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Ecotassa in Puglia, parere favorevole al ddl

La Commissione bilancio della Regione Puglia ha dato il via libera alla dotazione finanziaria di un sistema normativo di applicazione dell’ecotassa per la gestione dei rifiuti solidi. Contrari Movimento 5 Stelle, Forza Italia, Direzione Italia e Liberi e Uguali, che si sono astenuti all’approvazione del provvedimento.

Il disegno di legge riguardante il “Tributo speciale per il deposito in discarica e in impianti di incenerimento senza recupero energetico dei rifiuti solidi” ha lo scopo di adeguare la normativa regionale in materia di rifiuti ed ecotasse a quella nazionale, ovvero la legge n.221 del 28 dicembre 2015.
In particolare, l’attenzione è rivolta agli obiettivi di raccolta differenziata che possono essere riferiti a ciascun Comune, anziché in Ambito territoriale ottimale (Ato). In sostanza, per incrementare la raccolta differenziata di rifiuti viene introdotto un sistema che lega le tariffe dell’ecotassa alle percentuali di raccolta differenziata raggiunte dai singoli Comuni. Maggiore è il superamento del livello di raccolta differenziata minore sarà il tributo speciale.
Un’addizionale del 20 per cento al tributo speciale per il deposito dei rifiuti solidi in discarica viene posta direttamente a carico dei Comuni che non abbiano raggiunto gli obiettivi di raccolta differenziata. La quota del 20 per cento del gettito sarà ripartita tra i Comuni nei quali sono presenti discariche o impianti di incenerimento senza recupero energetico e ai Comuni limitrofi interessati.
Gli articoli 34 e 35 della legge n.221 del 28 dicembre 2015 intervengono, infatti, sulla disciplina della ecotassa – commi 24 e seguenti dell’articolo 3 della legge n.549/1995 – allo scopo di estendere il tributo anche ai rifiuti inviati agli impianti di incenerimento senza recupero energetico e di modificare la destinazione del gettito derivante dal tributo. In più, vengono assoggettati al pagamento dell’ecotassa, nella misura ridotta del 20 per cento, tutti gli impianti di smaltimento mediante incenerimento a terra.
Viene, inoltre, variata la destinazione della quota del tributo depositato in un apposito fondo della Regione, per il sostegno dei costi sopportati dai Comuni più virtuosi. Una parte del fondo, derivante dalla tassazione dei fanghi di risulta, sarà impiegata a favore di investimenti di tipo ambientale che riguardano i rifiuti del settore produttivo.
È previsto anche un aumento di 200 mila euro che si aggiunge alla quota del gettito derivante dall’ecotassa. Questo per consentire il potenziamento della macchina amministrativa gestita dal distretto regionale che si occupa di ciclo dei rifiuti e di bonifiche.
Il disegno di legge si presenta come un vero e proprio deterrente e fissa l’ammontare del tributo speciale per il deposito in discarica di ogni chilogrammo di rifiuto solido: 0,0200 euro per i rifiuti speciali pericolosi; 0,0100 euro per rifiuti speciali non pericolosi; 0,0065 euro per i rifiuti speciali misti da costruzione e demolizioni; 0,02582 euro per i rifiuti solidi urbani, per l’incenerimento dei rifiuti senza recupero di energia e in caso di discariche abusive, abbandono, scarico e deposito incontrollato di rifiuti.
Il timore è che questo sistema sanzionatorio possa accanirsi su quei Comuni che, loro malgrado, sono dotati di discariche e inceneritori, impianti calati dall’alto. Cosa accadrebbe, ad esempio, a Grottaglie, in provincia di Taranto, se venisse approvato l’ampliamento della discarica? Un progetto a questo punto insensato. Una prospettiva di gestione dei rifiuti contro la quale molti sindaci, associazioni e cittadini hanno di recente manifestato.

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Autore:

Responsabile del Comitato Legamjonici di Taranto. Nel 2010 consulente di parte nell’inchiesta “Ambiente svenduto” sull’Ilva.