Per l’Avvocatura di Stato non ci sono irregolarità nella procedura di gara per la cessione dell’Ilva ad ArcelorMittal. Ci sarebbero, tuttavia, vizi procedurali giudicati non così gravi da comprometterne la validità.
L’Avvocatura di Stato ha rispedito al mittente la patata bollente Ilva, stabilendo che l’eventuale annullamento della gara potrà essere deciso dal governo. Dal canto suo il vicepremier e ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, non indietreggia e questa mattina (23 agosto 2018, ndr) ha convocato una conferenza stampa sottolineando – in un comunicato ufficiale – che «persistono forti criticità e nuovi elementi fondamentali che porterebbero al sospetto di illegittimità dell’atto. Il profilo più rilevante è legato a “eccesso di potere” e cioè al cattivo esercizio dello stesso, non essendo stato tutelato il bene comune e il pubblico interesse a causa della negata possibilità di effettuare rilanci per migliorare l’offerta.»
«Tra le altre cose – continua il ministro – l’Avvocatura di Stato evidenzia una possibile lesione del principio di concorrenza: lo spostamento del termine al 2023 per l’ultimazione degli interventi ambientali avrebbe dovuto suggerire una proroga del termine per la presentazione di ulteriori offerte. E in relazione alle tutele ambientali l’estrema importanza di ambiente e salute richiede altri necessari approfondimenti in materia.»
«C’È STATO ECCESSO DI POTERE, UN ATTO ILLEGITTIMO»
Così il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, nel corso della conferenza stampa, sintetizza quanto emerso dal parere dell’Avvocatura generale di Stato. L’accusa è rivolta al governo precedente che ha autorizzato con un emendamento ad hoc la proroga al 2023 per l’applicazione del piano ambientale. Secondo il ministro si sarebbe dovuta rilanciare l’offerta e revocare la gara per ragioni di opportunità. A quel punto, alla luce dei nuovi termini per realizzare le migliorie ambientali richieste. «Avremmo potuto avere migliori offerte occupazionali e garanzie ambientali da parte di altri acquirenti», ha continuato il ministro, «non si è fatto l’interesse dello Stato e dei cittadini di Taranto a causa di un eccesso di potere che ha impedito di considerare il rilancio, che, secondo statistiche, nel 92 per cento dei casi viene concesso.»
Inoltre, gli atti arrivati al ministero dell’Ambiente, forniti da ArcelorMittal, saranno studiati più approfonditamente, entro 15 giorni, per valutare se il mancato rispetto dei termini intermedi può configurare ulteriore motivo di annullamento.
IMMUNITÀ PENALE
Questa, secondo l’Avvocatura di Stato, non sembra illegittima alla luce di quanto affermato dalla Corte costituzionale, tuttavia si può configurare illegittimità nel momento in cui essa viene prolungata fino al 2023. Secondo Luigi Di Maio lo spostamento al 2023 della validità dell’immunità penale per l’applicazione del piano ambientale è un atto incostituzionale. Per l’annullamento della gara devono sussistere, dunque, profili di illegittimità dell’atto per eccesso di potere. Il ministro, però, ha sottolineato che le responsabilità non sono di ArcelorMittal, che avrebbe agito in buona fede, ma del governo precedente che non ha saputo tutelare l’interesse pubblico.