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Via libera alla Shell dalla Commissione tecnica ministeriale

La Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale Via-Vas del ministero dell’Ambiente ha rilasciato parere positivo alle nuove istanze della Shell, per le ricerche petrolifere denominate “Pignola”, “La Cerasa” e “Monte Cavallo” in Campania e in Basilicata. La decisione è stata presa nonostante i pareri contrari espressi dalle Regioni – i cui rappresentanti hanno disertato le sedute della Commissione Via – dagli enti locali, dal Parco Appennino Lucano Val d’Agri-Lagonegrese, da imprenditori, associazioni e comitati.

Con le decisioni assunte nel mese di giugno 2018 – rafforzate dai chiarimenti espressi il 9 novembre scorso dalla Commissione tecnica Via-Vas alla Direzione competente del ministero dell’Ambiente – le istanze “Pignola”, “La Cerasa” e “Monte Cavallo” proseguono il loro iter ministeriale. La Commissione tecnica rilascia pareri positivi alla Shell indicando alcune prescrizioni, mentre si registra l’assenza alle sedute dei rappresentati delle Regioni e l’astensione di un solo membro di origine lucana.
I rappresentanti regionali avrebbero potuto far pesare anche dal punto di vista tecnico la contrarietà espressa in sede politica dalle Regioni Basilicata e Campania. I pareri positivi della Commissione pesano come un macigno sulle decisioni politiche che il ministro Sergio Costa adotterà con proprio decreto, dopo che anche il ministero per i Beni e le Attività Culturali (Direzione generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Basilicata), in data 7 agosto 2018, ha rilasciato il proprio parere contrario alle nuove attività di ricerca petrolifera della Shell. Sul presunto conflitto di interesse di alcuni membri della Commissione nel 2015 fu proprio il M5S a presentare una interrogazione parlamentare, al fine di rafforzare azioni per prevenire possibili fenomeni di corruzione riguardanti grandi opere e progetti.

CON LA LEGGE “SBLOCCA ITALIA” I PROGETTO DELLA SHELL PRESENTATI ALLE REGIONI VENGONO RIPRESENTATI AL MINISTERO DELL’AMBIENTE
Con l’entrata in vigore della legge “Sblocca Italia” (la n.164/2014), le istanze per il rilascio dei pareri Via dalle Regioni Campania (“Monte Cavallo”) e Basilicata (“Monte Cavallo”, “Pignola” e “La Cerasa”), sono stati ritrasmessi, dopo il 31 marzo 2015, al ministero dell’Ambiente. Si è aperto così un nuovo vasto fronte petrolifero in terraferma, con fette di territorio compresi nel Parco nazionale Appennino Lucano Val d’Agri-Lagonegrese, all’interno di Riserve naturali, aree Sic e Zps, situate tra boschi, su bacini idrici ed aree carsiche superficiali e di profondità. Le tre istanze riguardano il territorio di 19 comuni lucani e campani, con una decina di comuni che hanno espresso pareri contrari alle tre istanze.
I 19 comuni interessati dalle tre istanze sono sono: Atena Lucana, Brienza, Marsico Nuovo, Montesano sulla Marcellana, Padula, Paterno, Polla, Sala Consilina, Sant’Arsenio, Sassano, Teggiano, Tramutola, Abriola, Brindisi Montagna, Pignola, Potenza, Sasso di Castalda, Satriano di Lucania e Tito.
Sono 347 i chilometri quadrati dove la Shell, oltre alla ricerca sismica attraverso geofoni attivati da cariche esplosive e rumore di fondo naturale, non esclude trivellazioni di nuovi pozzi esplorativi, da autorizzare successivamente con nuova procedura Via. Le istanze della Shell, infatti, sono limitrofe alla concessione di coltivazione Val d’Agri (per il 39 per cento detenuta dalla Shell e per il 61 per cento dall’Eni) situata a sud in continuità alla concessione Gorgoglione (per il 25 per cento detenuta sempre dalla Shell, assieme al 25 per cento di Mitsui e al 50 per cento della Total).
Oltre a questi titoli la compagnia anglo-olandese è presente nei permessi di ricerca “Fosso Valdienne” (9,3 per cento) e “Tempa Moliano” (9,3 per cento) con l’istanza di ricerca “Grotte del Salice” ancora vigente.
I pareri della Commissione Via seguono l’avviso di attivazione della procedura Via pubblicata il 22 dicembre 2016 sui media locali e nazionali al fine della presentazione delle osservazioni da parte del pubblico e degli enti territoriali e locali per la procedura della Via ministeriale.

I PARERI POSITIVI ALLE ISTANZE DELLA SHELL DELLA COMMISSIONE TECNICA VIA DEL MINISTERO DELL’AMBIENTE
Con propri pareri rilasciati nei mesi di giugno e settembre 2018, e confermati con integrazioni nel mese di novembre 2018, la Commissione tecnica Via ha approvato gli Studi di impatto ambientale (Sia) della Shell, sottolineando che «gli studi possono essere considerati esaustivi nei suoi Quadri Programmatico, Progettuale ed Ambientale, se confrontati con l’entità, la durata, e l’effettivo impatto ambientale del progetto in oggetto […] dato il minimo impatto ambientale del Progetto, non possono essere considerati rilevanti eventuali effetti cumulativi con equivalenti progetti limitrofi.»
La Commissione “prescrive” che «non dovranno essere messe stazioni di rilevamento sismico passivo (geofoni) né nelle aree ambientalmente salvaguardate a vario titolo (SIC, ZPS, Parchi) né, tantomeno, nelle fasce di protezione delle stesse […] e base a quanto esposto nei Sia gli impatti ambientali del rilevamento geologico e sismico passivo in questa sede proposti sono da considerare del tutto trascurabili sia per entità che per durata temporale.»
In particolare, la Commissione tecnica Via rigetta al mittente il parere contrario espresso dalla Regione Basilicata allorquando scrive che «quanto indicato dalla Regione Basilicata come valutazione di carattere generale ed in estrema sintesi – secondo la quale non è possibile dare un parere positivo a delle attività di ricerca di idrocarburi quando si escluda fin d’ora che possa essere dato un parere positivo di compatibilità ambientale alle successive attività di sfruttamento delle risorse di idrocarburi eventualmente presenti – per quanto sia in linea teorica condivisibile, nel caso specifico, la non realizzazione del progetto in oggetto comporterebbe una inibizione sostanziale e non giustificabile delle conoscenze, geologiche, stratigrafiche, strutturali e sismotettoniche di un’area ad elevato rischio sismico.»
La Commissione conclude che «l’acquisizione ed il mettere a disposizione della Comunità Scientifica e del Pubblico i dati rilevati dalla rete di rilevamento sismico passivo, permetterebbe invece un sostanziale miglioramento della valutazione di dettaglio del rischio sismico dell’area e pertanto permetterebbe di ottimizzare gli interventi preventivi di messa in sicurezza degli edifici pubblici, le case, le strutture industriali ed eventualmente anche dai rischi idrogeologici […] e qualunque attività futura diversa dal progetto in oggetto dovrà essere sottoposta a nuova procedura di Via […] e non possa essere dato un parere negativo di Via unicamente su base programmatica.»

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Autore:

Giornalista e sociologo. È autore di numerosi saggi e ricerche sulle tematiche naturalistiche. Ha prodotto studi sociali e ricerche storiche sui beni monumentali, il patrimonio ambientale e la loro tutela. Website: <a href="http://www.pandosia.org/">www.pandosia.org</a>