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Il processo Ilva resta a Taranto

Resta a Taranto il processo che vede imputati per disastro ambientale dirigenti Ilva ed esponenti della pubblica amministrazione. Lo ha deciso il presidente della corte d’Assise del Tribunale di Taranto.

Dopo molte ore di camera di consiglio, Michele Petrangeli ha rigettato l’eccezione di imparzialità del foro di Taranto presentata dai legali della famiglia Riva. Pasquale Annicchiarico – uno degli avvocati difensori degli imputati – aveva sollevato eccezione di incompatibilità ambientale riferendosi alla costituzione di parte civile, in fase di udienza preliminare, di un avvocato e giudice di pace e, successivamente, di un altro avvocato e sempre giudice di pace, che avrebbe un terreno confinante con l’insediamento industriale.

Secondo gli avvocati dei Riva il processo a Taranto si sarebbe pertanto potuto svolgere in un clima di non imparzialità e terzietà del giudizio a causa della presenza, come parti civili, di due giudici del foro tarantino. Per questa ragione Annicchiarico aveva chiesto il trasferimento del processo in altra sede. Invece, secondo Petrangeli, per entrambi sarebbero decaduti tutti i conflitti d’interesse. Uno degli avvocati ha, infatti, revocato la costituzione di parte civile e per il secondo sarebbe intervenuto il pensionamento a dicembre: un mese prima della sua costituzione di parte civile.

L’avvocato Annicchiarico in udienza aveva, inoltre, sottolineato che la questione di incompatibilità, in riferimento ad uno dei due avvocati, era stata sollevata già in passato e nonostante ciò, sempre secondo l’avvocato, non aveva ricevuto risposta. Gli atti, invece, hanno dimostrato che i giudici precedenti si erano già espressi stabilendo l’infondatezza della eccezione. All’udienza erano assenti tutti gli imputati e numerose parti civili rappresentati dai rispettivi avvocati.

Oggi (19 luglio 2016, ndr) si torna in aula, come da calendario, con la speranza che si possa finalmente entrare nel vivo della fase dibattimentale senza ulteriori intoppi.

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Autore:

Responsabile del Comitato Legamjonici di Taranto. Nel 2010 consulente di parte nell’inchiesta “Ambiente svenduto” sull’Ilva.