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Bonifica ex-Cemerad di Statte: è la volta buona?

La storia infinita del deposito di rifiuti radioattivi ex-Cemerad di Statte, in provincia di Taranto, probabilmente sta per giungere ad un epilogo. La bonifica mai decollata – come vi abbiamo raccontato oltre un anno fa nel primo numero di Terre di frontiera – potrebbe più non essere un miraggio: a lasciare viva una speranza è il ministro per la coesione territoriale e il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti.

Il condizionale è d’obbligo: in merito alla risoluzione della vicenda ex-Cemerad i dubbi e gli interrogativi sono legittimi, dal momento che negli anni i cittadini di Statte hanno assistito esclusivamente ad uno scaricabarile di responsabilità, denunce ed annunci d’intenti, mai di fatto concretizzati. Questa volta, però, ad annunciare l’imminente soluzione – dopo anni di silenzio istituzionale – è stato il ministro per la coesione territoriale e il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, in persona. Giunto ieri (18 maggio 2017, ndr) nella provincia jonica anche per effettuare un sopralluogo proprio all’ex-Cemerad, accompagnato da Vera Corbelli, il commissario straordinario per le bonifiche. Un’iniziativa dovuta che giunge in risposta alle incessanti pressioni degli attivisti locali – in particolare del Comitato Legamjonici – in sinergia con un gruppo di cittadini di Statte, che dal 2011, avevano riacceso i riflettori sul problema, fino a suscitare negli anni recenti l’interesse dei media nazionali. Un lavoro certosino e costante che ha portato così ad un’accelerazione della soluzione del problema.

Forse i cittadini di Statte potranno finalmente tirare un sospiro di sollievo, ma non prima del mese di giugno 2018 quando – secondo il cronoprogramma – si concluderà la bonifica che appare comunque piuttosto complessa, come emerso dal rapporto preliminare. Sì, perché dalle indagini conoscitive effettuate sulla base di quanto riportato sulle etichette dei fusti e nella documentazione allegata, sarebbero 3.344 i fusti contenenti rifiuti radioattivi di ogni genere e provenienza. Si passa dagli scarti derivanti da attività sanitarie – ospedali e cliniche pubbliche e private, laboratori Ria – a fusti contenenti sorgenti radioattive di materiali quali parafulmini, rivelatori di fumo, sorgenti di taratura, fili di Iridio, vetrino con uranio naturale. Ma non è tutto. Nel “capannone degli orrori” sono almeno 57 i fusti che contengono materiale contaminato in seguito al disastro nucleare di Chernobyl. Nel complesso il materiale radioattivo stoccato è costituito da radioisotopi dalla stabilità impressionante: U-238 (4,5×109 anni), Ra-226 (1600 anni), Am-241 (458 anni), Cs-137 (30 anni). Mentre sono oltre 379 mila i chilogrammi di radiorifiuti, radioattivi e decaduti, da smantellare.

Come avevamo ipotizzato l’operazione di bonifica è stata affidata a Sogin, la società di Stato che ha anche il compito di localizzare, realizzare e gestire il deposito delle scorie nucleari e dei rifiuti radioattivi di tutta Italia. L’opzione scelta è stata l’allontanamento dei fusti. Erano state, infatti, avanzate due ipotesi alternative di intervento proposte al ministero dell’Ambiente dal Comune di Statte. Secondo l’informativa fornita dalla Prefettura, per conto del Comune, esistevano due modalità con cui procedere: nell’ipotesi di caratterizzazione dei fusti in loco e successivo smaltimento dei rifiuti speciali non radioattivi, i costi sarebbero ammontati a 5 milioni e 125 mila euro; nell’ipotesi dell’allontanamento di tutti i fusti con successiva bonifica e avvio dello smaltimento, il conto sarebbe stato di 9 milioni e 24.600 euro.

Intanto, dal 15 maggio, sul sito del Comune di Statte è possibile prendere visione di un avviso, nel quale si legge che “nei giorni 16 e 17 maggio 2017 inizieranno i lavori di preparazione propedeutici alla rimozione dei fusti contenenti materiale radioattivo dal sito ex Cemerad di Statte. Il giorno 18 si procederà con le operazioni di carico e trasporto. Le diverse fasi dei lavori saranno svolte nel rispetto della massima sicurezza e tutela dei cittadini anche attraverso il controllo delle Forze dell’Ordine, secondo il Piano operativo d’intervento” definito ed approvato dal Commissario straordinario per l’attuazione dell’intervento di messa in sicurezza e gestione dei rifiuti pericolosi e radioattivi siti nel deposito ex Cemerad ed il Piano provinciale di emergenza curato ed approvato dal Prefetto di Taranto. Tutte le attività necessarie alla rimozione ed allontanamento dei fusti, contenenti materiale radioattivo, presenti nel sito ex Cemerad di Statte, sono state concluse secondo quanto previsto dalla Legge e nel rispetto del cronoprogramma predisposto dal Commissario straordinario per l’attuazione dell’intervento di messa in sicurezza e gestione dei rifiuti pericolosi e radioattivi siti nel deposito ex Cemerad ed approvato dal Governo. Presso la Prefettura di Taranto è costituito un gruppo tecnico al quale i cittadini potranno rivolgersi per ogni altra informazione.

Ai cittadini di Statte non resta, dunque, che attendere l’esito della bonifica con la speranza si giunga realmente alla soluzione di un problema che tiene in apprensione intere famiglie vissute per anni nel timore di ammalarsi. Noi faremo la nostra parte raccontando la verità.

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Autore:

Responsabile del Comitato Legamjonici di Taranto. Nel 2010 consulente di parte nell’inchiesta “Ambiente svenduto” sull’Ilva.