Periodico indipendente su Ambiente, Sud e Mediterraneo / Fondato il 23 dicembre 2015
 

Anticorruzione blocca la vendita della discarica ex Ecolevante di Grottaglie

L’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), con una delibera dello scorso 21 febbraio, ha bocciato la vendita di Linea group holding (Lgh) all’azienda multiservizi A2A. Lgh è il gruppo di cui fa parte Linea ambiente srl, gestore della discarica ex Ecolevante di Grottaglie.

La discarica ex Ecolevante di Grottaglie resta a Linea ambiente srl. Stoppato, quindi, l’accordo tra Lgh e A2A sancito nel 2016.
A2A e Lgh sono entrambe società lombarde di servizi. A2A è una società per azioni, privata, che fa capo ai Comuni di Brescia e Milano. Lgh è una multiservizi municipalizzata, e quindi pubblica, che opera nei territori di Cremona, Pavia, Lodi, Rovato e Crema.
Nonostante il parere positivo dell’Antitrust, e la volontà determinata di molti sindaci dei Comuni cui fa capo la municipalizzata, l’Anac ha bocciato la fusione di A2A con Lgh, che cedendo il 51 per cento avrebbe rinunciato ad ogni potere decisionale, perché la vendita era avvenuta tramite trattativa privata invece che con bando pubblico.
A sporgere denuncia, prima all’Antitrust e poi all’Autorità nazionale anticorruzione, fin dal 2016, sono stati i consiglieri comunali e regionali di Pavia, Cremona e Brescia del Movimento 5 Stelle. E ora si dovrà pronunciare anche la Corte dei conti, dietro sollecitazione dell’Anac, perché la cessione privata avrebbe impedito “la massima valorizzazione economica delle azioni che avrebbe potuto ottenersi con una procedura ad evidenza pubblica.
Il comitato Vigiliamo per la discarica fin dall’inizio della trattativa, nel 2015, ha dato notizia della vendita che avrebbe coinvolto anche la discarica ex Ecolevante di Grottaglie, poi venduta a Linea ambiente srl, sollevando in modo chiaro il problema delle fideiussioni.
Il comitato chiedeva alla amministrazione di allora di controllare se fossero state versate, e se fossero congrue, le fideiussioni necessarie alla gestione e ai 30 anni di post gestione dei tre lotti della discarica, prima che la stessa fosse venduta per la seconda volta.
Infatti, la sentenza del Tar di Lecce del 5 aprile 2005 – a seguito del ricorso del nostro comitato – aveva riconosciuto come non congrue le fideiussioni presentate da Ecolevante per il primo e il secondo lotto. In un comunicato del 2008, dell’allora assessore regionale all’Ambiente, Michele Losappio, si evidenziava come Ecolevante avrebbe contestato l’obbligo delle fideiussioni finanziarie.
Ora una seconda vendita della discarica ex Ecolevante di Grottaglie sembrerebbe scongiurata, ma tutti gli interrogativi sulle fideiussioni restano.

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