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La guerra segreta sulle royalties del gas in Val d’Agri

Mentre l’Eni annuncia un incremento di produzione del gas estratto e lavorato presso la quinta linea del Centro olio di Viggiano, è in atto una vera e propria guerra sotterranea, a colpi di carta bollata: da una parte la compagnia di San Donato Milanese e la Shell (titolari della concessione Val d’Agri) e, dall’altra, ministero dello Sviluppo economico, Autorità per l’energia elettrica e il gas (Aeeg), Regione Basilicata e Comune di Viggiano.

Il potenziamento della quinta linea del Centro olio di Viggiano dovrebbe consentire ad Eni di raggiungere la soglia dei 104 mila barili di greggio estratti giornalmente e l’incremento della produzione di gas, dagli attuali 3,6 milioni di metri cubi/giorno a 4,6 milioni di metri cubi/giorno.
Il condizionale è d’obbligo perché la partita si sta giocando a colpi di ricorsi e contenziosi tra compagnie petrolifere, ministeri e autorità di settore.
Il primo di questi, presentato al Tar Lombardia con oggetto le aliquote relative al gas estratto in Val d’Agri, è del 18 giugno. Ad Eni e Shell non va bene la tassazione imposta dal governo. Al momento, il Tar Lombardia con due ordinanze (le numero 882 e 883 del 3 luglio) ha dato ragione a ministero dello Sviluppo economico, Aeeg, Regione Basilicata e Comune di Viggiano. Con le compagnie che, a questo punto, potrebbero ricorrere al Consiglio di Stato.
Dal sottosuolo della Basilicata si estraggono all’anno quasi la totalità dei metri cubi di gas estratto in Italia in terraferma ed un quarto della produzione nazionale di gas se includiamo nel conteggio anche le quantità estratte in mare, secondo gli ultimi dati dell’Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse.
Ma per le royalties sul gas l’apprezzamento non può essere inferiore a quello definito dall’Aeeg per mezzo dell’indice QE – ovvero la quota energetica costo materia prima gas – espresso in euro/GJ e calcolato per ciascun trimestre dell’anno di produzione con un complesso sistema che deve tener conto della vendita sul mercato del gas e delle franchigie, che rappresentano le quote esenti di tassazione per produzione di olio e gas.
Un sistema, questo, che già avvantaggia le compagnie petrolifere e penalizza i territori, con le società che puntano ad estrarre e fare affari sul gas oggi, più che domani, considerando che il prezzo del barile è crollato ai minimi storici.
Ma sulle trattative segrete le istituzioni regionali e locali non parlano, preferendo muoversi ancora una volta con accordi sotterranei con il governo centrale e le compagnie.
Quali saranno le nuove emissioni di gas serra delle fonti fossili in Basilicata? Quali saranno i nuovi costi per i danni che provocheranno all’ambiente e alla salute dei cittadini le emissioni inquinanti in Val d’Agri?

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Autore:

Giornalista, direttore del periodico Terre di frontiera. Reporter per la Terra 2016 e Premio internazionale all'impegno sociale 2015 Livatino-Saetta-Costa. <a href="https://www.pietrodommarco.it">About me</a>