La notizia di questi giorni è che le ecoballe di Taverna Del Re, a Giugliano di Napoli – in Campania – sarebbero dirette nei cementifici di Casablanca e Settat, in Marocco. Si parla di 2500 tonnellate. Immediata la protesta nello Stato nordafricano. È stata promossa una petizione che ha superato le 11 mila firme, approdando anche in Parlamento, dove le opposizioni contestano al Governo centrale di aver accettato rifiuti “velenosi” nel momento in cui nel Paese si sta avviando – con il bando dei contenitori in plastica – un’importante svolta ecologica.
In Italia, l’allarme delle associazioni ecologiste marocchine è stato rilanciato da un’interrogazione parlamentare rivolta al ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, a firma di Khalid Chaouki, Eleonora Cimbro, Chiara Braga e Floriana Casellato del Partito Democratico. Dopo aver sottolineato che proprio in Marocco, a novembre, si terrà la XXII Conferenza mondiale sul clima “che si propone di dare attuazione a quanto già deciso a Parigi e cioè eliminare gradualmente tutte le sovvenzioni ai combustibili fossili verso una transizione energetica che punti al 100 per cento di energie rinnovabili entro il 2050”, i parlamentari italiani chiedono al ministro se è “a conoscenza dei fatti e se non ritenga urgente procedere ad una approfondita verifica della vicenda al fine di chiarire quale tipologia di rifiuti sarebbero arrivati nel porto marocchino e se tali rifiuti siano in linea con i parametri internazionali relativi allo smaltimento degli stessi”. Anche perché la vicenda sta assumendo dei risvolti inaspettati.

Immagine tratta da Il Mattino di Napoli / http://ilmattino.it/napoli/cronaca/rifiuti_marocco-1837992.html
Nelle scorse ore, infatti, sembrerebbe prendere piede un vero e proprio “giallo” circa la provenienza dei rifiuti. Le ecoballe dirette in Marocco sarebbero partite dall’Abruzzo e non dalla Campania. La stampa marocchina – come evidenziato e documentato dal fotogiornalista Nicola Baldieri (co-autore de Il volto di Gomorra, premio Giancarlo Siani 2011 e International Siani Reportage Prize 2013) – ha diffuso la foto di una delle ecoballe riportanti i dati di produzione. Stando a quanto emerge dalle immagini, le ecoballe sono state confezionate il 27 maggio 2016 mentre il cantiere delle ecoballe campane è stato inaugurato quattro giorni dopo. Le stesse immagini, inoltre, mostrano che la ditta produttrice è la Deco – con sede a San Giovanni Teatino, in provincia di Chieti – impegnata nella gestione e nello smaltimento rifiuti in Abruzzo – con due discariche, due impianti di “recupero energetico” e un impianto di “trattamento meccanico biologico” – e in altre regioni italiane. Perché è stata indicata Taverna Del Re come località di partenza delle ecoballe se – date alla mano – sembrerebbe essere un altro il luogo di spedizione? Da dove provengono realmente? Perché i rifiuti italiani vengono conferiti nei cementifici di uno Stato extra-UE?
Lo scorso 11 giugno – a margine della visita in Campania del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, durante la quale è stata annunciata la rimozione delle ecoballe di Giugliano entro tre anni – sono emersi i nomi di possibili Paesi destinatari dei rifiuti. Nello specifico Spagna, Portogallo, Bulgaria e Romania. Ma l’Agenzia romena per la protezione dell’Ambiente ha smentito di aver ricevuto richieste in tal senso dall’Italia, aggiungendo che “anche nel caso in cui la Romania dovesse ricevere una notifica del genere, essa sarebbe automaticamente respinta poiché l’introduzione di rifiuti sul territorio romeno, allo scopo del loro smaltimento, è vietata dalla legge” romena.