Quella dei rifiuti a Brindisi è “un’emergenza che permane e richiede una indagine conoscitiva sulle responsabilità”. La denuncia arriva dall’oncologo e rappresentante dell’Associazione Salute Pubblica, Maurizio Portaluri, che Terre di frontiera ha intervistato nell’ottobre 2016, su salute e industria.
La situazione rifiuti a Brindisi, con i connessi riflessi igienico-sanitari, non migliora. Anzi, in alcune zone, presenta caratteri di aggravamento nonostante l’aggiudicazione da parte di una nuova ditta dell’appalto di gestione. Una procedura negoziata senza bando, annunciata il 29 giugno e accompagnata da trionfali rassicurazioni.
Le quantità di rifiuti che stazionano per giorni nelle strade, ed il numero dei punti di raccolta che i cittadini hanno spontaneamente creato per non tenerli a lungo dinanzi ai loro ingressi, sono aumentati anziché diminuire. Molti cittadini, quotidianamente, postano sui social network una discreta quantità di foto e la stampa locale produce di continuo preoccupati servizi a riguardo. La richiesta emersa dalle manifestazioni popolari svoltesi il 24 maggio e il 29 giugno, dinanzi al Palazzo di Città, di adottare provvedimenti urgenti per l’emergenza rifiuti a tutela di diritti fondamentali, non ha trovato ascolto da parte del Commissario prefettizio che ha, peraltro, omesso di dare qualsiasi risposta ad una nostra reiterata richiesta di incontro per un democratico confronto sul problema.
In occasione di entrambe le manifestazioni abbiamo illustrato le ragioni e le condizioni che a nostro parere facevano e, ancora oggi, fanno rientrare gli accadimenti di questi mesi tra quelli per i quali si devono adottare, da parte dell’Amministrazione comunale, quei provvedimenti immediati specificatamente previsti dalla normativa in materia di rifiuti e, in particolare, dall’articolo 191 del decreto legislativo n.152 del 3 aprile 2006. L’avvio del servizio da parte della nuova azienda, a seguito della citata procedura negoziata, probabilmente per difficoltà oggettive legate alla gravità ed alla complessità della situazione, non ha apprezzabilmente ridotto il grave disagio.
Nel corso della manifestazione del 29 giugno è stata avanzata un’ulteriore pressante richiesta. A nostro parere il Commissario prefettizio dovrebbe avviare un’indagine conoscitiva sulle cause che hanno provocato i rischi ed i danni che sono sotto gli occhi di tutti. Riproponiamo questa istanza con rinnovata determinazione, ritenendo essenziale che si faccia luce sull’accaduto.
La situazione igienico-sanitaria a causa delle inadeguatezze della raccolta rifiuti continua ad essere grave nonostante le rassicuranti dichiarazioni del rappresentante dell’azienda subentrante che, per quanto si evince da alcuni servizi della stampa locale, sembra stia perpetuando l’errore di far quel che può a partire da dove il fenomeno è più appariscente e non, invece, da dove presenta caratteri di maggiore gravità.
Chiediamo al Commissario prefettizio di adottare i necessari provvedimenti urgenti, in qualche modo integrativi rispetto a quelli adottati per salvaguardare la salute e l’igiene pubblica e ad avviare con sollecitudine la sopra menzionata indagine conoscitiva per verificare se quanto è accaduto, e accade sul problema dei rifiuti in danno della comunità cittadina, sia da ascrivere solo a responsabilità politiche o se sia stato cagionato anche da responsabilità giuridicamente rilevanti (civili sotto il profilo risarcitorio nell’interesse della comunità, disciplinari, penali).
Esprimiamo poi l’auspicio che i competenti uffici della Asl procedano ai necessari accertamenti per verificare se sussistano pericoli in atto per l’igiene e la salute pubblica. Inviamo, infine, la presente lettera al Procuratore della Repubblica per opportuna notizia e per eventuali valutazioni di sua competenza.