La Regione Basilicata concede il via libera alla messa in produzione di 2 pozzi petroliferi nel Parco nazionale Appennino Lucano Val d’Agri-Lagonegrese, le cui autorizzazioni violerebbero norme comunitarie.
In Basilicata i pozzi petroliferi nel Parco nazionale sono una realtà già da tempo. Infatti, il Parco è arrivato dopo il petrolio. Ma la situazione è destinata a peggiorare. Mentre il presidente della giunta regionale della Basilicata, Marcello Pittella, presenta sulla stampa locale il suo dossier “Nero su bianco” – nel quale, tra i vari argomenti, si rassicura circa la sostenibilità delle attività petrolifere in territorio lucano – l’Ufficio urbanistica e tutela del paesaggio del Dipartimento ambiente della Regione ha concesso autorizzazione paesaggistica per la messa in produzione dei pozzi “Cerro Falcone 3” e “Cerro Falcone 4”. La località in cui sorgeranno è Bosco Farneto di Calvello, in provincia di Potenza, ma soprattutto all’interno dei confini del Parco nazionale Appennino Lucano Val d’Agri-Lagonegrese.
A denunciare le operazioni di aggiornamento del programma dei lavori per la concessione di coltivazione “Val d’Agri”, da parte di Eni, è l’Organizzazione lucana ambientalista (Ola).
La Ola, nel merito, ha nuovamente sollecitato l’intervento dell’Unione Europea in quanto le autorizzazioni concesse dagli uffici regionali – con Determinazione dirigenziale del 3 febbraio 2015 – riguardano “non solo i siti Natura 2000 dell’Unione Europea, ma anche l’area del Parco”, anche in considerazione che “la deliberazione della Giunta regionale della Basilicata n.392 del 5 aprile 2010 – che approvava l’intesa, ai sensi dell’art.5, comma 3 ed art.6, comma 1 dell’Accordo Stato-Regioni del 24 aprile 2001 per la messa in produzione dei pozzi Cerro Falcone 3 e Cerro Falcone 4 – sarebbe illegittima.”
L’illegittimità è riferita ad una possibile violazione di norme nazionali e comunitarie di salvaguardia dell’ambiente e delle aree protette nazionali. “Pertanto si richiede all’Unione Europea una verifica urgente circa l’operato degli enti regionali, del ministero dell’Ambiente.”
La determina dirigenziale del 3 febbraio 2015, oltre a concedere il via libera ai pozzi “Cerro Falcone 3” e “Cerro Falcone 4”, rilascia l’autorizzazione paesaggistica – ai sensi della Legge regionale n.50/93 – i lavori di riperforazione (work-over) del pozzo “Monte Enoc 5”, in località Porcile-Serrone-M.Castelluccio, che ha già ricevuto il parere positivo dell’amministrazione comunale di Viggiano. Partono dall’interno di un’area protetta le operazioni petrolifere che porteranno all’aumento delle estrazioni di greggio in Val d’Agri, fino ad una soglia probabilmente prossima ai 129 mila barili al giorno, concretizzabile nei prossimi anni.