO - Global
Climate Coalition Washington
Si'
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Lo stesso giorno sfoglio il Washington Times dove
compare la dichiarazione del Presidente che finanziera' nuovi studi cui
finanziamenti climatici. Annunciare nuovi studi significa non intervenire
subito e soprattutto non credere che gli studi già esistenti siano
sufficienti per agire.
TASSISTA
Il
riscaldamento globale? Sinceramente non ci credo.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Vuol dire che non ha paura?
TASSISTA
No,
non ho paura e le dico subito perché. Perché vedo che ci sono troppi
scienziati che non ci credono.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Ci sono alcuni scienziati che contestano che sia
l'attività umana a determinare il riscaldamento del pianeta, il più noto
fra gli scettici è il dottore Fred Singer.
KIRSTY HAMILTON -
Greenpeace USA Washington
Lui stesso si definisce esperto in
inquinamento delle auto, di piogge acide, di buco nell'ozono, del
riscaldamento del pianeta, di compagnie del petrolio, infatti la questione
è lui non è un esperto, qualcosa nel quale forse è esperto è creare
confusione sulle tematiche ambientali
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Il dottor Singer è un professore in pensione che ha
diversi riconoscimenti pubblici ma che non fa ricerca da anni, eppure
viene spesso citato, anche dalla stampa italiana, come uno tra i più
ascoltati esperti americani del settore, come testualmente si legge
nell'articolo scritto dall'inviato del Corriere della Sera. Ma ascoltato
da chi? A ben guardare l'opinione dello scettico Singer sono ospitate
soprattutto dal quotidiano conservatore Washington Times, i suoi
interventi appaiono con perfetto tempismo subito dopo qualche
dichiarazione sul clima che potrebbe suscitare paura nella popolazione.
Lui è sempre pronto a mettere in dubbio che il pericolo esista.
TASSISTA
Quando si
comincia a fare le leggi basate su teorie scientifiche non provate si
finisce per danneggiare terribilmente l'economia.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Quale giornale legge?
TASSISTA
Li leggo
tutti, il Washington Times, il Washington Post.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTORE
Entro in possesso del libro scritto dal giornalista
Gelbspan. A pagina Entro in possesso del libro scritto dal giornalista
Ross Gelbspan. A pagine 43 parla dello scettico Fred Singer di cui scrive:
"Singer non nega di avere ricevuto fondi dalle compagnie del petrolio
Exxon, Shell, Arco, Unlocal e Sunoil.
Ma Fred Singer replica che le
sue posizioni sono oneste perché lui è sempre stato scettico, anche prima
di ricevere quei soldi.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Ha più spazio sui mass media Fred Singer, che
sicuramente è in buona fede, che non tutti insieme i 1600 studiosi di
varie discipline e Paesi che da molti anni fanno parte del gruppo di
lavoro sul clima voluto dalle Nazioni Unite (Intergovernamental Panel on
Climate Change, IPCC).
Ho cercato allora uno dei 1600 esperti che
lavora nel silenzio (contribuendo sia all'IPCC che alla National Academis
of the Sciences) è il professor Vittorio Canuto, fisico italiano, docente
alla Columbia University di New York, esperto del Goddard Institue Space
Studies (GISS), la sezione della Nasa che si occupa anche di studi sul
clima. Da me intervistato in qualità di esperto di oceani, attori
fondamentali nel fenomeno del clima.
VITTORIO CANUTO - Nasa
Goddard Institute for Space Studies - NY
Negi ultimi mesi la curva
si è impennata. Non è mai accaduto, checche' ne dica Fred singer, che ci
fosse un'impennata cosi' negli ultimi 20.000 anni.
Guardi i ghiacciai
del 1850 come si stanno ritirando...
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Lo scioglimento dei ghiacciai montani potrebbe
provocare un aumento del livello del mare di 30-50 cm. E addio a Venezia.
Ma sarebbero catastrofiche le conseguenze dello scioglimento dei ghiacciai
dell'Antartide, che provocherebbero l'innalzamento del livello del mare di
6 metri.
Gli eventi climatici sono sempre piu' estremi, sempre piu'
siccita' e precipitazioni e sempre piu' uragani, non solo sulla ricca
Florida ma in quei paesi in via di sviluppo per i quali troppa acqua o
poca acqua causano la carestia.
VITTORIO CANUTO - Nasa
Goddard Institute for Space Studies - NY
Gli oceani si stanno
scaldando…
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
E proprio degli oceani si occupa il professor
Canuto.
Si occupa di elaborare sistemi matematici con i quali fare
delle previsioni. Il suo oggetto di studio è l'oceano.
In base al suo
modello fa delle previsioni sul clima ipotizzando, per esempio, che
impatto avrebbe sul comportamento degli oceani un aumento della
temperatura. Mi mostra due localita' alla stessa latitudine, una è Londra
e l'altra è una steppa ghiacciata. Londra è piu' calda grazie alla
corrente del golfo che trasporta in Europa una massa di calore che rende
temperato il clima.
VITTORIO CANUTO - Nasa
Goddard Institute for Space Studies - NY
Se questo ciclo di
trasporto del 30% di energia solare dovesse collassare, per qualche
ragione sparire durante un effetto serra, arriveremmo quasi, anzi non
quasi, all'assurdo che un effetto serra causa un "ice age".
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
E puo' succedere?
VITTORIO CANUTO - Nasa
Goddard Institute for Space Studies - NY
Puo' succedere.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
La domanda è: quanta anidride carbonica dovremo ancora
buttare nell'atmosfera prima che cio' accada?
VITTORIO CANUTO - Nasa
Goddard Institute for Space Studies - NY
Se si raddoppia la CO2,
l'anidride carbonica, tutti i calcoli ci dimostrano che avremo un forte
infarto ma poi si potrebbe riprendere. Se arrivassimo a caricare
l'atmosfera con quattro volte allora si sprofonderebbe e morirebbe
integralmente.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Ma le generazioni piu' giovani potrebbero assistere a
questo fenomeno?
VITTORIO CANUTO - Nasa
Goddard Institute for Space Studies - NY
Certo, caricare
l'atmosfera quattro volte tanto non è che ci voglia tanto. Se continuiamo
a sputare 24 - 25 miliardi di tonnellate di anidride carbonica all'anno
nell'atmosfera, come stiamo facendo, e la popolazione aumenta e tutti si
vogliono industrializzare, come hanno diritto di fare, e se non scopriamo
altre fonti energetiche e continua a bruciare carbone, dove va sto
carbone?
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Secondo lei gli obiettivi di riduzione delle
emissioni previste del protocollo di kyoto potrebbero ridurre la
temperatura di origine antropica (ovvero quella generata dalle emissioni
di CO2 e gas serra prodotte dalle attivita' umane)?
VITTORIO CANUTO - Nasa
Goddard Institute for Space Studies - NY
No. Gli obiettivi proposti
dal Trattato di Kyoto fanno il solletico… Si dovrebbero tagliare le
emissioni del 60 per cento. Ma se è difficile tagliare il 5,2 per cento
figuriamoci il 60!
MILENA GABANELLI IN
STUDIO
Basterebbe ricordarsi dei cinesi che arriveranno tra breve,
come e' giusto, ad avere la luce in casa e l'automobile fuori, sono 1
miliardo e mezzo. Il trattato di Kyoto e' una toppa, ma un punto di
partenza, anche se dopo 7 incontri internazionali e un po' di miliardi
spesi dalle Nazioni Unite, e' tutto da rifare. I paesi che inquinano non
si mettono d'accordo e hanno paura di rimetterci. L'Europa ha aderito
impegnadosi a ridurre le emissioni dell'8%. Gli Stati Uniti avrebbero
dovuto entro 10 anni ridurre le loro del 7%, ma solo a patto che nel
trattato fosse inserita la possibilita' di acquistare quote di aria pulita
dai paesi sottosviluppati. Nessuno ha accettato e loro hanno preferito
togliersi dai giochi. Uno puo' dire pazienza, il fatto e' che le loro
scelte hanno sempre influenzato quelle degli altri. Tant' e' vero che a
fine Luglio, agli incontri sul clima di Bonn mancava il numero legale per
tenere in vita il trattato. E mentre tutto il mondo era a Genova, a Bonn
si mercanteggiava con il Canada e il Giappone, in cambio di una firma.
ALTERO MATTIOLI -
Ministro dell'Ambiente
Noi abbiamo la necessita' di far stare della
partita il Giappone, il Canada, l'Australia, perché se non raggiungiamo
quel 55% che ci consente di ratificare il protocollo di Kyoto.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Allora per far si' che Canada e Giappone firmino il
trattato si è disposti a lasciare molte scappatoie, e il trattato diventa
un colabrodo. Intanto i Paesi che producono il petrolio temono un futuro
nero e allora remano contro gli accordi e le riduzioni di emissioni e con
loro gli emissari delle lobby dei petrolieri, del carbone, della
petrolchimica. C'è chi vede negli incontri di Bonn, l'occasione di
sviluppo per i propri affari ma c'è anche un mondo degli affari che
suggerisce le proposte, come le pentole a energia solare. Mentre si
discute di clima, si cerca di vendere qualcosa, anche organizzando
costosissimi buffet, nel quale si tuffano tutti, amici e nemici (e
ovviamente anch'io). E indovina un po' con chi condivido la cena? Con il
portavoce della principale industria nucleare giapponese
MASAHIRO ECHIZEN - Tokio
Electric Power
Sono qui per fare in modo che nel protocollo venga
incluso il nucleare, visto che resta uno dei pochi sistemi di produzione
energetica che non emette anidride carbonica.
WOLK-J. SCHMIDT-KUSTER -
European Atomic Forum
Alcuni rappresentanti del vostro governo
intendono rispolverare il nucleare, cosi' hai l'energia e salvi
l'ambiente.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Diciamo che l'ambiente lo distrugge, visto che nessuno
è ancora riuscito a trovare una soluzione alle scorie e rifiuti, pero' il
nucleare non emette gas a effetto serra. Di sicuro, per l'industria
nucleare, il protocollo di Kyoto è una opportunità unica. Alla fine degli
incontri, concedendo a Canada e Giappone una scappatoia qui e una la' il
trattato è salvo. E per tutti è stata introdotta la possibilità di
commerciare le "quote d'aria". Per esempio: una nazione che supera il
tetto d'inquinamento fissato, può acquistare le quote d'aria da un paese
che inquina meno, lo stesso vale per le aziende: quelle che inquinano di
più possono comprare quote da aziende che inquinano meno. Un meccanismo
che lascerà tutto come era.
MILENA GABANELLI IN
STUDIO
Le quote d'aria, semplificando funzionano cosi: l'Australia
per esempio, che deve ridurre le sue emissioni del 6%, può non farlo,
acquistando il 6% dall'Angola, che invece ha aria pulita da vendere.
Un'azienda chimica che non raggiunge il tetto di emissioni inquinanti, per
esempio il 10, può vendere la sua quota d'aria pulita. A Bonn si è aperta
la strada per un mercato miliardario quella di vendere e acquistare aria.
Era la clausola chiesta dagli Stati Uniti. Fra una settimana a Marrakesh
ci sarà l'ennesima ra tifica del trattato di Kyoto. E' probabile che
questa volta gli Stati Uniti ci saranno. E adesso passiamo
all'Italia.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Lei sa che l'Italia negli ultimi due anni ha superato
il livello di emissioni?
ALTERO MATTEOLI - Ministro
dell'Ambiente
Sì credo proprio di saperlo… (e se ne va).
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Era un semplice domanda, ministro: lo so che non è sua
la responsabilità, ma volevo soltanto sapere come farà l'Italia a ridurre
del 6,5 per cento le sue emissioni di anidride carbonica visto che ogni
anno aumentano.
CORRADO CLINI - Dir.
Protezione Internaz. Ambiente del Ministero dell'Ambiente
Oggi
esistono tecnologie disponibili sul mercato, purtroppo non sono tecnologie
italiane che consentono di raddoppiare l'efficienza attuale delle centrali
che utilizzano carbone e di diminuire drasticamente le emissioni.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Noi non le stiamo usando?
CORRADO CLINI - Dir.
Protezione Internaz. Ambiente del Ministero dell'Ambiente
Noi non
le stiamo usando. Sono state prescritte anche per alcune aeree del paese
ma non sono state fatte.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Perché scusi? Questa è una resistenza dell'ENEL? Che
cos'è che non va?
CORRADO CLINI - Dir.
Protezione Internaz. Ambiente del Ministero dell'Ambiente
Questa è
una storia che…
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Questa è una storia in cui l'Italia sta sprecando
inutilmente combustibili fossili che inquinano. Perché?
Avrei voluto
chiederlo al presidente dell'ENEL, Chicco Testa, anche perché è un uomo
con una sensibilità ambientalista, come dimostrano queste foto del 1984
che lo ritraggono durante una manifestazione (di Legambiente) contro le
centrali a carbone, dell'ENEL.
Dopo ripetuti e inutili tentativi di
ottenere l'intervista con il presidente non ho le risposte a troppi
perché. Anzi, ho una curiosità in più: come mai Chicco testa era contrario
al carbone?
VADO LIGURE
Dove
si trova una centrale a carbone dell'Enel.
Un abitante di Vado Ligure
che vive in prossimità della centrale di Vado Ligure dichiara (con una
certa ritrosia)
Che problemi dà? E' che mollano dei gas
allucinanti.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Questo rumore che sento è incessante?
ABITANTE
Giorno e
notte.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
E l'odore?
ABITANTE
E…A volte
è terribile…
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Di cosa?
ABITANTE
Di fumi.
Ammoniaca. Acido, non so.
GIULIANO TRANQUILLI (abita
a ridosso della centrale di Vado Ligure e da anni fa parte di un comitato
cittadino che combatte l'uso del carbone nella centrale ENEL)
Io
ho sempre detto che siamo cittadini di serie "C". Perché paghiamo le tasse
come gli altri…
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Forse paga meno la bolletta della luce?
GIULIANO TRANQUILLI -
abitante di Vado Ligure
No, paghiamo anche quella!
Questa
centrale è nata a olio combustibile. Poi con la crisi di Suez,
petrolifera, sembrava che il prezzo dell'olio combustibile prendesse dei
prezzi troppi alti… Allora si è deciso di farla andare a carbone.
REPERTORIO DELL'OTTOBRE
DEL 1976 SULLE CONSEGUENZE ECONOMICHE IN ITALIA DELLA CRISI PETROLIFERA.
"Nell'autunno del 1973 l'embargo deciso dai paesi dell'OPEC in
seguito alla guerra tra Egitto e Israele aveva messo in crisi l'industria
dell'automobile".
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
L'austerità stava dimostrando quanto pericoloso fosse
dipendere dal petrolio. Ed è così che nella centrale di Vado Ligure si
avviò la sperimentazione a carbone.
GIULIANO TRANQUILLI (in
mano regge il documento ufficiale relativo alla centrale e agli accordi
tra l'ENEL e gli Enti locali)
Qui si dice che la durate della fase
di sperimentazione era di mesi due.
E poi non abbiamo più saputo
niente. Perché dicevano: "Va bene, va bene". In realtà dati ufficiali non
ce ne hanno mai dati e quelli che ci hanno dato erano sballati.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Durante la sperimentazione i dati sulle emissioni
inquinanti dichiarati dall'ENEL erano infatti diversi da altri ufficiali.
VIRGINIO FADDA - WWF
Savona
A questo riguardo noi sappiamo che proprio durante il
periodo della sperimentazione furono rilevati dei valori che superavano
dei valori di legge, e allora noi ci chiediamo come questa sperimentazione
sia potuta continuare, senza alcuna critica da parte delle autorità
preposte al controllo ambientale.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
E il carbone è ancora lì.
Ma l'austerità è finita.
E poi esistono altre risorse, che inquinano meno, come il metano per
esempio. Senza parlare delle fonti rinnovabili. Ma l'Italia - paese del
sole - è fanalino di coda in Europa nella produzione di energia
alternativa.
Nella speranza che qualcosa si sia mosso grazie al
decreto del dicembre 2000 che finanzia 40.000 tetti fotovoltaici.
EX MINISTRO DELL'AMBIENTE
WILLER BORDON: Si riceve un contributo di oltre 10 milioni. E poi ha un
sistema di doppio contatore con cui può vendere l'energia che produce al
prezzo di quella che acquista. Quindi ha pure un guadagno.
GERMANIA DEL NORD, AREA DI AMBURGO
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
La Germania ha avviato il decreto dei tetti
fotovoltaici molti anni prima di noi (nota aggiuntiva al servizio: in
Germania ne furono finanziati 100.000).
Il suo sistema ormai ben rodato
aiuta i tedeschi ad affrontare l'investimento.
Basta guardare la
bolletta.
Questi sono i soldi che lei ha pagato?
MELANIE STOHR (vive in
un paese alle porte di Amburgo costruito con le moderne tecnologie per
risparmiare energia e produrla con le fonti rinnovabili) mentre mostra la
sua bolletta dell'energia elettrica)
No, questi sono I soldi che
ho guadagnato quest'anno vendendo la mia energia solare alla compagnia
elettrica.
Inoltre lo stato mi dà 400 marchi all'anno di contributo,
per i primi otto anni.
Come può vedere… ho prodotto questi chilowatt e
ho guadagnato circa 1200 marchi, è stato un anno con molto sole
soleggiato.
Così posso ammortizzare entro otto, massimo nove anni la
spesa che ho fatto di 25 mila marchi.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Piove e le chiedo quanto guadagnerà oggi con i
pannelli solari di sua proprietà.
quanti marchi guadagnerà oggi?
MELANIE
STOHR
Zero
FUORI CAMPO
Melanie
produce metà dell'energia che consuma con i pannelli fotovoltaici che ha
sul tetto e metà del calore con i pannelli termici. E siamo nel nord della
Germania.
DANIMARCA
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Ma è la Danimarca l'esempio migliore al mondo in tema
di energie rinnovabili. Vento, ce n'è tanto in Danimarca. C'è sempre. Ma
c'è anche stata la volontà del governo di sfruttare questa fonte di
energia pulita e di incentivare con sussidi e agevolazioni la tecnologia e
il mercato.
Non è un caso che sia danese l'azienda più grande al mondo
che produce turbine eoliche. Oltre ad essere una delle industrie più
floride del paese.
Tutto questo sviluppo non sarebbe stato possibile
se in Danimarca non ci fosse un mercato dell'energia aperto a tutti. Senza
burocrazie. Le turbine compaiono qua e là, accanto alle fattorie, tra i
pascoli. Sono dei contadini, oppure di un gruppo di amici, di aziende, di
consorzi. Di chi insomma, ha soldi da investire. Sperando che il vento non
smetta mai.
Dunque questa è la sua banca?
KNUD BJARNE HANSEN - dir.
Dipartimento Tecn. Vestas Ringkobing
Sì, è proprio così!
Venga,
da qui vedo quanta energia produce
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
E' completamente sua?
KNUD BJARNE HANSEN -
dir. Dipartimento Tecn. Vestas Ringkobing
Sì. E' mio
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Posso sapere quanto l'ha pagato?
KNUD BJARNE HANSEN - dir.
Dipartimento Tecn. Vestas Ringkobing
Non voglio dirglielo… Non
voglio dirglielo!
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Quanti soldi guadagna all'anno con questa
turbina?
KNUD BJARNE HANSEN - dir.
Dipartimento Tecn. Vestas Ringkobing
Produce circa due milioni di
chilowatt all'anno.
Non è difficile fare i calcoli.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Sì, si possono fare i conti. Circa 300 milioni di lire
guadagnati in un anno. Se si pensa che questa turbina costa intorno al
miliardo e mezzo di lire si arriva presto a capire perché in Danimarca il
15 per cento dell'energia consumata deriva dalle fonti pulite, quelle che
non emettono gas serra e anidride carbonica. Nessuno al mondo raggiunge
questa cifra record, e nessun altro governo ha dichiarato che entro il
2030 produrrà il 40 per cento di energia da fonte rinnovabile.
E tra i
paesi industrializzati la Danimarca è l'unico che estrae petrolio dal
propri fondali marini ma lo vende agli altri, perché ne brucia sempre
meno.
E la Danimarca è l'unico tra i paesi industrializzati ad avere
già approvato in parlamento il Trattato di Kyoto.
SARDEGNA (ALTA NURRA)
La Sardegna è una delle
regioni più ventilate d'Italia. Solo di maestrale ci sono 730 ore l'anno.
Infatti nella zona dell'Alta Nurra c'è un campo prova per l'energia
eolica.
L'esperimento non è riuscito.
Queste turbine ferme (ormai
da anni) sono dell' Ansaldo e della Riva Calzoni, aziende che si erano
lanciate nella tecnologia eolica, ma è stato uno spreco di tempo.
Nonostante i finanziamenti dell'unione europea, volati via, insieme al
vento non sfruttato del Belpaese.
Una ragione ci sarà…
ROBERTO LONGO - pres.
Associazione Produttori Energia da fonti rinnovabili
Le rinnovabili
in Italia… Tutti dicono di volere a parole poi nei fatti nessuno le
vuole.
L'ENEL poneva delle grosse difficoltà nella possibilità di
allacciare. E chiedeva degli oneri di cui una parte non erano dovuti, anzi
erano illecitamente richiesti.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
In altre parole l'ENEL avrebbe chiesto ai produttori
indipendenti di energia eolica più soldi del dovuto per allacciarsi alla
rete elettrica. Fino a quattro volte di più.
SABRINA GIANNINI: E' un
abuso quindi?
PIERGIORGIO BERRA -
responsabile area elettricità "Autorita' per l'energia e il gas"
Infatti l'Autorità è uscita con un provvedimento ordinando la
cessazione (all'ENEL n.d.r.) di comportamenti lesivi nei confronti di
questi produttori.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
E' vero che in Italia ci sono ben diciotto autorità a
cui chiedere l'autorizzazione per mettere un impianto eolico?
PIERGIORGIO BERRA -
responsabile area elettricita' "Autorita' per l'energia e il gas"
Noi non siamo tra queste diciotto.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Intanto non si muove foglia.
E non si muovono
soprattutto le poche turbine eoliche in Sardegna.
Ma i sardi hanno
bisogno di duemila megawatt l'anno di energia.
E l'Enel ha trovato
come alternativa al carbone e al petrolio l' "Orimulsion", una miscela di
bitume e acqua di fiume (fiume dell' Orinoco, in Venezuela, ndr).
Addizionata con sostanze chimiche e metalli. Molto conveniente ma su cui
si sa molto poco.
GIANNI BAZZONI -
giornalista
Dalle notizie che si hanno, anche se ufficialmente non
è stato diramato alcun comunicato, comunque a sentore gli addetti ai
lavori sembrerebbe che i gruppi tre e quattro che vanno a Orimulsion,
siano fermi da qualche settimana per dei problemi tecnici.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Siccome l'ENEL non ci ha dato l'autorizzazione a
visitare gli impianti, noi abbiamo chiesto qualcosa agli operai che in
questo momento stanno finendo il turno.
Succede spesso che si
rompe?
OPERAIO
Ma non si
è rotta.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Cioè è ordinaria. Che avviene ogni quanto?
OPERAIO
Eh… boh!
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Dunque l'Orimulsion brucia da quattro anni nella
centrale di Fiumesanto ma la sperimentazione si è conclusa soltanto un
anno e mezzo fa.
GIUSEPPE CONTINI - comitato Anticarbone e
Orimulsion
Emissioni di CO2? L'Orimulsion è peggiore dell'
oliocombustibile e migliore del carbone, sta all'interno dei
due.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Eppur l'azienda che vende questo combustibile
specifica nella scheda tecnica che l'Orimulsion emette meno CO2 sia del
carbone che dell'olio combustibile.
Questa era l'alternativa al
combustibile fossile secondo l'ENEL.
Per ironia della sorte,
l'Orimulsion è arrivato in Sardegna lo stesso anno in cui è nato il
Trattato di Kyoto.
MILENA GABANELLI IN
STUDIO
La centrale di Fiumesanto oggi non è più dell'ENEL perché
recentemente è stata venduta. Certo che noi, al contrario degli Stati
Unitici siamo impegnati a ridurre le emissioni, rimane da vedere come. Il
programma sui pannelli solari è appena partito, i privati che chiedono il
contributo per mettere il pannello sul tetto di casa sono tanti, ma al sud
per esempio, dove c'è più sole, la burocrazia frena. Anche nell'eolico,
abbiamo una grandissima centrale in Puglia, ma l'allacciamento è
provvisorio e non ancora affidabile. Al riscaldamento del pianeta possiamo
anche far finta di non credere, intanto pero' ci si ammala di piu',
aumentano le leucemie nei bambini. L'osservatorio ambientale dice: 32
morti al giorno per inquinamento, di cui 10 da gas di scarico delle
automobili, con una spesa sanitaria di 18mila miliardi
all'anno.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
L'OMS è chiara: i dieci morti al giorno per traffico,
la metà delle bronchiti croniche infantili, i miliardi spesi per le cure,
sono colpa dell'inefficienza delle politiche italiane in tema di mobilità:
In altre parole: se usiamo l'auto durante le domeniche ecologiche
veniamo multati.
Come se fosse colpa nostra.
Nella mia città,
Milano, i vigili sono implacabili e multano i trasgressori.
E allora
perché gli autobus di Milano vanno a gasolio?
Le alternative ci sono,
ora: il metano, è per esempio.
Che non è la soluzione per tutti i
mali, ma le polveri cancerogene sarebbero ridotte quasi a zero, e
l'anidride carbonica inferiore del 30 per cento, così come altri gas
nocivi.
Tutte le auto con il motore a scoppio potrebbero funzionare a
metano, eppure le industrie automobilistiche non hanno mai prodotto
direttamente autovetture a metano costringendo così a spendere molti soldi
per modificare l'auto a benzina.
Ma recentemente si sono affacciate
sul mercato auto che escono dalla fabbrica già predisposte.
MARIO SOLFIZI -
proprietario auto a gas metano
Prima ci sono stati gli incentivi
del governo, io ho usufruito di questi incentivi (nel caso dell'auto nuova
era di 800 mila lire).
Poi rimasto molto deluso perché invece il
metano per autotrazione è aumentato tantissimo di prezzo, ad oggi,
rispetto al prezzo di partenza del primo gennaio del 2000, è aumentato
notevolmente, 37 per cento.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Questo perché il prezzo del metano è collegato al
prezzo del petrolio
CLAUDIO DI MACCO -
responsabile area gas "Autorità energia e gas"
In effetti è una
distorsione del sistema.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Una regola decisa da chi? Dai governi?
CLAUDIO DI MACCO -
responsabile area gas "Autorità energia e gas"
No, no. Decisa dai
pochi produttori di gas e da coloro che lo comprano. Intendo dire le
multinazionali del gas, che spesso sono le stesse del petrolio.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Per i quali evidentemente conviene molto di più il
mercato petrolio. E conviene a tutti coloro che ruotano intorno a questa
industria: chi lo estrae, chi lo raffina, chi lo trasposta, chi lo vende.
Il metano ha i costi di estrazione e trasposto molto ridotti, e sarebbe
molto conveniente, agli automobilisti però.
AUTOMOBILISTA CHE USA IL
METANO
Con un pieno di 30.000 lire faccio circa 500 km.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Conveniente, nonostante l'aumento considerevole deciso
da chi ha in mano un mercato e uccide la concorrenza.
Attualmente qual
è la fetta di mercato in mano alla SNAM?
CLAUDIO DI MACCO,
responsabile area gas "Autorità energia e gas"
Attualmente siamo
intorno all'85-90 per cento. E' molto elevato, certo.
(Rispetto
all'antitrust, ndr)
VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTRICE
Così
continua la corsa a ostacoli di chi sceglie il metano.
MARIO SOLFIZI-
proprietario auto a gas metano
Se dovessi fare un giro per l'Italia
devo munirmi della cartina che danno i distributori e individuare i
distributori, che sono soprattutto al Nord e al centro, quasi assenti al
Sud e all'estero.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Anche per fare il pieno bisogna fare un bel viaggio.
Mario usa il metano in casa, quindi a Porretta Terme le condotte di metano
ci sono, eppure Mario deve fare 35 km per trovare il distributore di
metano più vicino. E siamo nella regione d'Italia che ne ha più di tutte
le altre.
MILENA GABANELLI IN
STUDIO
Almeno nel metano potremmo essere i primi, l'Italia ha 388
pompe , contro le 163, tedesche, 6 austriache, 13 svizzere. Noi, che
Abbiamo il parco auto più vecchio d'Europa, un commercio su ruota e una
rete stradale che per sua natura porta all'ingorgo, non abbiamo pensato a
sviluppare di più il metano, in compenso abbiamo permesso al business del
petrolio di uccidere l'alternativa che oggi ci risparmierebbe almeno una
parte dei danni da polveri cancerogene. E poi c'è l'auto a idrogeno, già
pronta, ma deve rimanere parcheggiata ancora un po'. Eppure noi italiani e
l'Europa intera si è impegnata ad investire in energia pulita, ma in che
modo? Diamo un'occhiata ai conti.
GRANDUCATO DI
LUSSEMBURGO
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Granducato di Lussemburgo, impero delle banche.
Alle porte della città ha sede una banca che in fondo ci appartiene: è
la Banca Europea per gli Investimenti, il braccio finanziario dell'Unione
Europea.
Scopo della banca è :finanziare progetti in tutti i settori,
purché compatibili con i principi e i regolamenti dell'Unione Europea.
Come si legge nei propositi della banca: "la salvaguardia
dell'ambiente è uno dei nostri principali obiettivi".
Ma è evidente
una sproporzione: i finanziamenti dati ai progetti per la costruzione di
impianti all'energia rinnovabile sono risibili se confrontati con i soldi
destinati ai progetti per l'estrazione petrolifera.
Soltanto in
Italia, negli ultimi 5 anni sono stati dati 17 milioni di Euro, contro i
700 milioni di Euro dati all'estrazione del petrolio in Basilicata.
MILENA GABANELLI IN
STUDIO
Di petrolio in casa nostra ce n'è proprio tanto e ve lo
mostreremo tutto.
Allora dicevamo che La Banca europea degli
investimenti, creata anche con i nostri soldi, ha deciso di finanziare con
mille quattrocento miliardi l'estrazione del petrolio in Basilicata, dove
si prevede di estrarre il 10% del nostro fabbisogno, 10% di greggio.
BASILICATA
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Sono a Potenza e per la prima volta faccio benzina in
un luogo italiano dove il petrolio , allo stato greggio s'intende, si
trova a 5.000 metri di profondità.
Il giacimento d'oro nero e' stato
stimato come il più grande d'Italia e tra i più vasti dell'Europa
occidentale.
In questo pozzo sono in atto le operazioni di
trivellazione. Servirà al massimo un anno prima che lo scalpello rotante
arrivi allo strato di roccia che contiene l'oro nero.
Sono numerosi i
pozzi già trivellati e sigillati con le valvole di sicurezza che
mantengono il petrolio sotto pressione . Alla fine i pozzi attivi saranno
48. Si aspetta soltanto che venga terminata la rete di condotte che
attraverserà due valli lucane e parte della Puglia, prima di arrivare alla
raffineria di Taranto. L'oleodotto sarà lungo 156 km.
E per i prossimi
venti anni il 10 per cento del petrolio che utilizzeremo noi italiani
arriverà da qui, dalla piccola ma ricca Basilicata.
A decidere se la
Basilicata doveva diventare il Texas d'Italia sono stati gli
amministratori regionali, che tre anni fa hanno siglato un accordo con
l'ENI, Ente Nazionale Idrocarburi.
L'ENI pagherà un prezzo per i
diritti di estrazione, le cosiddette royalties.
FILIPPO BUBBICO -
presidente Regione Basilicata
Le royalties vengono pagate
nell'ordine del 7 per cento del valore del barile. Oggi penso che il
barile sia pagato 33 dollari. Quindi faccia il 7 per cento di 33
dollari.
Noi abbiamo modulato come previsione di royalties su 20 anni
su una produzione di 104.000 barili al giorno che porterebbe un'entrata
pari 1000 miliardi.
IL 55 per cento è di competenza della Regione, il
30 per cento dello Stato, il 15 per cento ai comuni.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Avete già distribuito.
FILIPPO BUBBICO -
presidente Regione Basilicata
Quelli di competenza dei comuni è già
arrivato direttamente ai comuni.
ABITANTE DI VILLA
D'AGRI
Veramente qui i comuni sono più poveri di prima. A meno che
i comuni se li tengono per loro.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Forse i soldi saranno finiti a Viggiano, cuore della
Val d'Agri e centro di raccolta di tutto il petrolio lucano.
ABITANTE DI VIGGIANO
Le royalties di cui parlano si dice che siano finite molto più
lontano!
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Forse saranno finiti a Corleto. Che ha tre pozzi ma
anche un piccolo centro di carico del petrolio che viene già estratto nei
pozzi dislocati nella valle.
Tanti pozzi e una strada mai finita (la
Saurina è una strada che renderebbe più agevole il tratto
Corleto-Potenza)
ABITANTE DI CORLETO
E puntualmente a ogni tornata elettorale c'è la promessa che la
Saurina si farà, e puntualmente è stata fatta anche adesso, ma io ne sono
puntualmente scettico. E' dal 1968 che se ne parla.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
I soldi allora saranno finiti nelle tasche dei duemila
abitanti di Calvello. Che da paese-museo è diventato il paese dell'ENI,
visto che ospiterà ben nove pozzi.
NICOLA FORLIANO - SOS
Lucania
Solo nella Val Camastra sono 450 milioni di barili.
ROCCO CORONATO - sindaco
di Calvello
No, non tardano. L'erogazione delle royalties è
collegata alla quantità di estratto.
RAFFAELLA FORLIANO -
avvocato SOS Lucania
Hanno detto che daranno 645 milioni l'anno per
venti anni, ma con questi soldi riusciremo appena a pagare le strade che
ci rompono con le autocisterne
ROCCO CORONATO - sindaco
di Calvello
Se non c'è estrazione, come in questo momento, non ci
sono introiti
IMMAGINI DI
REPERTORIO
Servizio TG3 Basilicata sul ribaltamento di un
autocisterna che portava greggio avvenuto il 26-02-2000
VOCE FUORI
CAMPO DELL'AUTRICE
Questo servizio dimostra chiaramente che il greggio
a Calvello è stato estratto. Per mesi le autocisterne hanno attraversato
le piccole strade del paese.
RAFFAELLA FORLIANO -
avvocato SOS Lucania
Dicono che hanno fatto una lunghissima
trattativa e che la Regione Basilicata ha ottenuto più di altri. Io non lo
so quanto hanno ottenuto le altre regioni, so che la Regione Basilicata ha
ottenuto pochissimo.
CARLO CHIURAZZI -
assessore Ambiente e Territorio Regione Basilicata:
Abbiamo
ottenuto più di altri. E ancora non c'è sul territorio un esempio di chi
ha ottenuto più della Basilicata nelle relazioni con le
compagnie.
FILIPPO BUBBICO -
presidente Regione Basilicata
Hanno provato a creare (l'Eni, ndr)
una situazione di conflitto tra sindaci e la Regione, tra gli imprenditori
impegnati nelle attività di ricerca e la Regione.
La trattativa è
durata tre anni. Hanno cercato anche di prenderci per il sonno.
L'Eni
ha comunicato ai piccoli imprenditori locali che sospendeva le attività.
Quindi la piccola impresa che aveva ricevuto la commessa di cento milioni
o un miliardo di lavoro veniva messa in una situazione di criticità.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
In pratica li hanno ricattati?
FILIPPO BUBBICO -
presidente Regione Basilicata
Beh, diciamo che li hanno
sensibilizzati (voce di Carlo Chiurazzo che si aggiunge: "li hanno
condizionati) dicendo che la posizione della Regione Basilicata ci induce
ad andar via.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Avete capito bene: l'ENI, Ente Idrocarburi Italiani,
avrebbe deliberatamente alimentato dissenso tra le parti in gioco al fine
di orientare l'accordo a suo piacimento. Per chiuderlo in fretta, per
alleggerirlo dei costi. Non lo sappiamo. Ci sembrava opportuno che l'ENI
desse la sua versione, ma la nostra richiesta di intervistare un dirigente
dell'azienda non è stata soddisfatta.
NICOLA FORLIANO - SOS
Basilicata
Nella zona non esiste personale specializzato o formato
per questo tipo di lavoro. Dicono che occuperanno mano d'opera però questa
mano d'opera non essendo specializzata a loro non serve. Giusto per i
contentini, tre mesi alla volta.
GIOVANE DI VILLA
D'AGRI
Porta malattie (il petrolio, ndr).
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Però porta lavoro.
GIOVANE DI VILLA D'AGRI
Ma dove?
ANZIANO DI VILLA D'AGRI
Io ho avuto un nipote che ha lavorato un po', e poi lo hanno
lasciato a casa, poi lo dovevano riprendere.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Forse perché l'ENI sa che tra i 500mila abitanti
lucani c'è un tasso di disoccupazione tra i più alti d'Europa, che i
giovani emigrano verso il nord, che questi valli si stanno spopolando. E
quindi bisogna accontentare tutti.
Allora, se manca lavoro non si
capisce perché…
ANZIANO di VILLA D'AGRI
Vengono tutti da fuori… Uno su cento viene da qua.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Centro oli di Viggiano. E' mezzogiorno quando arrivo
con un addetto dell'Eni che ci tiene a farmi notare…
ADDETTO STAMPA CHE
ACCOMPAGNA SABRINA GIANNINI AL CENTRO: Guardi quanta gente ci lavora…
I LAVORATORI INTERVISTATI
DA SABRINA GIANNINI VENGONO QUASI TUTTI DA ALTRE REGIONI D'ITALIA.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Chi sicuramente ci guadagna con il petrolio sono gli
autotrasportatori.
Secondo l'accordo almeno la metà doveva essere
lucano.
REPERTORIO TG3 BASILICATA
SU SVERSAMENTO DI GREGGIO DA AUTOBOTTI CHE PORTAVANO PETROLIO A TARANTO:
ANZI (12-09-2000), SANT'ARCANGELO (29-02-2000), VIGGIANO
(22-01-2000).
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
(Viggiano) Ecco il luogo dell'incidente un anno e
mezzo dopo.
L'area è ancora da bonificare
ANTONIO MERLINO -
autotrasportatore di greggio
Questa la dovrebbe aggiustare il
pronto intervento ecologico.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Pagato da?
ANTONIO MERLINO -
autotrasportatore di greggio
Dall'assicurazione, perché io ho una
assicurazione per inquinamento di cinque miliardi.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Dunque è a carico degli autotrasportatori il rischio
del trasporto, quindi perché aggiustare le strade dove passano le
autocisterne, visto che le responsabilità non sono né dell'ENI, né degli
amministratori?
La lezione dei ripetuti incidenti non è servita a
nulla. Anche la strada che va da Corleto al centro di carico è in pessime
condizioni.
(A RIDOSSO DEL FIUME SAURO)
DIALOGO TRA SABRINA
GIANNINI E UN ADDETTO ALLA VIGILIANZA (UNA AGENZIA PRIVATA DI POTENZA) CHE
SEGUE UN TIR MENTRE LASCIA IL CENTRO DI CARICO DI CORLETO:
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Lei è di scorta? Deve sempre seguire i TIR?
ADDETTO
VIGILANZA
No, qua non c'è bisogno.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Ma se si ribalta il TIR chi avverte chi deve
intervenire?
ADDETTO
VIGILANZA
Non lo so.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Non siete voi?
ADDETTO VIGILANZA
No.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Forse non vale la pena pensare alla sicurezza del
trasporto visto che tra una paio d'anni, sarà pronto l'oleodotto.
Non
porta lavoro.
FILIPPO BUBBICO -
presidente Regione Basilicata
No (a conferma e non a negazione
dell'affermazione)
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Porta un danno ambientale, paesaggistico.
FILIPPO BUBBICO -
presidente Regione Basilica
Paesaggistico no.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Toglierà spazio all'agricoltura?
FILIPPO BUBBICO -
presidente Regione Basilica
Neanche. Io sostengo che l'attività
petrolifera modifica gli equilibri ambientali, determinando un peso
negativo. Aggiungo anche che una attività estrattiva gestita con l'uso
delle migliori tecnologie disponibili non costituisce fattore di
incompatibilità con lo sviluppo turistico, con lo sviluppo agricolo e con
la tutela della salute dei cittadini.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Avete fatto prima l'agriturismo o è arrivato prima
l'oleodotto?
PROPRIETARIA
AGRITURISMO A CORLETO (CON VISTA OLEODOTTO IN COSTRUZIONE)
No, no,
abbiamo fatto prima l'agriturismo
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
(A CALVELLO)
Alla destra vedete un fabbricato, un
cantiere edile che sta costruendo un cantiere edile e a sinistra la torre
di trivellazione del petrolio.
A proposito: questo centro turistico ha
goduto dei fondi dell'Unione Europea per lo sviluppo dell'industria
turistica.
ALFONSO FRAGOMENI -
avvocato SOS Lucania (in prossimità di un centro turistico nell'area di
Calvello)
Qua ci sono stati finanziamenti per 5 miliardi. A cento
metri da qua c'è un pozzo di petrolio. Realizzato dopo il finanziamento e
dopo che sono iniziati i lavori. E' inutile dire che i lavori sono
iniziati e mai terminati. E non verrà mai utilizzata questa struttura
perché solo un pazzo potrebbe gestire un impianto a cento metri da un
pozzo di petrolio.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Il tempo dirà se il turismo potrà convivere con il
petrolio. Quello che oggi sappiamo è che il parco nazionale della Val
d'Agri proposto nel 1992 dal Ministero dell'Ambiente non c'è ancora.
FILIPPO BUBBICO -
presidente Regione Basilicata
I pozzi non determinano impatti né
ambientali né paesaggistici. Lei avrà osservato le trivelle che sono
visibili nella fase di perforazione, ma a pozzo perforato lei non vedrà
più nulla.
ALLEVATORE DI VACCHE DA
LATTE DI VIGGIANO - (vive a 100 metri da un pozzo già
trivellato)
Di giorno c'era un bel fumo e una fiamma bella pulita,
la sera io a volte me ne andavano, perché si vedeva un fumo nero molto
puzzolente che di giorno non c'era.
ALLEVATRICE DI VIGGIANO (e
vicina di casa dell'altro allevatore)
La mattina presto a volte qui
non si respira.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Mi sa descrivere questo odore?
ALLEVATRICE DI VIGGIANO
Insopportabile. Preferisco la puzza del letame. Un misto di gas,
oli.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Dove vende il latte che produce?
ALLEVATORE DI VACCHE DA
LATTE DI VIAGGIANO
Il mio latte finisce sulle tavole dei
campani.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
È un odore di gas che brucia…
LUCIANO DI VITO -
agronomo
Un po' di etilene si sente, un po' di metano, cioè gas
leggero.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Pero' è un po' più pungente.
LUCIANO DI VITO -
agronomo
Perché c'è dell'aldeide acrilica dentro.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Quindi se si respira si sviene?
Dipende dai…che si
respirano.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
E la conseguenza più…
TECNICO ENI
La
morte.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Ah! Si muore.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
(Durante la visita a un pozzo insieme agli uomini
dell'ENI)
Qual è la probabilità che scoppi?
TECNICO
ENI
Assolutamente zero.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Come zero?
TECNICO ENI
Beh,
come l'aereo. Zero non esiste.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Ma gli aerei possono cadere…
Presumo che i
cittadini siano a conoscenza di piani di evacuazione in caso di esplosione
o di problemi…
ROCCO CORONATO - sindaco
di Calvello
Il comune di Calvello ha approvato due mesi fa un piano
di protezione civile anche un'emergenza anche in caso di fenomeno
petrolifero.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Voi avete avuto qui i primi pozzi nel '91, non è un
po' tardi?
ROCCO CORONATO- sindaco di
Calvello
Il fenomeno è iniziato qualche anno fa, in effetti è
iniziato un po' in sordina. In questo contesto le competenze sono di tipo
ministeriale e regionale.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Il petrolio non è soltanto trivellazione, estrazione,
trasporto.
Non ci sarebbero investimenti miliardari per costruire
piattaforme, condotte varie se non ci fosse la certezza della quantità del
petrolio che si trova a cinquemila metri di profondità.
Per questa
ragione vengono fatte delle ecografie al terreno, chiamate indagini
geosismiche.
RAFFAELLA FORLIANO -
avvocato SOS Lucania
Nell'agosto del 1999, mio padre si è accorto
che nella sua vigna c'erano molti cavi un po' particolari e questi signori
che cercavano di penetrare nel suo terreno.
ALFONSO FRAGOMENI -
avvocato SOS Lucania
Sono delle esplosioni con 20-25 kg di gelatina
fatte a una profondità di 20 metri.
ABITANTE DI
CALVELLO
All'improvviso abbiamo sentito un enorme boato
accompagnato da un movimento sussultorio del pavimento. Allora io e mia
moglie siamo usciti e abbiamo visto questi signori che stavano effettuando
delle esplosioni.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Quante sono state queste esplosioni: 1000, 2000,
3000?
ROCCO CORONATO - sindaco
di Calvello
Non ho conoscenza diretta…
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Più o meno lo saprà.
ROCCO CORONATO - sindaco
di Calvello
In questo momento mi sfugge il dato.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Le esplosioni sono state fatte anche nei siti di
importanza comunitaria (SIC), aree protette da un regolamento europeo.
NICOLA FORLIANO - SOS
LUCANIA
Non si può raccogliere né un fiore, né un fungo.
CARLO CHIURAZZI -
Assessore Ambiente e Territorio Regione Basilicata
Lei sa che danno
si può procurare tra una microesplosione e una carovana di persone che può
passare attraverso un'area? Lei ha i valori per comparare?
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Non li ho.
CARLO CHIURAZZI -
Assessore Ambiente e Territorio Regione
E allora. Questi valori li
ha una legislazione.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Allora, secondo la legislazione vorrei essere multata
per avere sacrificato questo ranuncolo nel sito di importanza comunitaria
di Monte Caldarosa.
Lei ha mai visto una di queste
esplosioni?
CARLO CHIURAZZI -
Assessore Ambiente e Territorio Regione Basilicata
No
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Non ha neanche sentito il rumore?
CARLO CHIURAZZI -
Assessore Ambiente e Territorio Regione Basilicata
No.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
sapete quante ne sono state fatte?
CARLO CHIURAZZI e FILIPPO
BUBBICO:
No, dovrebbe chiederlo alle compagnie (petrolifere,
ndr)
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Ma il petrolio un bene nazionale e per interesse della
nazione viene applicata la legge sugli espropri.
E' sufficiente un
decreto prefettizio che consenta l'accesso ai terreni.
Ma esiste una
procedura a tutela dei proprietari che va comunque seguita per informarli
dei loro diritti.
FRANCESCA LEGGERI -
proprietaria agriturismo Villa d'Agri
Il sindaco avrebbe dovuto
mandare una comunicazione in cui doveva scrivere il nome della squadra.
Comunque dovevo essere informata esattamente di quello che stava
accadendo, e questo non è successo.
RAFFAELLA FORLIANO - SOS
Lucania
Mio padre non è stato avvisato. Si è trovato queste persone
improvvisamente, e ha preteso di sapere da loro perché potevano entrare
nei suoi terreni e soprattutto quello che dovevano fare. Loro non gli
hanno detto niente, gli hanno detto che lo avrebbero informato
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Poiché la legge consente l'esproprio, non si capisce
il perché di alcuni atteggiamenti.
RAFFAELLA FORLIANO - SOS
Lucania
Tutti quelli che hanno detto "non dovete entrare", l'ENI
non è entrata. Per ENI intendo le società contrattiste che lavorano per
l'ENI.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
È strano che persone autorizzate da un decreto
prefettizio fuggano come se fossero colti in flagranza di
reato.
RAFFAELLA FORLIANO - SOS
Lucania
Questi signori sono entrati quando non avevano alcuna
autorizzazione per entrare nei terreni e non c'era ancora il decreto
prefettizio. Ma cosa più grave è che hanno inviato ai proprietari un
avviso con il quale dichiaravano ai proprietari che sarebbero entrati
perché avevano tutte le autorizzazioni e anche il decreto del prefetto.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Come prova questo documento che la ditta impegnata
nelle ricerche ha consegnato a un proprietario terriero di Calvello nel
giugno del 99, quando l'autorizzazione del prefetto ancora non c'era,
visto che il decreto è datato il 23 agosto 99.
L'affare mi è sembrato
talmente grave che ho inoltrato una richiesta ufficiale al prefetto di
Potenza per verificare l'esistenza di un eventuale decreto d'urgenza.
La prefettura mi invia l'elenco completo dei decreti emessi per il
petrolio, a partire dal 1981.
E non compare alcun decreto d'urgenza
relativo a quella concessione.
ALFONSO FRAGOMENI -
avvocato SOS Lucania
I tempi lunghi per le società del petrolio,
per le multinazionali, comportano perdite di miliardi al giorno e quindi
bisognava accorciare i tempi.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Ma chi deve rispondere delle illegalità e di eventuali
danni al territorio? L'ENI o le società incaricate di fare le
indagini?
La prima società (R.I.G.) era una S.r.l. E' stata poi
assorbita da un'altra azienda (stavolta una multinazionale e S.p.A., la
Schlumberger Italiana) con capitale sociale miliardario. Infine
quest'ultima ha venduto il settore che si occupava di indagini geosismiche
a una terza società (GECO ITALIANA), a responsabilità limitata, con
capitale sociale di soli 26 milioni.
ALFONSO FRAGOMENI - SOS
Lucania
In termini pratici significa che se tutti i danni fatti da
questa società dovessero superare i 26 milioni i proprietari non
verrebbero risarciti.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
I danni potrebbero essere incalcolabili.
Se si
pensa che questa regione è ricchissima d'acqua al punto da rifornire anche
le Puglie le 30 mila esplosioni possono avere già modificato l'assetto
geologico di un territorio che idrogeologicamente è molto vulnerabile?
VITO MAZZILLI -
geologo WWF Basilicata
Questa invece è zona molto sismica. Tutta
la Valle dell'Agri è una delle zona sismica della Basilicata.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Tutti i rischi sono stati calcolati prima di procedere
con l'intenso sfruttamento petrolifero? Certo! Ma lo studio per valutare
l'impatto sull'ambiente lo ha eseguito, cosi' come chiede la legge,
proprio l'ENI, cioè l'azienda che ha in gioco interessi economici
enormi.
MARIA ROSA VITTADINI - Ministero dell'Ambiente
E
queste analisi sono complesse: devono tenere conto di tutti i fattori
ambientali coinvolti. IL materiale fornito dall'ENI era particolarmente
povero.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Povero: in altre parole l'ENI aveva fatto fare delle
perizie basandosi sulle mappe del territorio vecchie di 50 anni, poco
attendibili al punto che le ha dovute rifare.
FILIPPO BUBBICO -
presidente Regione Basilicata
Il petrolio è una risorsa dell'intero
Paese, in questo Stato ancora unitario.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
E dell'ENI, colosso economico che ha guadagnato
nell'ultimo anno il 65 per cento in borsa. Che compare al sesto posto
nella classifica delle quattordici sorelle del petrolio.
Valore di
merito: i milioni di barili e di dollari guadagnati.
E' vero che il 30
per cento delle azioni è di proprietà del Ministero del Tesoro, quindi
dello Stato. Ma il resto è in mano a privati, alcuni dei quali stranieri.
L'AUTRICE DOMANDA AD
ALCUNI LUCANI SE SANNO CHI E' L'ENI. TUTTI GLI INTERVISTATI, (INCLUSO IL
SINDACO DI CALVELLO), ASSOCIANO L'ENI ALLO STATO ITALIANO.
VOCE FUORI CAMPO
DELL'AUTRICE
Quanti miliardi guadagnerà l'ENI dal giacimento
lucano?
E quanto guadagneranno i lucani?
Come sarà la loro
regione, la loro acqua, quando tra vent'anni lo sfruttamento del petrolio
sarà finito? Forse sarà come appare nel calendario distribuito
generosamente dall'ENI, dove mese dopo mese si vedono le immagine più
belle della Basilicata. Ma non c'è immagine del calendario che ritragga un
pozzo di petrolio.
MILENA GABANELLI IN
STUDIO
Clima e petrolio non vanno d'accordo, ma del petrolio
abbiamo bisogno e finché non si investe seriamente in altri sistemi ogni
discorso è inutile. Cero è che finora le estrazioni di petrolio sono state
fatte in aree deserte o in mare, dentro a un parco su un territorio
abitato, ricco d'acqua e sismico ancora ci mancava, in compenso non sarà
aumentata l'occupazione, non diminuirà il prezzo della benzina che
continuerà a subire le oscillazioni del mercato, e alla regione Basilicata
arriveranno 50 miliardi l'anno, per 20 anni potranno giusto riparare le
strade. Per fare un rapporto: il bilancio della regione e' di 6000
miliardi l'anno.
Il libro sul clima di Ross Gelbspan si
intitola "The heat is on" (Perseus books)
http://www.perseuspublishing.com/
Nel sito del IPCC si
trovano tutti gli aggiornamenti e le pubblicazioni relative allo studio
del clima, tema in costante aggiornamento:
http://www.ipcc.ch/
Lo scorso giugno la National
Academis of the Sciences ha stilato un rapporto sul clima (su richiesta di
George W. Bush) che conferma i timori degli scienziati dell' IPCC.
www4.nationalacademies.org/onpi/webextra.nsf/web/climate?OpenDocument
http://www.cmdl.noaa.gov/
Il sito della NASA contiene
molte informazioni e immagini relative al cambiamento climatico:
http://www.giss.nasa.gov/
Il testo completo del
Protocollo di Kyoto e tutti gli aggiornamenti sono nel sito:
http://www.unfccc.int/
La prossima conferenza sul
clima si terrà in Marocco, dal 29 ottobre al 2
novembre.
Diceva Milena di mettere sull'on line
qualcosa che orientasse i lettori circa la questione dei pannelli solari.
Segue uno scritto che ho già inviato a chi mi ha chiesto
approfondimenti.
Una volta messo sul sito direi che sarebbe meglio
rispondere a tutti: "guardi pure il nostro on line per avere
approfondimenti", o quel che volete.
Se volete che sia io a rispondere
avvertitemi però quando lo mettete sul sito.
PS: come mai non ci
sono i links che avevo messo nel mio on line?
Ciao
IL
sistema di finanziamento per l’installazione di impianti solari termici è
organizzato dalle Regioni.
Non tutte le Regioni hanno provveduto a
emettere i bandi.
Per vedere se la propria regione si è svegliata dal
torpore burocratico (o chissà cos’altro) si vada sul sito del Ministero
dell’Ambiente (www.minambiente.it) alla voce “Bandi e decreti”.
Tutti
i dettagli sono nei siti delle Regioni.
Si deve cercare alla voce
“Finanziamenti”, oppure “Contributi” (per l’installazione di impianti
solari e termici).
Dovreste trovare il Bando regionale, l’elenco dei
produttori e dei distributori della vostra regione (quelli che vi
metterebbero poi l’impianto) e tutta una serie di informazioni utili.
Almeno, io ho trovato completo e bene fatto quello della Regione
Lombardia (di cui vi allego la prima pagina relativa al contributo).
Ovviamente dovrà essere chiaro se esistono ancora finanziamenti
disponbili.
Un consiglio: ricordarsi sempre di guardare ciò che
riguarda il settore del Bando dedicato al privato.
Gli Enti pubblici,
là dove è stato possibile, si sono subito accaparrati i soldi. Per il
privato c’è ancora qualche speranza che ci siano ancora finanziamenti.
Glielo auguro,
cordiali saluti
Sabrina Giannini
DAL SITO DELLA REGIONE
LOMBARDIA (dopo aver cliccato la voce “finanziamenti”
CONTRIBUTI AI
CITTADINI
PER L'INSTALLAZIONE DI IMPIANTI SOLARI TERMICI
La
Regione Lombardia, Direzione Generale Risorse Idriche e Servizi di
Pubblica Utilità, ha emesso
un bando che prevede l'erogazione di
contributi a soggetti pubblici o privati che installino
impianti
solari termici per la produzione di acqua calda e aria calda.
La Regione erogherà i
contributi direttamente al cittadino a lavori ultimati, dietro
presentazione della
relativa documentazione di avvenuta installazione
e liquidazione.
Per ogni realizzazione, sarà inoltre riconosciuto
direttamente al cliente e in aggiunta al contributo
spettante, un
importo forfettario di Lire 250.000 per spese tecniche e amministrative.
Per accedere ai contributi è
necessario rivolgersi solo ed esclusivamente ai produttori che hanno
sottoscritto l'Accordo Volontario con la Regione, in cui sono definiti
i loro impegni verso i clienti.
Ulteriori informazioni, bando
ed elenco produttori e distributori
L'iniziativa si inquadra
nelle azioni previste dal Programma Regionale di Sviluppo della VII
Legislatura che prevede la promozione della efficienza energetica e lo
sviluppo delle fonti di
energia rinnovabili.