“Oggi è un giorno importante per Taranto. Iniziano infatti i lavori per la copertura del parco minerale e del parco fossile dell’Ilva.” Recita questo un comunicato ufficiale del ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, diffuso a margine della conferenza stampa indetta oggi dalla società Cimolai spa, esecutrice dei lavori presso lo stabilimento siderurgico di Taranto. In realtà, tra ambientalizzazione e conservazione dello status quo, è ancora più attesa la bonifica completa dei luoghi da lungo tempo contaminati.
È tutto pronto a Taranto per l’inizio dei lavori di copertura dei parchi fossili e parchi minerali Ilva. Gli interventi, progettati dall’azienda friulana Cimolai spa, rappresentano “un’opera gigantesca, due enormi capannoni lunghi 700 metri e larghi 250, un’area grande quanto 56 campi di calcio, che risolverà definitivamente il problema del sollevamento delle polveri che nei giorni di vento coprono il quartiere Tamburi”. A specificarlo è il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, intervenuto direttamente dallo stabilimento siderurgico. Ma Galletti si è spinto anche oltre, dichiarando che la popolazione tarantina non attendeva altro. In realtà, ancora più attesa è la completa bonifica dei luoghi che per anni sono stati sottoposti ad una massiccia contaminazione da inquinanti persistenti e, dunque, la chiusura di un ciclo produttivo dannoso ed economicamente ormai alla deriva.
Ma il ministro – in carica dal 2014 – è stato ben istruito dal suo partito (il Partito democratico) dal momento che ripete come un mantra il solito concetto ormai stantìo, vecchio di almeno dieci anni, finalizzato a mantenere lo status quo, ovvero che “i lavori delle due coperture saranno completati entro giugno del 2020 chiudendo definitivamente una pagina ambientalmente insostenibile per Taranto e contribuendo, assieme alle altre opere di ambientalizzazione previste, a rilanciare un’Ilva che non sia più un pericolo ma diventi solo una risorsa di crescita occupazionale ed economica per la città e per il paese.”
La popolazione tarantina resterà dunque, ancora una volta, in attesa, con l’anima in pace, almeno per quanto riguarda lo spolverio, specie nei giorni di Wind day, fino al 2020. Fino a questa data – e oltre – c’è tempo per nuovi intoppi e per ricambiare le carte in tavola.