Periodico indipendente su Ambiente, Sud e Mediterraneo / Fondato il 23 dicembre 2015
 

Metapontino, i Comuni escano dalla zona franca

L’Associazione nazionale comuni italiani ha forse intenzione di creare in Basilicata una sezione dei comuni petrolizzati dopo quelli nuclearizzati? L’Anci contraria allo spopolamento dei piccoli comuni intende perseguire ancora il modello economico fallimentare petrolifero della Val d’Agri dove dilaga povertà, disoccupazione e chiusura di aziende agricole, come certificato da Istat e Svimez?

Il presidente dell’Anci Basilicata, Salvatore Adduce, parla dello “spauracchio” dello spopolamento facendo presa sugli amministratori locali che hanno risposto deliberando la zona franca petrolifera ed energetica. Ma con quali dati di sviluppo? Non bastava il fallimento economico di un bilancio regionale basato sul prezzo del barile, ora si è tornati all’epoca delle promesse delle zone franche idrocarburi proposte dall’ex assessore all’ambiente della Regione Basilicata, Aldo Berlinguer. In cambio di cosa? I cittadini temono che possa essere il biglietto da visita (dopo la card carburanti) delle compagnie petrolifere per fare della Basilicata l’hub energetico centro-meridionale, con numerosi titoli petroliferi che insistono in terra e in mare. Allo stesso tempo la Strategia energetica nazionale (Sen) fatta propria dal governo Renzi ha imposto con il decreto-legge “Sblocca Italia” – unitamente al referendum costituzionale del 4 dicembre – l’asservimento del territorio alle strategie energetiche e petrolifere governative già in atto. Non si capisce poi come mai, dopo aver terminato il proprio mandato, l’ex assessore Berlinguer torni ancora in Basilicata a promuovere questa zona franca che non è stata nemmeno discussa a livello parlamentare. Dopo la defunta card carburanti basata su royalties, la propaganda petrolifera è condotta con le ipotetiche zone franche? Ipotetiche perché parliamo di progetti a lungo termine e con un iter istituzionale lungo, che interessa – dopo il governo – anche l’Unione europea. Qualcuno potrebbe chiedersi: ma se sono così sicuri di portare vantaggi alla Basilicata con gli idrocarburi, perché non hanno mai aumentato le royalties e tolto le franchigie direttamente con il governo centrale e senza interessare l’Ue? Invece di rincorrere un fallimento politico-istituzionale, come quello legato al petrolio. perché Salvatore Adduce non promuove una zona franca in termini agricoli, agroindustriali, turistici e culturali, visto che la valorizzazione economica di Matera 2019 (città di cui Adduce è stato primo cittadino) si fa promuovendo le economie locali e non gli idrocarburi?

Invitiamo, pertanto, i sindaci del Metapontino – da Nova Siri a Bernalda – che hanno aderito a questa ipotetica zona franca senza aver consultato le popolazioni locali e i cittadini, ad uscirne immediatamente ed impegnare realmente l’Anci, di cui sono soci, alla promozione delle economie locali, incompatibili con gli idrocarburi.

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