Pale in fiamme. Potrebbe essere il titolo di un eco-thriller dai toni marcatamente green. Ma in Alta Irpinia, in provincia di Avellino, non di rado la realtà supera l’immaginazione pura e semplice.
Il rotore di una pala eolica a traliccio sita in località Macchialupo – tra i comuni di Lacedonia e Bisaccia – prende improvvisamente fuoco. La nube densa si vede da lontano. Le eliche non sembrano volersi arrendere alle fiamme e non smettono, inesorabilmente, di continuare a girare. Per ore e ore. La pala eolica in fiamme, installata attorno agli anni 2000 dall’Ivpc (Italian vento power corporation) è oggi di proprietà della Erg Wind 4 srl. Sul posto sono arrivati i Carabinieri, la Polizia municipale, i Vigili del fuoco. Persino i tecnici della Erg Wind 4, società che dovrebbe occuparsi anche della manutenzione ordinaria – e in questo caso straordinaria – degli aerogeneratori in questione.
È solo l’ultimo episodio in ordine di tempo. L’ultimo tassello di un puzzle complicato, che tiene conto di un atteggiamento sedimentatosi in seno alle comunità dopo oltre trenta anni di “eolico selvaggio”. Oggi c’è un clima di sospetto che attraversa trasversalmente la società civile e i comitati che si oppongono a questa forma squilibrata di green economy. Un clima di preoccupazione. Perché non è la prima volta che la manutenzione ordinaria di questi impianti lascia a desiderare. E non è la prima volta che i parchi eolici, comunemente marchiati con lo stemma della sostenibilità ambientale, si dimostrino invece poco inclini a conformarsi al territorio nel quale vengono forzosamente impiantati.
“L’incendio ora si è spento, ma la pala continua a muoversi in maniera molto lenta”, dice in sindaco di Lacedonia Antonio Di Conza, recatosi personalmente sul luogo per appurare i termini della vicenda. “Tutto l’involucro che sorregge le eliche, tutta la parte del rotore, ora non c’è più. Sul luogo sono intervenuti fin dalle prime ore Carabinieri, Vigili del fuoco, Polizia municipale e, da quanto mi è stato riferito, persino la Digos. Al momento pare sia stata esclusa l’ipotesi che si sia trattato di un incendio di natura dolosa. Ma la cosa, ovviamente, va appurata nel dettaglio. Ora – spiega il primo cittadino – il primo passo è la messa in sicurezza dell’area, che è stata appositamente sbarrata per bloccarne l’accesso. Successivamente si passerà alla messa in sicurezza dell’aerogeneratore, di cui si sta occupando una società a cui la Erg Wind 4 srl delega, in casi come questi, la manutenzione. Se non ho capito male la ditta in questione è Pizzullo.”
“Potrebbe essersi verificato un corto circuito – prosegue Di Conza – o forse il troppo vento ha surriscaldato il motore. Non abbiamo ancora alcuna certezza. Quel che posso dire è che pretendo una relazione di dettaglio su tutto quello che è accaduto. La società dovrà essere in grado di spiegarci la dinamica dell’incidente e di rassicurarci circa la qualità dei monitoraggi che vengono effettuati agli impianti. Ovviamente la loro relazione sarà confrontata con quelle dei Carabinieri e dei Vigili del fuoco. La Erg sostiene di svolgere la manutenzione ordinaria in maniera maniacale. Ma queste cose vanno prese per le pinze e, soprattutto, dimostrate. Anche perché a quanto mi hanno riferito il guasto non è stato segnalato alla centrale operativa della società, che di solito rileva immediatamente malfunzionamenti del genere. E questo è molto strano. La verità – conclude – è che siamo stati fortunati. Per fortuna la pala in questione si trova in un’area isolata, non troppo prossima al centro abitato. E se l’incidente si fosse verificato di notte? Cosa sarebbe potuto accadere se ad andare in fiamme fosse stata una delle pale più vicine ai nuclei abitativi? Rispetto all’eolico nei nostri territori, il danno oramai è fatto. Le pale ci sono, ovunque. Noi, come sindaci, possiamo solo impedirne l’installazione di nuove. Ma a volte mi chiedo cosa cambi tra 150 o 160 pale nel proprio territorio.”
Con i nuovi aerogeneratori il neo sindaco di Lacedonia dovrà, suo malgrado, fare i conti molto presto. E non soltanto lui. L’Alta Irpinia sembra pronta a scrivere un nuovo capitolo dell’infinita saga sull’eolico selvaggio. La Regione Campania, lasciatasi alle spalle la travagliata moratoria sull’eolico selvaggio, ha infatti convalidato le autorizzazioni relative a quattro nuovi impianti eolici. Il primo, dalla potenza complessiva di 50,5 MW, sarà realizzato dalla società Serralonga Energia srl nel comune di Lacedonia. Il decreto del 26 gennaio 2015 – che autorizzava la società proponente a realizzare anche una stazione di trasformazione da 30/150 kV accessoria al parco eolico – viene ridimensionato nella portata. Assieme alla stazione di trasformazione vengono eliminati ben 19 aerogeneratori. Il secondo è un decreto che prende atto della voltura dalla società Decalift srl a Decawind srl dell’autorizzazione relativa alla costruzione e messa in esercizio di quattro aerogeneratori, ancora una volta a Lacedonia. Uno scambio di gagliardetti di cui certo sapranno essere grati i lacedoniesi. Il terzo parco eolico, della potenza complessiva di 20,7 MW, verrà realizzato dalla società Siri Energia srl nel comune di Monteverde. Anche in questo caso la commissione tecnica regionale ha tenuto conto di una variante di progetto che ha ridotto la potenza complessiva del parco eolico dai 48 MW autorizzati – sempre il 26 gennaio del 2015 – ai 20,7 attuali. Il quarto è un impianto da 4,5 MW che la società Amec Foster Wheeler Power srl realizzerà in località Montuccio, nel comune di Vallesaccarda.