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Taranto, le scuole del quartiere Tamburi non riapriranno

Con una nuova ordinanza il primo cittadino di Taranto ha prorogato fino alla fine dell’anno la chiusura dei plessi scolastici Deledda-De Carolis.

Le scuole del rione Tamburi di Taranto non riapriranno prima del 2020. Una decisione che era già nell’aria. A farlo presagire il provvedimento sindacale dello scorso 2 marzo che disponeva lo stop delle attività fino alla fine del mese per consentire all’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente di Puglia di effettuare le indagini di monitoraggio della qualità indoor/outdoor (dentro/fuori) degli istituti. I risultati delle prime indagini dovevano essere comunicati «immediatamente e continuamente» al sindaco Rinaldo Melucci.
Ma, di fatto, questo non sarebbe accaduto, poiché la nuova ordinanza sindacale – la n.10 del 29 marzo 2019 (Provvedimento consequenziale di urgenza, ndr) – precisa che «ad oggi è necessario prorogare i termini disposti con la richiamata Ordinanza, data la necessità, peraltro, di continuare il monitoraggio della qualità dell’aria e che allo stato attuale non vi sono nuovi elementi che fanno presupporre motivazioni per caducare il provvedimento sindacale, anche alla luce delle evidenze emerse nell’ambito dei tavoli di confronto tenutisi sulla questione legata alle Collinette Ecologiche.»
Le “collinette” – sequestrate dai carabinieri del Noe su disposizione della Procura di Taranto, lo ricordiamo, sono delle vere e proprie discariche, piene di rifiuti pericolosi e tossici, e si trovano in prossimità dei due plessi scolastici.
In quest’ultima decisione Rinaldo Melucci ha tenuto conto del confronto, a tratti acceso, avuto con i gruppi consiliari di opposizione nel Consiglio monotematico del 25 marzo, che ha visto la partecipazione di Arpa, Asl, Regione Puglia e Commissario per le bonifiche.
E ritiene «[…] di dover provvedere in merito con l’urgenza del caso […] che viene adottato in ragione dei potenziali pericoli prospettati dagli organi competenti in materia ambientale e sanitaria, a tutela della salute pubblica in particolare dei soggetti più esposti.»
«È assurdo che per potenziali pericoli si chiudono le scuole. Invece per rischi alla salute dimostrati e confermati, anche durante il Consiglio di lunedì, da Arpa e Asl, non si adotta lo stesso principio precauzionale.»
A dichiararlo è il consigliere comunale Vincenzo Fornaro, ex candidato sindaco e imprenditore agricolo a cui furono abbattute 500 pecore a causa dei livelli troppo alti di diossina. «Perché – continua Fornaro – sono state usate le stesse parole che erano presenti nella mozione di chiusura delle fonti inquinanti, contestata e non votata dalla stessa maggioranza? Tutti sappiamo e sanno che quella fabbrica causa morte. Perché per mettere fine all’inquinamento proveniente dall’ex Ilva, ora ArcelorMittal, si cercano sempre dati di conferma sulla sua pericolosità? L’urgenza della città di Taranto non ha manifestazione tempestivamente visibile agli occhi dei tanti, tutto si consuma su una continua realtà di emissioni inquinanti, decessi, e privazione di una vita normale. Una storiaccia, questa, fatta di ordinanze, smentite ed urgenze. Tutte fasi repentine che lentamente stanno creando un danno non percepibile ora, ma a breve tempo sì. Tutti sottovalutano il danno emotivo e psicologico nei bambini, unici vinti di questa vicenda che a volte ha il vezzo del fantasy.»
E di danno psicologico ne parla anche Antonella, mamma che vive al quartiere Tamburi. «Tutto vergognoso! I miei figli piangono, si disperano quando devono andare a scuola di pomeriggio, quando tocca loro il turno pomeridiano. È difficile e quasi impossibile per i bambini frequentare, dopo le 18,40, dopo un pomeriggio di studi, il corso di basket, di ballo. Insomma, tutte quelle attività extrascolastiche che amano tanto. Stanno rinunciando alle loro passioni, pur non volendo. Spesso mi chiedono cosa sta succedendo, ed io cosa rispondo? Non ho risposta, perché neanche io ho chiaro cosa sta accadendo davvero. Ho solo paura per i miei figli e al momento l’unica soluzione possibile per noi è andarcene da Taranto.»
Le paure, qui sono legittime. Lo stato di confusione è alto. Cosa c’è di assurdo? Ce lo riporta, ancora Antonella: «Per le classi quinte della Deledda verranno aperte quelle stesse aule che sono state interdette per rilevamento di un valore extra soglia di gas radon. Ma siamo animali da vivisezione?»

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Autore:

Nata al quartiere Tamburi di Taranto ai piedi dell’Ilva, la più grande ed inquinante industria siderurgica d’Europa. Quelle polveri sottili, quella mancanza di informazioni sulla loro natura destano la sua curiosità e da qui inizia il percorso di attivista del quartiere, segno di fame dove tutto era impossibile a sapersi ma facile da vedere. Inizia a collaborare con testate giornalistiche locali, online e offline, dove mette al centro la comunità, le donne e il forte senso di appartenenza ad un territorio di frontiera il più delle volte con vita a sé. Le questioni sociali, ambientali sono il file rouge della sua attività nella redazione giornalistica di <strong>Telerama</strong> e di <strong>Radio Popolare Salento</strong>. Ha collaborato con <strong>NarcoMafie</strong>. Fondatrice di <strong>Donna a Sud</strong>, Festival delle culture al femminile del Mediterraneo. Vicepresidente dell’Associazione <strong>Iwoman</strong>. Creator di In <strong>Sommovimento</strong>, incontri e appunti tra culture contemporanee.