L’Amministrazione comunale di Pescara, dopo la balneazione, torna nuovamente al centro delle critiche di associazioni e cittadini. Questa volta per il taglio di decine e decine di alberi in tutta la città. Una scelta diventata caso nazionale, con prese di posizioni di diversi personaggi l’attore romano Alessandro Gassman e lo scrittore partenopeo Erri De Luca, su tutti. L’8 e il 15 settembre, invece, l’abbattimento di 30 pini è stato fermato dalla protesta non violenta di residenti e attivisti.
Lunedì 19 settembre nella sede del Comune si è svolto un incontro, l’ennesimo, sollecitato dal Soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici, con una nota del 16 settembre nella quale chiedeva un “intervento urgentissimo di sospensione abbattimenti alberi nelle zone sottoposte a tutela nella città di Pescara”. Al termine dell’incontro gli ambientalisti hanno riferito di aver raggiunto con l’Amministrazione Comunale un accordo definito “onorevole per entrambe le parti” che prevede il taglio “in accordo” di “alcune piante che sono chiaramente e irrimediabilmente compromesse”, “sulle restanti si cerca una collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato”. Il Comune stanzierà “circa 15.000 euro per gli approfondimenti strumentali” e “sarà il tecnico incaricato a stabilire che tipo di analisi strumentali sono appropriate per ogni singola situazione”. Questo, solo l’ultimo atto. Vediamo cosa è successo nelle scorse settimane.
Tra i primi a prendere posizione è Maurizio Acerbo del Partito della Rifondazione Comunista, che il 24 agosto ha denunciato come “l’amministrazione è in procinto di dare il via a un’altra strage di alberi (137!) sulla base dei criteri discutibili su cui si è indirizzato lo studio commissionato al dott. Rabottini”, chiedendo “un’autentica partecipazione” e sottolineando come era già stato chiesto di verificare il piano di abbattimenti “da esperti forestali indipendenti indicati dalle associazioni ambientaliste” e che “prima di procedere a un piano di tagli di queste dimensioni su tutta la città è indispensabile anche una procedura di valutazione ambientale con relative osservazioni”.
A seguito di un incontro in Comune – definito “una farsa” con “una convocazione tardiva” – Forum abruzzese dei movimenti per l’acqua, WWF, Italia Nostra, Conalpa, Pro Natura, Fai, Mila Donnambiente e Legambiente hanno attaccato l’amministrazione comunale accusandola di aver “ignorato l’impegno delle associazioni per salvare il patrimonio verde della città” e di negare “il tempo minimo necessario per leggere e valutare la relazione”, essendo state convocate solo il giorno prima dell’inizio delle operazioni di taglio.
Lo scorso 2 settembre, il neonato Coordinamento “Salviamo gli alberi” ha documentato nuove forti critiche al modus operandi dell’Amministrazione comunale rea di aver “taciuto in questi mesi sulla reale condizione dei pini di viale Regina che erano stati condannati a morte ad aprile e salvati solo dopo le vigorose proteste dei cittadini. Non erano e non sono a rischio crollo immediato ma vanno curati e monitorati come dovrebbe accadere normalmente.” A confermarlo una relazione del Comune commissionata, nel 2016, all’Ares di Ferrara e mai divulgata. “Su tre grandi e maestosi patriarchi verdi giudicati a rischio crollo imminente dal Comune, esclusivamente sulla base della verifica visiva – continuano gli attivisti di “Salviamo gli alberi” – sono state finalmente condotte le analisi strumentali ed il risultato è stato: tutti e tre stabili. È pazzesco che associazioni, consiglieri comunali, cittadini e stampa non siano stati messi a conoscenza subito di questa relazione che a nostro avviso azzera qualsiasi credibilità all’operazione portata avanti in fretta e furia e basata su una relazione dove neanche è identificata la specie di appartenenza degli alberi”, e che “smentisce su tutta la linea l’operazione emergenziale messa su dai funzionari del comune con l’avallo dell’amministrazione con affidamenti di decine di migliaia di euro per gli abbattimenti in somma urgenza”.
Da oltre una settimana il cartello di comitati locali ha depositato un ampio esposto alla Procura della Repubblica, molto circostanziato: “La relazione con cui il Comune sta sostenendo il taglio di piante addirittura monumentali, come quelle in via Scarfoglio; una procedura che non risponde al protocollo seguito dagli altri enti pubblici essendo basata esclusivamente su un’analisi visiva priva addirittura del riconoscimento della specie di appartenenza degli alberi esaminati”. Mancherebbe, quindi, “un’intera parte della procedura ma anche quella visiva preliminare che è stata fatta in forma speditiva ha gravi limiti visto che il riconoscimento della specie è dirimente per capire se il portamento e/o la struttura dell’albero è naturale ed è fonte di pericolo”. Le associazioni scrivono, infatti, che “il consulente del Comune nell’operazione di abbattimento stralcio fatta ad aprile 2016 a viale Regina aveva addirittura scambiato la specie”.
Il secondo punto contestato è la possibilità di finanziare l’affidamento delle operazioni di taglio con una procedura di “somma urgenza” che “si usa nelle catastrofi, nelle situazioni impreviste ed emergenziali” ma “la relazione è stata consegnata il 26 luglio 2016 e il verbale di affidamento dei lavori è avvenuto ben 28 giorni dopo. C’era tutto il tempo per esplicare gare, chiedere preventivi ecc. Una giurisprudenza schiacciante ha chiarito che non si può ritardare la procedura normale e poi arrivare ad applicare la somma urgenza”. “Durante i sopralluoghi” – sottolineano ancora le associazioni – “abbiamo notato diversi alberi secchi in piedi che non verranno abbattuti. Cioè si tagliano alberi all’apparenza sani e si lasciano alberi secchi ovviamente pericolosi”.
Su uno dei punti contestati nell’esposto alla Procura, è intervenuto anche Giovanni Morelli, ricercatore presso l’Istituto per i sistemi agricoli e forestali del Mediterraneo del CNR coinvolto nei mesi scorsi dall’Amministrazione, in merito alla gestione dei pini. L’esperto agronomo ha reso noto che il 7 luglio ha sottoposto 3 pini di viale Regina Margherita a “trazione controllata secondo protocollo S.I.M. (Static Integrated Methods)”, sottolineando che è “l’unico approfondimento strumentale che, sulla base della mia esperienza, si riveli utile nella determinazione della stabilità delle specie in oggetto”, ma “pur avendo comunicato con grande anticipo il giorno e l’ora dei rilievi, alle prove a trazione non erano presenti né rappresentanti dell’amministrazione né tecnici pubblici o privati a vario titolo precedentemente coinvolti nello studio degli alberi”. Nonostante queste assenze ha provato “ripetutamente e inutilmente a contattare l’Amministrazione e, successivamente, ad inoltrare una relazione scritta.
Pochi giorni fa il Coordinamento ha reso noto che “sono almeno tre gli alberi abbattuti per un madornale errore a Via del Santuario (denominati 123, 130 e 141/139). Un quarto (il 48), segnato con la croce verde per l’abbattimento, è stato salvato all’ultimo secondo solo grazie all’intervento tempestivo del Coordinamento”. A seguito di due sopralluoghi (tra cui quello appena citato) gli ambientalisti denunciano che “sono stati abbattuti alberi sbagliati” e “di conseguenza, anche le potature (che in teoria dovrebbero cercare di risolvere le criticità della pianta segnalate nella relazione…) sono state fatte con ogni probabilità su alberi diversi, magari quelli che dovevano essere abbattuti! Paradossalmente si rischia di aggravare con interventi sconsiderati lo stato di sicurezza per la pubblica incolumità”.