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Bonifica di Crotone, cittadini sollecitano il ministro dell’Ambiente e lanciano una petizione

In Calabria si respira il veleno. Ogni giorno i cittadini di Crotone devono convivere con sostanze cancerogene interrate nel suolo, che scorrono nelle falde acquifere, che viaggiano libere nell’aria. Il Comitato cittadino “La collina dei veleni” si rivolge al ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, e lancia una petizione pro bonifica delle aree contaminate.

A sud della Campania c’è un’altra terra, la “terra dei veleni”: Crotone. In settanta anni di vita delle fabbriche le scorie industriali sono state interrate ovunque, nel centro urbano e nelle campagne circostanti.
Falde acquifere contaminate da sostanze cancerogene (cadmio e TCE) sono da decenni incontrollate. Un intero quartiere popolare è stato costruito su mezzo metro di scorie (Fondo Gesù) e altri residui industriali sono stati interrati illegalmente sotto scuole e alloggi di edilizia popolare. Si è avuta la sfrontatezza di mettere scorie industriali addirittura nel Piazzale della Questura di Crotone. Ovviamente, nessuno ha pagato un solo centesimo, nonostante importanti processi abbiano identificato i proprietari delle scorie e le ditte che le hanno smaltite.
Non sono rare le scoperte di residui industriali nei siti urbani, o in siti d’interesse turistico, come il Castello di Carlo V, ma nessuno si preoccupa se quelle scorie, alla luce di norme ambientali sicuramente più severe, siano pericolose per la salute dei cittadini.
«Da oltre un decennio la Syndial, della multinazionale Eni, ha avviato il processo delle bonifiche, ma sino ad oggi abbiamo perso tempo con degli “alberelli magici” che dovevano bonificare suoli fortemente contaminati da cadmio, arsenico e piombo.
Il paradosso è che nell’area adiacente a quella industriale, si stanno bonificando con risorse pubbliche suoli che non sono nemmeno contaminati (indagini in corso già da molti anni)», denunciano a gran voce i cittadini del Comitato “La collina dei veleni”.
«In questi giorni, dopo il fallimento del progetto iniziale di bonifica, il ministero dell’Ambiente ha dato inizio al nuovo progetto di bonifica dei suoli dell’area industriale di Crotone denominato POB FASE II, che è stato condiviso dalle nostre Istituzioni. Con questo nuovo progetto si fa finta di cambiare le tecnologie di bonifica, ma gran parte dei veleni resteranno dove si trovano.
In particolare una zona del sito dell’ex stabilimento di Pertusola Sud, denominata “Area ex Impianti” – che per cinquanta anni è stata utilizzata all’interno della fabbrica per lo stoccaggio di pericolosissimi residui della lavorazione della blenda (Ferriti di zinco), non sarà nemmeno sfiorata dagli interventi di bonifica. Abbiamo la strana sensazione che si stia accelerando il processo burocratico, per definire molto presto, magari ad agosto, l’approvazione del progetto, prima ancora che lei, ministro Costa, abbia la possibilità di visionarlo con l’attenzione che merita. Per questi motivi, ci permettiamo di sollecitare un suo rapido intervento affinché le bonifiche sul nostro territorio siano serie e risolutive.
Siamo convinti che con la sua esperienza riuscirà a comprendere le preoccupazioni di gran parte dei cittadini crotonesi, che troppo spesso ne pagano le conseguenze ammalandosi di cancro.»

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Autore:

Responsabile del Comitato Legamjonici di Taranto. Nel 2010 consulente di parte nell’inchiesta “Ambiente svenduto” sull’Ilva.