La direttiva Seveso Ter, entrata in vigore nel 2015, non è stata ancora recepita per gli stoccaggi di gas in quanto le istruttorie tecniche risultano aperte, nonostante la legge indichi il termine di un anno per la conclusione. Cosa aspetta il ministero dell’Interno a concludere le istruttorie? Di mezzo c’è la sicurezza dei cittadini e dell’ambiente. Parliamo di opere a rischio di incidente rilevante, considerate di carattere strategico a livello nazionale.
È dal 2009 che denunciamo la mancata applicazione della direttiva Seveso – riguardante i rischi di incidente rilevante – per gli stoccaggi di gas italiani. A distanza di quasi un decennio gli enti preposti hanno cominciato a discutere del problema, cercando di applicare delle semplici “pezze” al fine di tranquillizzare i comitati e i cittadini.
Infatti, dopo che la questione è arrivata in Parlamento europeo, di fretta e furia sono stati predisposti alcuni Piani di emergenza esterni (Pee). Nella stesura di questi Piani, a nostro avviso, i cittadini non sono stati realmente coinvolti, nonostante disciplina europea sia molto chiara in merito. Basti ricordare che la presentazione ai cittadini di Sergnano del Pee è stata fatta in una mattina di un giorno infrasettimanale. Siccome i cittadini lavorano non hanno potuto partecipare. Ma di fronte alle nostre proteste per il mancato diritto alla partecipazione la risposta è stata che i tecnici del ministero dell’Interno erano disponibili solo in orario di lavoro. La burocrazia amministrativa è sempre più importante del diritto dei cittadini.
Ma ancora più preoccupante è il fatto che i Pee sono stati elaborati senza la conclusione delle istruttorie tecniche. Infatti, la normativa dice che, una volta presentati i Rapporti di sicurezza da parte della ditta, entro centottanta giorni, il Comitato tecnico regionale – ente composto da membri del ministero dell’Interno – deve concludere l’istruttoria dando parere positivo o negativo e eventuali prescrizioni.
Per la precisione, con l’entrata in vigore della legge n.105/2015 – che recepisce la Seveso Ter – all’articolo 32 si dice che «le procedure relative alle istruttorie e ai controlli di cui al decreto legislativo 17 agosto 1999, n.334, in corso alla data di entrata in vigore del presente decreto presso le autorità competenti, ai sensi del citato decreto legislativo, sono concluse dalle medesime autorità previo adeguamento, ove necessario, alle disposizioni di cui al presente decreto. Le predette istruttorie sono concluse entro un anno dalla data di entrata in vigore del presente decreto.»
Entrata in vigore il 14 luglio 2015, la Seveso Ter, non è stata ancora recepita in quanto le istruttorie tecniche non sono state ancora concluse, nonostante la legge indichi il termine di un anno per la conclusione. Questa mancanza è veramente troppo, anche perché parliamo di sicurezza per i cittadini, l’ambiente e le stesse infrastrutture. Cosa aspetta il ministero dell’Interno a concludere queste istruttorie? Per lo più per opere a rischio di incidente rilevante e di carattere strategico a livello nazionale?
Inoltre, basti ricordare che, da una mia interrogazione comunale sul Comitato tecnico regionale, presentato il 9 febbraio 2017, l’assessore del Comune di Sergnano rispondeva allegando un parere con prescrizioni dello stesso Ctr. In questo parere, protocollato in Comune di Sergnano il 4 marzo 2016, si prescriveva l’«adeguamento alle sollecitazioni sismiche, secondo la normativa vigente, delle strutture operative le sale controllo dello stabilimento, compresa quella del dispacciamento di Crema, la cui verifica ha dato esisto negativo.»
Stando a questa prescrizione lo stabilimento di Sergnano e il dispacciamento di Crema, che telecontrolla tutti gli impianti di stoccaggio in Italia, non sono a norma sismica, nonostante le leggi per l’adeguamento sismico delle strutture strategiche nazionali sono dei primi del 2000.
Cosa si aspetta a mettere in sicurezza queste strutture? Perché le istruttorie non vengono concluse?
Chiediamo al nuovo governo, ai ministri dell’Interno Matteo Salvini, dell’Ambiente Sergio Costa, dello Sviluppo economico e del Lavoro Luigi Di Maio, delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli, di intervenire immediatamente per sanare questa mancata applicazione della direttiva europea sui rischi di incidente rilevante.
Chiediamo altresì a tutti i parlamenti nazionali ed europei, a tutti i consiglieri regionali e sindaci del nostro territorio e dei territori interessati dagli stoccaggi, di intervenire immediatamente.
Con la sicurezza ambientale e dei cittadini non si può aspettare.
Per questo, il prossimo 1 luglio saremo in piazza con un presidio informativo per denunciare tutte le mancanze e i rischi degli stoccaggi e del progetto hub del gas, che sembra sparito dal contratto di governo.