La Lipu Puglia lancia un nuovo allarme, l’ennesimo da oltre quindici anni. La Strategia energetica nazionale, approvata dal governo Gentiloni, favorisce il saccheggio territoriale. E il decreto “Incentivi”, in arrivo alla Conferenza Stato-Regioni, non fa sperare nulla di buono: succulenti sussidi ventennali per le società energetiche.
La Strategia energetica nazionale (Sen) è stata impacchettata con un contributo rinnovabile speculativo, orientato quasi totalmente al comparto elettrico e trascurando altri altri comparti ben più utili alla causa, come i settori trasporti e termico. Per tale atto il governo Gentiloni ha umiliato le leggi dello Stato sulla Valutazione ambientale.
Avrebbe dovuto essere un normale Piano energetico nazionale da assoggettarsi, come tutti i piani, a Valutazione ambientale strategica (Vas), al fine di verificarne la sostenibilità. Invece, tale obbligo, è stato scandalosamente aggirato, definendo “strategia” quello che dovrebbe essere un “piano”. E così nessuna preventiva valutazione territoriale, ambientale, paesaggistica ma solo obiettivi finalizzati a legittimare nuovi succulenti sussidi per le società energetiche.
E sulla scia della Sen “fuorilegge”, in chiusura di legislatura, il governo ha avviato l’iter di un nuovo decreto per incentivi – ventennali – a nuovi impianti rinnovabili per ben 6000 megawatt di capacità. La bozza sta per essere sottoposta al parere della Conferenza Stato-Regioni, dove si misurerà la moralità dei governi regionali.
La Lipu pugliese ha trasmesso un’argomentata nota al governatore Emiliano, alla Giunta regionale e ai Consiglieri regionali, rivolgendo un appello affinché non sia replicata la brutta esperienza del 2015 sul precedente decreto di incentivazione per centinaia di megawatt.
In quella occasione la Regione Puglia lasciò passare l’atto senza sbattere i pugni sul tavolo, ignorando le richieste della Lipu. E così altre aree furono crocifisse.
Questa volta sono 6000 i megawatt in ballo, in gran parte eolico, che travolgeranno la Puglia.
“Le Regioni hanno l’obbligo morale di fermare i ‘parchi cannibali’ e difendere quel che rimane dei propri territori – è l’appello di Enzo Cripezzi della Lipu – altrimenti i politici saranno ricordati come coloro che hanno consegnato altri territori alla prostituzione. Emiliano ponga una vertenza non negoziabile in Conferenza Stato-Regioni: basta prebende alla speculazione! Quei fiumi di denaro vanno dirottati verso opzioni serie di lotta ai gas serra, non invasive e più efficaci, con il concorso e al servizio dei cittadini. Intervenire sul rubinetto dei sussidi è il modo più efficace per contrastare questa aggressione, visto che i Regolamenti, il Piano energetico e il Piano paesaggistico regionali sono sempre più carta straccia.”
L’odore dei soldi ha già indotto le società eoliche a presentare numerosi, ulteriori, giganteschi progetti alla Valutazione d’impatto ambientale che ora è ministeriale, prefigurando “regali” governativi alle società eoliche.
Nuove ‘piantagioni di macchine eoliche gigantesche’, i parchi finti, come quelle che hanno ucciso sul nascere e rimpiazzato il Parco regionale dei Monti Dauni per migliaia di ettari. Così come stanno assediando a terra e a mare il Parco del Gargano e le Saline di Margherita di Savoia, hanno sfigurato la visuale di Castel del Monte nel Parco dell’Alta Murgia. Stanno decontestualizzando i parchi archeologici in Salento con l’espianto di centinaia di ulivi, l’abbattimento di muretti a secco, l’umiliazione delle Pajare così come in Capitanata. Nuove centrali eoliche stanno per recintare anche le aree protette a San Paolo di Civitate, a Bovino, a Cerignola o il Parco delle Gravine tarantine. Mentre il solare termodinamico sta per mangiarsi oltre 100 ettari a S. Severo.
“Sembra grave? E invece lo è di più. Ai tanti progetti in arrivo al ministero – conclude Cripezzi – è da aggiungere la valanga di impianti non realizzati ma già autorizzati negli anni dalla Regione, nonché quelli autorizzati o in valutazione presso le Province (improvvidamente delegate dalla Regione dal 2008). Impianti che non aspettano altro che nuovi sussidi. È intollerabile l’imposizione dittatoriale di tecnologie di generazione energetica come l’eolico che, malgrado migliaia e migliaia di pale e i consumi ridotti dalla crisi, contribuisce per l’1,4 per cento sul fabbisogno energetico totale dell’Italia.“