Il prossimo 5 maggio è previsto il completamento della messa in gas della nuova centrale Snam a Sergnano, in provincia di Cremona. La centrale di compressione è parte integrante del già esistente campo di stoccaggio sotterraneo di gas, con una potenzialità di 1 milione di metri cubi.
La nuova centrale Snam a Sergnano è in dirittura di arrivo. Le operazioni preliminari per la sua accensione, prevista per il prossimo autunno, avvengono mentre in Abruzzo – per la centrale di compressione di Sulmona – il 21 aprile sono scese in piazza 12 mila persone contrarie all’impianto. In Abruzzo sindaci e enti locali hanno fatto di tutto per contrastare la centrale. In Lombardia, invece, è filato tutto liscio.
In Abruzzo, uno dei motivi principali di contrasto è stato il possibile impatto delle emissioni nocive di particolato, come sostenuto da diversi scienziati. In Lombardia, di contro, è andata diversamente: la Snam ha detto che non ci saranno emissioni di particolato e gli enti locali hanno accettato la versione della società. Un controsenso, visto che la Lombardia e la provincia di Cremona sono considerate le zone d’Italia con l’aria più inquinata.
In sostanza, nel silenzio delle istituzioni, avremo una nuova centrale Snam a Sergnano da 128 megawatt di capacità produttiva, con un consumo di suolo di oltre 100 mila metri quadrati. Un bel regalo visto che sempre la Lombardia detiene il primato italiano per consumo di suolo.
E così avremo altre tre turbine che emetteranno fumi a 496 gradi (da aggiungersi alle turbine dell’impianto di stoccaggio che hanno una potenza di ulteriori 150 megawatt); ulteriore gas emesso (da aggiungersi a quello dello stoccaggio di Sergnano che emette annualmente più di 1 milione di metri cubi di gas naturale); altri due sfiati che complessivamente potranno emettere più di 175 mila metri cubi di gas per la depressurizzazione dell’impianto; ulteriori emissioni di ossidi di azoto e monossido di carbonio; ulteriore inquinamento acustico.
Tutto questo mentre manca, ancora, un serio piano di monitoraggio dell’aria in grado di comparare le ricadute reali delle emissioni della nuova centrale con quelle dello stoccaggio.
Inoltre, la Provincia di Cremona, nell’istruttoria relativa all’Autorizzazione integrata ambientale non ha inserito alcun piano di mitigazione di prevenzione e precauzione per il miglioramento ambientale e per la riduzione integrata dell’inquinamento. Nel decreto autorizzativo si legge che la Snam dovrà promuovere il miglioramento ambientale qualitativo e quantitativo, ma senza specificarne le modalità.
La nuova centrale Snam di Sergnano non servirà ai cittadini ma esclusivamente per il progetto dell’Hub del gas sud-europeo, pertanto per l’esportazione del gas verso altri Paesi del Vecchio Continente. Un vero e proprio progetto speculativo imposto dall’Europa solo per i profitti delle lobby metanifere e, in particolar modo, della Snam. Non sorprendiamoci se la Snam – anche grazie ai finanziamenti agevolati della Banca europea investimenti (più di di 1,5 miliardi di euro) – ha ottenuto il massimo dei profitti. Nel primo trimestre del 2017 ha, infatti, registrato un utile operativo di 353 milioni di euro, in aumento del 6,6 per cento rispetto allo stesso periodo del 2016. E ora la Snam annuncia di aspettarsi un utile totale di 975 milioni di euro, mentre il bilancio 2017 approvato ha portato ad un utile netto di 677,3 milioni di euro.
E di cosa dobbiamo lamentarci? La Snam è partecipata principalmente da privati, banche e assicurazioni, mentre la partecipazione statale è sotto il 30 per cento. Profitto per i privati e sempre inquinamento e rischi per noi cittadini.