In merito al permesso di ricerca Tempa la Petrosa – riaperto dal Tar Basilicata nella Valle del Sinni e nei confronti del quale comunità locali ed amministrazioni interessate dal progetto, già nel 2012, si erano espresse con un secco ‘no’ – il Movimento No Scorie Trisaia chiede ai sindaci di attivare subito Consigli comunali e intercomunali aperti per salvare l’ultima area della Basilicata ancora libera da trivelle e discariche.
La Valle del Sinni è l’ultima valle della Basilicata ancora intatta, nonché cuore delle economie locali. Le istituzioni, dopo aver consentito la distruzione dell’agricoltura in Val Basento (diventata con le industrie chimiche Sito di interesse nazionale da bonificare) e in Val d’Agri (diventata area da abbandonare in cui, secondo l’Istat, è in atto una vera e propria moria di aziende agricole) perché perseguono con il disegno di fossilizzare le ultime zone della regione?
Le recenti rassicurazioni dell’assessore regionale all’Ambiente, Francesco Pietrantuono, sono ben poca cosa per un territorio ricco di acque e di prodotti tipici unici, che creano migliaia di posti di lavoro. Il pronunciamento del Consiglio di Stato potrebbe confermare la decisione del Tar Basilicata.
L’operato della Regione ha dimostrato, palesemente, che c’è stata una falsa opposizione in attesa che entrasse in vigore la legge Sblocca Italia. Infatti, avrebbero potuto chiudere il procedimento di Valutazione d’impatto ambientale nel 2012 e non nel 2015, data postuma all’approvazione della legge Sblocca Italia, motivo per cui il Tar ha riaperto il procedimento.
Prima la giunta di Vito De Filippo, poi la giunta di Marcello Pittella potevano muoversi diversamente. Il pressing sulla chiusura del procedimento lo avevano ricevuto entrambi, nel corso di diverse riunioni svoltesi sul territorio, alla presenza dei loro assessori (Nicola Benedetto prima e Aldo Berlinguer dopo) che venivano a promuovere, a modo loro, l’agricoltura e i prodotti tipici.
Occorre che i Comuni mettano in campo altre azioni nel rispetto dei principi costituzionali e che facciano sentire la propria voce insieme ai cittadini. Il Referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 ha sancito che le autonomie locali devono avere voce in capitolo in tema di energia e turismo, che il Titolo V della Costituzione non va modificato e che la legge Sblocca Italia va abolita.