La replica del ministero dell’Ambiente ad un comunicato stampa di associazioni e cittadini sull’Ilva pubblicato dal nostro periodico. Il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa: «Noi dobbiamo assicurare al cittadino che al centro dell’azione di qualsiasi governo o Parlamento vi sia la tutela piena del bene primario che si chiama vita.»
In merito all’articolo pubblicato su Terre di frontiera (Ilva, il tempo del silenzio è scaduto, ndr), ci sembra doveroso precisare che il ministero dell’Ambiente sta seguendo la questione Ilva, per quanto di sua competenza, con la massima attenzione, con l’obiettivo di conciliare la tutela dell’ambiente con la salute dei cittadini e il diritto al lavoro.
Come ha dichiarato il ministro Costa, «noi dobbiamo assicurare al cittadino che al centro dell’azione di qualsiasi governo o Parlamento vi sia la tutela piena del bene primario che si chiama vita. Io mi occupo di un dicastero e non di tutta l’azione di governo, ma sull’aspetto ambientale si può fare di più e si può fare molto meglio perché quanto è finora previsto è troppo poco.»
Sul fronte della tutela ambientale, il ministero è chiamato a vigilare e a esprimersi sulle valutazioni di propria competenza, in un’ottica di sinergia con gli altri dicasteri interessati ma anche di ascolto delle associazioni ambientaliste e dei comitati. Perché le porte del ministero sono aperte e gli uffici pronti al dialogo. Circa due settimane fa, infatti, il ministro Costa ha incontrato Peacelink, che ha illustrato il Position Paper Ilva 2018, nel quale sono rappresentate le richieste della società civile.
Il fatto, poi, che l’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, abbia acceso i riflettori sugli atti del contratto di aggiudicazione è un segnale positivo: un’ulteriore garanzia a tutela di Taranto e dei tarantini, che – concordiamo con quanto scritto nel vostro articolo – meritano risposte concrete e tempi certi. Non siamo stati zitti e non staremo zitti: ve lo assicuriamo.