Il Comitato per la valutazione dei rischi (Rac) dell’Echa, Agenzia europea per le sostanze chimiche, ha concluso che “le prove scientifiche disponibili non soddisfano i criteri per classificare il glifosato come un agente cancerogeno, mutageno o come tossico per la riproduzione”. A darne notizia è l’agenzia di stampa Adnkronos.
Considerati i numerosi dati scientifici, il Comitato ha concluso che le prove disponibili al momento confermano l’attuale classificazione armonizzata di glifosato come “sostanza che causa gravi lesioni oculari ed è tossica per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata“. Rac ha concluso che “le prove scientifiche disponibili non soddisfacevano i criteri del regolamento Clp per classificare il glifosato per tossicità d’organo specifica, o come cancerogeno, mutageno o per tossicità riproduttiva“, si legge nella nota. Il parere sarà tenuto in considerazione quando la Commissione e gli Stati membri dovranno considerare la possibilità di rinnovare, quest’anno, l’approvazione per l’utilizzo di glifosato come sostanza attiva nei pesticidi.
Una settimana fa, proprio in attesa del giudizio Echa arrivato oggi, la coalizione italiana #StopGlifosato ha denunciato il “rischio conflitto di interessi nel Comitato dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa) che dovrà esprimersi a breve sul glifosato”, associandosi all’allarme lanciato da alcune associazioni in Europa. Ad essere attenzionati – riferiscono in un comunicato congiunto Aiab, Federbio, Lipu, WWF, Legambiente e Biodinamica – tre membri Echa. Si tratta del presidente Tim Bowmer – che ha lavorato per società di consulenza nel settore chimico per venti anni e il suo contratto con le industrie di questo settore si è concluso il giorno precedente alla data in cui è diventato presidente del comitato di valutazione dei rischi dell’Echa – e di altri due membri: Sławomir Czerczak (membro Rac per la Polonia, a capo del Chemical safety of the nofer institute of occupational medicine) e Tiina Santonen (membro Rac per la Finlandia, a capo del Chemical safety team del finnish institute of occupational health).
“Si tratta di una valutazione che riguarda la salute dei cittadini europei e la tutela dell’ambiente in cui viviamo – afferma Maria Grazia Mammuccini, portavoce della coalizione #StopGlifosato – e dobbiamo avere assoluta garanzia d’indipendenza sugli esperti chiamati ad esaminare il dossier e invece anche questa volta ci troviamo di fronte ad un conflitto d’interessi.”
Il mese scorso una vasta coalizione di organizzazioni della società civile ha lanciato un’iniziativa dei cittadini europei (Ice) chiedendo alla Commissione europea di vietare l’uso del glifosato, riformare il processo di approvazione dei pesticidi a livello Ue ed impostare obiettivi vincolanti per ridurre l’uso dei pesticidi in Europa. Per dire di no al glifosato hanno già firmato oltre 430 mila persone.