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Movimento No Tap denuncia omissione di soccorso e manganellate

Nuovi momenti di tensione, alle sette di questa mattina, a San Foca di Melendugno, al cantiere Tap. Gli attivisti che si oppongono alla realizzazione del gasdotto Trans adriatic pipeline, denunciano repressione, e violenza. La Questura di Legge, invece, parla di sassaiola con i mezzi delle forze dell’ordine.

“Al terzo giorno di colazione resistente, la repressione non ha limiti. Oggi la polizia si è macchiata di omissione di soccorso dopo aver strattonato, calpestato e buttato a terra una nostra solidale, una mamma che era lì a difendere la propria terra. Ma non solo: un altro attivista ha preso manganellate in testa, subendo ferite lacero-contuse che necessitano di punti di sutura.”
Si apre così un comunicato, affidato ai social network dal Movimento No Tap, che spiega cosa è successo.
“Alcuni attivisti sorvegliavano gli ingressi dei cancelli, come avviene quotidianamente, per contrastare, bloccare e resistere al malaffare che alberga nelle campagne di San Basilio. I mezzi di Tap non erano presenti, si vedeva solo una distesa di camionette blu che, intorno alle sette, stavano per effettuare il solito cambio di guardia. Ma non è stato un semplice cambio di guardia: quando i manifestanti sono rientrati al presidio La Peppina, per proseguire la colazione condivisa, quei pochi che erano rimasti vicino ai cancelli sono stati aggrediti da una reazione oltremodo scomposta, che non fa altro che confermare il fatto che le forze dell’ordine sono totalmente al servizio di Tap.
Una mamma, una donna che difende la sua terra, è stata malmenata, buttata a terra e calpestata dalle forze dell’ordine, fino al punto di farla svenire. Ma non basta questo: una volta a terra, quando altri attivisti hanno cercato di soccorrerla, i poliziotti l’hanno impedito, utilizzando ancora più violenza, manganellando la gente e trascinando per terra, prendendola per i piedi, la donna svenuta. E la dottoressa, che era presente all’interno del cantiere, si è rifiutata di uscire a soccorrere la donna e di chiamare il 118, che è stato allertato immediatamente dagli attivisti e ha trasportato la donna in ospedale in codice giallo.
Ma si sa, quando c’è di mezzo il malaffare, crolla anche la deontologia professionale di ogni individuo. Non solo omissione di soccorso, ma violenza gratuita sulla popolazione. E, nel cercare di soccorrere la donna, un uomo ha ricevuto manganellate in testa, che hanno causato ferite lacero contuse e necessità di punti di sutura.
Questo è lo Stato che difende la corruzione, questo è lo Stato violento che cerca di istigare e di colpevolizzare.
La Questura diffonde comunicati difensivi, parlando di danneggiamenti di auto e di fari all’interno del cantiere, solo per cercare di coprirsi le spalle nel momento in cui sanno di stare dalla parte del torto. Un comunicato fatto per giustificare le proprie malefatte è quanto di più terribile ci possa essere.
La Questura, nell’imbarazzo delle sue azioni, dirama comunicati che mistificano la realtà dei fatti, scandendo gli avvenimenti in maniera autoreferenziale, venendone fuori una narrazione tossica, che nulla ha a che fare con la verità.
Un popolo stolto serve a chi vuole generare repressione. Vogliono che la gente guardi il dito, ma noi vi mostriamo la luna.”

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