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Discariche di Lizzano: è vietato abbassare la guardia

L’associazione AttivaLizzano non arretra di un centimetro sulla riapertura delle discariche di Lizzano, Mennole e Palombara e, questa volta, punta il dito contro la Regione Puglia. Si chiede maggiore chiarezza sul futuro di un impianto che ha avvelenato, e continua a farlo, il territorio di Lizzano e di gran parte della provincia. Intanto la Procura della Repubblica di Taranto contesta ai gestori il reato di disastro ambientale colposo e i cittadini si preparano a scendere nuovamente in piazza il prossimo 22 aprile.

Riparte la mobilitazione dell’associazione AttivaLizzano che da anni si batte per la chiusura delle discariche di Lizzano, Mennole e Palombara, gestite dalla società Vergine srl. Il sodalizio ambientalista – dopo il sequestro della discarica Palombara, avvenuto nel 2014 – chiede, oggi, la bonifica e la definitiva chiusura del sito.
Di recente, la vicenda – di cui ci siamo già occupati in dettaglio – ha assunto i contorni di un vero e proprio giallo, dopo che un’emittente televisiva locale ha dato notizia dell’esistenza di un atto preliminare di compravendita tra privato e Regione. L’atto sarebbe finalizzato all’acquisizione delle discariche da parte dell’ente regionale, al fine di risolvere – secondo quanto dichiarato dallo stesso governatore pugliese, Michele Emiliano – l’emergenza rifiuti in Puglia.
La notizia è stata però presto smentita dal Commissario ad acta dell’Agenzia territoriale della Regione Puglia di gestione dei rifiuti (Ager), l’avvocato Gianfranco Grandaliano. A detta del funzionario – intervenuto telefonicamente nel corso di un incontro svoltosi il 21 marzo scorso in Commissione ambiente, tra alcuni rappresentanti istituzionali comunali e regionali e cittadinanza, presso il comune di Lizzano – esisterebbe solo una lettera d’intenti e non un atto preliminare di compravendita. L’avvocato Grandaliano, inoltre, ha aggiunto che è piena volontà della Regione Puglia occuparsi della bonifica e messa in sicurezza delle discariche attraverso un concorso pubblico, escludendo esplicitamente la loro riapertura. Almeno fino alla conclusione della bonifica. Ha, comunque, specificato che non è suo specifico compito decidere sul futuro delle discariche in questione.
Rassicurazioni che non hanno convinto l’associazione AttivaLizzano che non intende abbassare la guardia. Anzi, è pronta a scendere nuovamente in piazza il 22 aprile prossimo. Vuole farlo coinvolgendo la cittadinanza di Lizzano e della provincia. Per questo motivo ha indetto un incontro fissato per il 12 aprile, alle ore 18, nella sede di via Poerio 211, a Lizzano, a cui sono invitati tutti i soggetti interessati a contrastare la riapertura delle discariche, a tutela della salute dei cittadini. Intanto è scattata una nuova accusa, da parte della Procura della Repubblica di Taranto, nei confronti dei gestori della discarica Palombara: disastro ambientale colposo. L’ipotesi di reato è partita in seguito all’accertamento della contaminazione delle acque sotterranee. Il danno ecologico sarebbe scaturito in seguito alla gestione illegale della discarica, con particolare riferimento alla mancata raccolta del percolato, che ha così diffuso nelle acque sottostanti sostanze cancerogene e pericolose per la salute pubblica quali nitrati, diossine e PCB risultati in concentrazione superiore rispetto a quanto consentito dalla normativa vigente.
Sul tavolo degli imputati compaiono Pasquale Moretti, responsabile tecnico dell’impianto dal 2008 fino al sequestro avvenuto il 10 febbraio 2014 e, da questa data, custode giudiziario fino al 14 aprile 2015; Paolo Ciervo, rappresentante della società Vergine spa, fino al 19 dicembre 2013, e da questa data liquidatore di Vergine srl, poi dichiarata fallita il 15 giugno del 2017, nonché custode giudiziario dal 27 luglio 2015; Mario Petrelli, legale rappresentante pro tempore della società Vergine srl.

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Autore:

Responsabile del Comitato Legamjonici di Taranto. Nel 2010 consulente di parte nell’inchiesta “Ambiente svenduto” sull’Ilva.