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Pesticidi nelle acque italiane: il primato è del glifosato

I pesticidi nelle acque italiane sono 259. Salgono, invece, a 400 i pesticidi ricercati. Nelle acque superficiali il glifosato – insieme al suo metabolita Ampa – è l’erbicida che presenta il maggior numero di superamenti. A certificarlo è uno specifico rapporto nazionale stilato dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra).

Tra i pesticidi nelle acque italiane, nel 2016, glifosato e Ampa risultano superiori agli standard di qualità ambientale previsti dalla norma: rispettivamente nel 24,5 per cento e nel 47,8 per cento dei siti monitorati per le acque superficiali.
Degna di nota anche la presenza di altri erbicidi, come nel caso del metolaclor, che supera i limiti nel 7,7 per cento dei punti di monitoraggio e del suo metabolita metolaclor-esa, che tuttavia è ricercato solo in Friuli Venezia Giulia e che supera i limiti nel 16 per cento dei siti, nonché del quinclorac, superiore ai limiti nel 10,2 per cento dei casi. Tali valori dimostrano l’opportunità di estendere in maniera uniforme il monitoraggio anche in altre regioni.
Nel complesso, salgono a quasi 400 le sostanze ricercate in Italia. La situazione è differente tra regione e regione ed è indispensabile incrementare il monitoraggio riguardo a nuove sostanze indicate dalle linee guida dell’Ispra.
In generale sono 35.353 i campioni di acque superficiali e sotterranee analizzate in Italia nel biennio 2015-2016, per un totale di quasi 2 milioni di misure analitiche e 259 sostanze rilevate (erano 224 nel 2014). Nel 2016, in particolare, sono stati trovati pesticidi nel 67 per cento dei 1.554 punti di monitoraggio delle acque superficiali e nel 33,5 per cento dei 3.129 punti delle acque sotterranee, con valori superiori agli Sqa (Standard di qualità ambientale) nel 23,9 per cento delle acque superficiali e nel 8,3 per cento delle acque sotterranee. Gli erbicidi, in particolare, rimangono le sostanze riscontrate con maggiore frequenza principalmente per le modalità ed il periodo di utilizzo che ne facilita la migrazione nei corpi idrici, ma aumenta significativamente anche la presenza di fungicidi e insetticidi.
Sono i dati dell’ultimo Rapporto Ispra “Pesticidi nelle Acque”, che in questa edizione presenta i risultati relativi al biennio 2015-2016 sulla base dei dati provenienti dalle Regioni e dalle Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente.
Tra gli obiettivi vi è anche quello di avere notizie rispetto ad eventuali effetti negativi che in futuro possono essere considerati per migliorare l’efficacia delle autorizzazioni.
Si sottolinea che, nonostante un notevole incremento dell’attività di monitoraggio e nonostante l’evoluzione dei metodi analitici – con un aumento della copertura territoriale, del numero di campioni e delle sostanze cercate – le sostanze responsabili della maggior parte dei superamenti normativi (come il glifosato e l’Ampa, l’atrazina-desetildesisopropil o il metolachlor Esa per citare alcuni esempi), non sono ricercate omogeneamente sul territorio nazionale.
Nelle acque sotterranee, 260 punti (l’8,3 per cento del totale) hanno concentrazioni superiori ai limiti. Anche in questo caso le sostanze che maggiormente hanno superato il limite sono gli erbicidi atrazina desetil desisopropil, glifosato e Ampa, bentazone e 2,6-diclorobenzammide, l’insetticida imidacloprid, i fungicidi triadimenol, oxadixil e metalaxil.
La maggior presenza di pesticidi si riscontra nella pianura padano-veneta, dove le indagini sono generalmente più approfondite (in termini di numerosità dei campioni e di sostanze ricercate); nelle regioni del nord, infatti, si concentra più del 50 per cento dei punti di monitoraggio della rete nazionale. Nel resto del Paese la situazione resta ancora abbastanza disomogenea: non sono pervenute, infatti, informazioni dalla Calabria e in altre Regioni la copertura territoriale è limitata, così come resta limitato, nonostante l’aumento, il numero delle sostanze ricercate.
Sempre a livello regionale, la presenza dei pesticidi interessa oltre il 90 per cento dei punti delle acque superficiali in Friuli Venezia Giulia, provincia di Bolzano, Piemonte e Veneto, e più dell’80 per cento dei punti in Emilia Romagna e Toscana. Supera il 70 per cento in Lombardia e provincia di Trento. Nelle acque sotterrane è particolarmente elevata in Friuli 81 per cento, in Piemonte 66 per cento e in Sicilia 60 per cento. Si precisa che dove il dato è superiore alla media, c’è stata un’ottimizzazione del monitoraggio in termini di punti di prelievo, che si concentrano in modo particolare nelle aree dove vi è più presenza di pesticidi, nonché in termini di numero di sostanze analizzate oltre che di miglioramento delle prestazioni analitiche.
Si segnala, dopo oltre dieci anni di diminuzione, un’inversione di tendenza nelle vendite di prodotti fitosanitari, che nel 2015 sono state pari a 136.055 tonnellate, comunque inferiori alle 150.000 del 2002 (anno in cui si è avuto il massimo).
Significativo invece il calo delle vendite dei prodotti tossici e molto tossici che nel periodo di riferimento segnano un -36,7 per cento rispetto al massimo di oltre 5.000 tonnellate raggiunto in passato. La media nazionale delle vendite riferite alla Superficie agricola utilizzata (Sau) è pari a 4,6 chilogrammi/ettaro. Si collocano al di sopra: Veneto con oltre 10 chilogrammi/ettaro, Provincia di Trento, Campania ed Emilia Romagna che superano gli 8 chilogrammi/ettaro e Friuli-Venezia Giulia 7,6 chilogrammi/ettaro.
Alla diminuzione delle vendite però non corrisponde un’analoga diminuzione della frequenza di pesticidi nelle acque. Nel periodo 2003-2016, infatti, oltre al numero delle sostanze trovate aumentano anche i punti interessati dalla presenza di pesticidi che sono cresciuti di circa il 20 per cento nelle acque superficiali e del 10 per cento in quelle sotterranee. La ragione va cercata nell’aumento dello sforzo di monitoraggio e della sua efficacia, ma anche nella persistenza delle sostanze e nella risposta complessivamente molto lenta dell’ambiente, in particolare nelle acque sotterranee. I benefici della diminuzione delle vendite di pesticidi si potranno vedere solo in futuro.
Infine, i piani di monitoraggio vengono redatti sulla base dell’analisi delle pressioni: di conseguenza, i fitosanitari vengono ricercati e molto spesso trovati prevalentemente in corpi idrici a rischio per le diffuse pressioni agricole.

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Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. <a href="http://www.isprambiente.gov.it">Website</a>