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Abruzzo, condanne per la gestione del sansificio di Treglio

Il Tribunale di Lanciano ha condannato amministratori di due società. Un’importante conferma alle denunce dell’associazione Nuovo Senso Civico, che da sette anni si oppone all’impianto.

Il 17 luglio scorso il Tribunale di Lanciano ha condannato, rispettivamente ad 8 e 6 mesi, Antonio Vecere, amministratore della Gestione Calore Treglio srl, e Enrico Vecere, amministratore della Sansifici Vecere srl. Per il primo la pena è stata commutata in una multa di 60 mila euro, per il secondo invece in una multa da 40 mila euro.

Quella del sansificio di Treglio è una vicenda importantissima per tutto il comprensorio frentano. L’associazione Nuovo Senso Civico, da sette anni, denuncia il pesante inquinamento dell’impianto, a cui si è poi aggiunta una centrale a biomasse. Una mobilitazione che 2011 ha portato in piazza almeno un migliaio di cittadini. Così come ad un’inchiesta giudiziaria, con perizie affidate anche a consulenti che si sono occupati del caso Ilva di Taranto: Mauro Sanna, Nazareno Santilli e Roberto Monguzzi.

Nel gennaio 2015 la Procura di Lanciano ha sequestrato gli impianti. Ordinanza che ha preceduto l’avvio del processo. A fine ottobre 2016 la stessa Procura ha autorizzato la riapertura del sansificio. Il 30 gennaio scorso si è tenuta la conferenza dei servizi in Regione per il rilascio dell’Autorizzazione unica ambientale, per i prossimi 15 anni. Nonostante il parere espresso da tutti gli enti presenti, tra i quali era assente l’Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente, la Regione ha deciso di non chiudere la conferenza con una decisione finale. Di fatto una “non scelta” che ha spinto Nuovo Senso Civico ad informare della vicenda anche l’Autorità nazionale anticorruzione. Nei giorni successivi la Stazione ornitologica abruzzese ha denunciato che nella Valutazione d’incidenza, presentata alla conferenza, ci sarebbe una sorta di copia-incolla fatto da altre relazioni abruzzesi, toscane e venete. Le conclusioni della Valutazione “sono identiche parola per parola a quelle di un progetto per l’ampliamento di una discarica in Veneto. In tutto il paragrafo cambiano solo i nomi dei Sic.
Le condanne confermano la correttezza delle denunce di Nuovo Senso Civico. E, come sottolineano dalla stessa associazione, consentiranno ai cittadini di Treglio, e del circondario, di respirare un’aria più sana. Il primo cittadino, Walter Berghella – dopo aver affermato che ora s’impone per la Regione di obbligare la delocalizzazione degli impianti – ha sottolineato che dopo il sequestro degli impianti si è registrato addirittura un incremento demografico.

La Procura di Lanciano ha accusato Antonio Vecere di aver costruito la centrale a biomasse “in assenza della prescritta autorizzazione a bruciare rifiuti, da rilasciare per capacità superiore a 10 tonnellate al giorno, ovvero della procedura di Via per capacità superiore a 100 tonnellate al giorno” e di aver bruciato “rifiuti rappresentati dalla sansa di oliva prodotta dal Sansificio Vecere di cui non veniva attestata la conformità” (anche se autorizzato a bruciare combustibili). Su Enrico Vecere, invece, pende l’accusa di “aver prodotto ceneri qualificabili come rifiuti non pericolosi”, di consentire “il trasporto e lo smaltimento senza la prescritta autorizzazione” e di non rispettare “le prescrizioni previste, producendo emissioni di monossido di carbonio non consentite”. Il Tribunale ha riconosciuto l’inquinamento ambientale mentre per lo smaltimento ha assolto gli imputati.
Tra le 47 parti civili che si sono costituire anche il Comune di Treglio e Nuovo Senso Civico. Il resto sono cittadini. I danni richiesti vanno da 25 a 50 mila euro ciascuno. Il giudice ha disposto che i risarcimenti dovranno essere quantificati in sede civile “per la grave compromissione dello stile di vita di cittadini che hanno dovuto far fronte alle molestie arrecate dagli impianti”.

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Autore:

Attivista di vari movimenti pacifisti e ambientalisti abruzzesi, referente locale dell’associazione Antimafie Rita Atria e PeaceLink.